giovedì 31 luglio 2008
_Hot rod
Mò mi è presa un’altra malattia.
Sto iniziando ad interessarmi agli hot rod.
Forse è naturale che , per chi ama i vecchi big twin , farsi piacere anche questi vecchi pick up rugginosi.
Forse è una naturale evoluzione che porta la voglia di cavalcare mezzi DOC , da sellini striminziti a divani in pelle rossa.
E’ che mi affascinano immensamente.
Mi hanno offerto questo dodge del 47 . L’esterno è molto cool. Andrebbe scartato e verniciato.
L’interno è da rimettere , e me lo vedo in pelle rossa con volante a catena.
Il motore è un 5 litri rubato ad un ford bronco , così come l’avantreno .
Non so , ma da quando mi hanno inviato la foto , me la guardo e me la riguardo , fantasticando su strade assolate , un bel cd dei coasters in plancia , un cappello da cow boy in paglia e una camicia a quadri senza maniche.
Fantasticare . Sognare . Desiderare a tutti i costi di essere qualcun altro da qualche altra parte.
Sentire il bisogno di vivere una vita diversa . O perlomeno di ritagliare momenti in cui hai l’impressione di sentirti , finalmente , libero.
In questo periodo la moto non mi prende più di tanto. Vive un momento di stagnazione . Non mi stimola più di tanto .
La mi trasmittente per parlare con le anime della gente , non trasmette più. La scritta ON AIR è spenta da tempo.
Ora andrò in ferie .Per tre settimane stacco da tutto .
Ho già staccato i cavi della batteria .
Staccherò il note book
Chiuderò orologio e cellulare i un cassetto.
Mi dedicherò a me e alla mia famiglia. Voglio fare un overdose di intimità.
Voglio saziarmi di atmosfere rilassanti.
Voglio passare pomeriggi senza dire una parola. A leggere un libro o a scrivere pensieri.
Percepire la presenza di chi ti ama , non da parole o suoni , ma solo dalla presenza .
Da quella aleggiante consapevolezza del “ci sono “ , “ sono qui”.
Metterò in carica le mie batterie. Voglio tornare al meglio.
Voglio e devo trovare ancora il desiderio di emozionarmi.
Devo assolutamente trovare stimoli nuovi in cose vecchie e rinnovare stimoli vecchi in cose nuove.
E se per questo devo guardare ancora per ore la foto di un vecchio pick up…..ben venga.
_Buon compleanno
venerdì 25 luglio 2008
mercoledì 23 luglio 2008
_Alberto
Un semplice conoscente
Chi può dire chi sia Alberto per me
So che ogni tanto arriva una mail dai posti più assurdi
So che se ho bisogno di parlargli
lui c'è
Non mi sbrodola addosso amicizia
Non mi chiede nulla
Sdrammatizza senza cadere nel ridicolo
è presente anche quando sembra lontano
condivide con me momenti della sua vita
a distanza ,quasi con imbarazzo ,
una sua foto , questa sua foto ,
è per me un gran regalo,
vale più di mille pacche sulle spalle
quando sono triste
quando la mia vita mi sembra in salita
quando credo che non ne valga la pena,
bhe penso
a che mi servono gli amici
con gente come questa?
_Protezioni
queste e altre considerazioni da qualche giorno mi spingono a venire in ufficio in bicicletta.
non l'avessi mai fatto.
e' partito subito un fuoco incrociato di domande. e il casco? e i catarifrangenti? e il fanale? e l'airbag? l'abs? il veicolo di appoggio? il satellitare? la copertura dell'aviazione?...... eccheccazzo.
gia' andare in moto sta diventando sempre piu' difficile. adesso si parla anche di un disegno di legge per rendere obbligatorio l'abbigliamento tecnico di sicurezza (schienalino, gomitiere, ginocchiere, ecc.). e come se non bastasse ci si mettono pure i conoscenti a rompere le scatole.
ma come? vai in bici senza casco protettivo? senza banda catarifrangente che ti attraversa la schiena? senza nessuna protezione in caso di caduta?
SI
vado in bici da quando ho 5 anni. e per parafrasare una mitica frase di clint eastwood (cfr. "gunny") mi sono spaccato piu' labbra, sbucciato piu' ginocchia e ammaccato piu' costole di tutti voi frocetti messi assieme, quindi piantiamola qui!
e se per caso vi sta venendo in mente di tirare fuori la storia che in caso di botta in testa mi ridurrei un vegetale umano e sarei un costo per la societa', vi dico solo che sono pluri-assicurato. pago io. adesso posso pedalare in pace?
_Un solo"balìn"
Percepiscono dentro un malessere ma non ne vogliono capire i motivi
si aggrappano ai vecchi sogni perché svegliarsi
sarebbe come uscirne sconfitti .
Affrontano la vita come una battaglia
come l’ultima battaglia
e come il tenente Drogo di Buzzati
fissano ottusi l’orizzonte in attesa dell’orda
mentre mille scarafaggi salgono sui loro stivali lucidi di polvere.
Amici mancati .....
Plin plin
Cipollin
ogni mio sogno costava un balin
Di balin non ne ho più
A sognar pensaci tu
martedì 22 luglio 2008
lunedì 21 luglio 2008
_L'ippogrifo di carta
Da solo
nel solito pomeriggio afoso di Verona
risalgo la strada verso le colline cento curve senza gloria
un nastro d’asfalto che si sfilaccia nel nulla ,
completamente deserto.
Lascio andare la moto ché impari a portarmi
ricerco il suono
le vibrazioni
che mi dicevo aver tanto amato
Il treno va bene
corre perfetto su rotaie che non vedo
suona armonie metalliche
totalmente diverse dai broncospasmi
cui ero abituato
pendolando stupidamente
tra una curva ed un tornante
non mi chiedo perché ho scelto quella moto,
non mi chiedo cosa ci trovino gli altri
la mente si stacca e come sempre
inizia a volare più alta di me.
Arrivo in cima alla collina
mi fermo :lo stesso albero di qualche anno fa
se l’ombra era quella non riesco a capirlo
ma mi copre di uguale ,fresco silenzio
tornato dove ero partito
io, la moto, il calore di un pomeriggio d’estate
un brufolo sul culo del mondo
ora potevo scendere
Non c’è magia nel mondo
senza fantasia, ma un buon cavallo
val più del disegno di un Ippogrifo
venerdì 18 luglio 2008
_Una moto borghese
Mercoledì ho ritirato il treno , e non ho ancora capito bene ciò che provo.
Non è uno shovel , questo è sicuro , ha tanta di quella ciccia addosso , e roba che non serve a un cazzo che con il suo peso di “ghise” ne farei due.
E’ grosso , largo , ha un serbatoio che per riempirlo mi ci vuole un quarto d’ora alla pompa, ha le sospensioni , dicono che il softail è duro e rigido e poco adatto a lunghe percorrenze, al mio culo appare come una poltrona frau, ieri mi stavo addormentando per strada. E poi ha l’antifurto , un antifurto rompicoglioni, che si innesta dopo 30 sec che ho spento la moto ,praticamente è un deterrente a smontarla. Un antifurto con sirena che suona come un maiale che stanno castrando , un antifurto ,lo shovel ce l’aveva incorporato , se eri cazzo di avviarlo a kick ti eri meritato di rubarlo.
In sella le gambe sono larghe come a cavallo , il cover del claxon a sinistra e il filtro dall’altra spingono in fuori le ginocchia , ed io che ero abituato a un profilo sottile come una lama.
Ed il manubrio poi , le mani più basse delle spalle, non le avevo da tanto tempo, teso in avanti mi sembra quasi di andare su una Ducati.
Ok , poco feeling, poco amore, i primi chilometri non mi sono piaciuti inutile negarlo.
Allora ieri sera ,complice una serie di telefonate che mi avevano rotto il cazzo , a mezzanotte sono sceso in garage, seduto appollaiato sul vecchio sgabello sono rimasto a lungo , mi ero portato un paio di Miller a farmi compagnia, con questo caldo il Jack mi fa venire le emorroidi.
L’ho guardata a lungo , è inutile negarlo , lui è il Treno , l’altra era El Puro Amor, non hanno nulla in comune e mai lo avranno e va bene così.
Il fatto stesso che lo chiami Treno me la dice lunga, è una moto stock e così resterà , si chiama come l’ha chiamata mamma Harley, o meglio nonno Carlo : night train , siccome sono pigro per me solo Treno . Per lui nessun nome altisonante, perché non vuole essere altro che quello che è : una moto , due ruote che mi portano in giro borbottando .
Seduto su quello sgabello arrivato alla seconda bottiglia, giuro a me stesso che resterà stock per sempre ,non posso cambiarlo non ne sento il bisogno , persino la modifica delle manopole o del sellino mi sembrerebbe una cazzata, un rendere volgare qualcosa che ha un suo stile, lui è un treno , sono fatti così , se non volevi un treno compravi un’altra moto .
E penso , niente più serate in garage, niente più paghette settimanali messe da parte per comprare un fanale nuovo , niente più gruppi di discussione sullo stile di una manopola piuttosto che di una pedana.
Borghesia motociclistica, il prossimo passo sarà una BMW.
Questi pensieri obnubilavano la mia mente e mi facevano andare giù la serotonina, la Miller era finita,la luce era sempre bassa in quel cazzo di garage, mi sono alzato e avviato alla porta, poi ci ho ripensato , guardo il treno :-cazzo i catarifrangenti no eh!- e allora via di lametta e diluente, via i cata posteriori e quelli sugli steli, e poi via a pulire il parafango posteriore per metterci una sella mono ,e poi due specchietti ? ecchecifaccio? Quello di sinistra è più che sufficiente, per ora resta lui grande come una specchiera del 700 , poi arriverà quello da dentista , e il minimo ? ma dai così alto sembra un mercedes giù di cacciavite a renderlo asmatico tanto quanto un vecchio con l'enfisema.
E poi….ok un sellino più sottile ,un drag più largo i tappetti delle valvole, e lo starter a palla di bigliardo come avevo sulla Assassinata ,ecco sono già partito con la fantasia, ho lavoro per le prossime 1000 nottate,
Il tempo passa alle due ho chiuso il garage e sono risalito a casa; il Treno non sarà mai El Puro Amor, ma mi farà compagnia, non chiederà amici per poter vivere , non avrà bisogno di gruppi per poter camminare, non deve far vedere nulla lui, è un treno , una moto stock o quasi , una moto banale , un giocattolo che inizia e finisce dentro un garage, una moto per portarmi , una moto per me.
A casa sul letto ho fissato il soffitto nel buio ho pensato che il treno è partito dalla stazione, sui vagoni vuoti ci sono solo io ,è una bella sensazione, niente viaggi di gruppo, niente gite dove ti vendono pentole , il rumore delle ruote sulle rotaie mi cullerà, fino alla prossima stazione ,dove potrò incontrare qualche amico.
Pochi per fortuna o forse nessuno ,che altrimenti il treno si affollerebbe troppo e con l’età sono diventato più intollerante..
martedì 15 luglio 2008
_Ancora
lunedì 14 luglio 2008
_Solo un accenno prima di mercoledì
stanotte sognando
ho visto il bambino Gesù:
felice quel bimbo che vive
protetto da un angelo pio,
o mamma
quel bimbo son io
quell’angelo mamma sei tu
Mario 1966
parole sbiadite su un foglio ingiallito
che ieri al paese
ho trovato in una vecchia scatola da scarpe
conservata da mia madre come una reliquia
dentro
disegni
fogli scritti con calligrafia incerta
da bambino ,
foto di altri tempi
un ragazzino con ancora tanti capelli
ma tutti sistemati bene con la fila di lato
un grembiulino nero che allora si portava così
e un colletto rigido di plastica
lo ricordo ancora
duro rigido come un tubo ,
ché forse è per quello che ho imparato a tenere alta la testa.
Davanti a mia madre e mio padre
Non sono riuscito a leggere ad alta voce quella poesia,
le lacrime mi sono salite feroci agli occhi
e la gola si è chiusa a groppo
sono passati troppi anni
e troppi errori hanno sporcato il mio quaderno di viaggio,
ho pianto per quel bambino
per l’innocenza che aveva
per quello sguardo puro che si vede nelle foto ,
ho pianto per il volto rugoso di mia madre
per le mani deformate dall’artrite
che sembrano ormai zampe di una gallina
ho pianto per il corpo ormai debole di mio padre
per le sue gambe ormai fragili
come steli di un fiore,
ho pianto per la consapevolezza
di quanto poco tempo mi sia rimasto
da dedicare a loro.
Quest’anno in ferie non sono andato in spiaggia come sempre
il mare ho voluto salutarlo a modo mio dalla punta del porto di Formia,
tutti i santi giorni della mia permanenza
portando con me
mio padre e mia madre
credo siano stati sorpresi , non mi avevano mai visto
per tanto tempo, da tanto tempo.
sono stati giorni importanti per me
di nuovo il colletto rigido
di nuovo bambino
di nuovo
con i miei genitori
Il tempo è passato,
ma si è un poco scusato .
_Cambiamenti
di questi tempi la cosa non ha certo fatto notizia. siamo abituati alle acquisizioni da decine o centinaia di miliardi, figurarsi se la stampa finanziaria si scomoda per una cavolata del genere.
e allora vorrei parlarne qui.
perche' le due aziende interessate sono molto importanti per chi va in moto. la prima, manco a dirlo, e' mamma harley. la seconda e la mv agusta. l'hd si e' cosi' aggiudicata uno dei marchi piu' prestigiosi del motociclismo. da tempo in difficolta', anche se con la f4 ha ottenuto un riscatto non indifferente, la mv dovrebbe subire un rilancio simile a quello della buell, beneficiando del conto in banca di mamma harley e della loro esperienza di quello che i libri definiscono "turnaround management". non mi chiedete che cosa sia, ma come tutte le espressioni inglesi fa molto figo. anzi cool.
beh insomma, una volta tanto tutto bene. dubito che la mv possa usare gli stessi canali di vendita della hd. sarebbe buffo se oltre a hd e buell adesso ai concessionari venisse chiesto di proporre anche le agusta e le cagiva.... ma non si puo' mai dire... la stessa cosa sembrava impossibile ai puristi quando si parlava di buell, quindi....
e dubito anche che questo possa portare a delle contaminazioni di stile. forse qualche passaggio di tecnologie, ma molto limitato. le agusta mi sembrano troppo corsaiole per poter suggerire spunti da usare sulle elefantiache harley. non ce la vedo proprio la prossima night-train a montare la frizione antisaltellamento e i freni a 6 pistoni su dischi da 210mm. e non penso nemmeno che la f4 possa abbandonare il mono-ammortizzatore derivato dalle monoposto di formula1 a vantaggio di un telaio softail.... insomma, non vedo grossi rischi di snaturare i due prestigiosi marchi.
spero invece che questa iniezione di fiducia (e di soldi) possano servire a rilanciare un marchio grazie al quale l'italia (per merito di un certo signor giacomo agostini) ha vinto una valanga di titoli mondiali in tutte le categorie in cui valesse la pena gareggiare.
di questi tempi le buone notizie bisogna cercarsele col lanternino.
sperem.
filippo
venerdì 11 luglio 2008
_Siamo salvi
ma siamo salvi.
tacciano una buona volta gli uccellacci del malaugurio che continuano a parlare di disfatta totale, di problemi crescenti e di crisi del sistema. silenzio. ormai siamo salvi.
una nuova era ci attende, fatta di luce e progresso e benessere e aria e fiumi limpidi, cibi sani, leader probi e giusti.
ormai siamo salvi: e' arrivato l'i-phone.
e come per magia, ogni negativita' ed ogni problema e' stato spazzato via dalle prime pagine dei giornali.
e' arrivato l'i-phone.
gia' il nome e' inquietante. i-phone. "io-telefono", in inglese. l'equazione non lascia dubbi: io sono il telefono, la mia intera esistenza la devo al fatto di possedere questo fantastico e meraviglioso strumento di progresso, questo mirabolante oggetto del desiderio.
ed ecco quindi che si giustifica appieno l'esperienza di Ciro (cfr. Il Corriere della Sera di oggi) 22 anni, un lavoro da impiegato in un call center, che alle sei del pomeriggio si e' messo in fila per essere il primo in Italia ad acquistare un i-phone allo scoccare della mezzanotte. bravo Ciro! un eroe del nostro tempo, che per 12 ore ha sfidato caldo, sonno, fame e sete per raggiungere l'agognata meta. Credo sarebbe opportuna una targa commemorativa sul luogo: "In questo periglioso Megastore, addì dieci luglio duemilaotto, il valente Ciro, opponendo viva resistenza agli attacchi di altri consumatori agguerriti, conquisto' il primo i-phone sul suolo del nostro glorioso Paese".
le sue parole dovrebbero essere inserite nella antologie di scuola: "Scelgo i-phone perche' e' Apple, ed Apple e' un stile di vita". Amen.
Purtroppo la prima posizione a livello mondiale e' stata conquistata da un neo-zelandese che dopo 24 ore di coda si e' aggiudicato l'agnognato oggetto per primo in quanto favorito dal fuso orario. Pazienza, non ti abbattere Ciro: ci sara' una nuova release certamente.
Scrivo queste righe soprattutto a beneficio di Shovel, che giorni fa si era detto preoccupato per la situazione del nostro Paese. Ecco, vedi? tutto passato. E' tutto a posto. Non era che una crisi passeggera, una sciocchezzuola, un nonnulla. Ora e' tutto a posto. Magicamente le rate del mutuo torneranno ad essere sopportabili, la benzina costera' addirittura troppo poco e forse ci lamenteremo del fatto che l'aria di Milano e' troppo respirabile. Va tutto bene, c'e' l'i-phone.
Santo cielo, come siamo conciati.... mi sembra di essere precipitato dentro "1984" di Orwell o "Farenheit 451" di Bradbury. Ma possibile che nessuno se ne renda conto, a parte i quattro gatti che scrivono (e leggono) su queste pagine? Perche' da nessuna parte sento dire quanto sia ridicolo che i giornali si occupino di Ciro, e dimentichino di parlare dellle cose veramente importanti?
Secondo me c'e' una sola spiegazione: ci siamo COMPLETAMENTE rincoglioniti.
mercoledì 9 luglio 2008
_La vedo nera.......
Io non so voi “ma la vedo nera “( come disse la negra allo specchio ) !
Ogni tanto , lo so non dovrei , mi ritrovo a leggere un quotidiano e quello che leggo è sempre peggio.
Non nascondo un leggero velo di ansia , nel leggere di economia zero , di prezzi aumenti del 300 % , di nuovi poveri , di fame , di gente che ruba per mangiare.
Non sono mai stato troppo allarmista , ma ultimamente , un po’ sono preoccupato.
Forse sarà che , con la vecchiaia , i problemi , fino ora risolvibili , diventano macigni da evitare a tutti i costi.
Forse sarà che inizi a sentire di essere più debole , più indifeso , più vulnerabile e che le tue energie di reazione sono più vaghe.
Mi spavento per poco . Sono preoccupato della situazione sociale in cui vivo .
Della svalutazione in picchiata che hanno avuto valori come , l’etica , la serietà , il rigore , la moralità.
Tutto è indirizzato verso l’accumulo .
Tutte le energie sono convogliate nei progetti che confermino l’assioma “mors tua vita mea “.
La società e la quotidianità sono diventate un colosseo dove la sopravvivenza è una lotta all’ultimo sangue.
Si potrebbero interpretare questo momento e queste situazioni , come una legge della giungla dove , per rafforzare la razza , sopravvivono solo i più forti .
Ma , siccome la lotta non è una questione di forza o coraggio , ma solamente una guerra di scaltrezza , di sotterfugio , di crudeltà verso i deboli e gli indifesi , sopravvive solo chi detiene le peggio qualità , perdendo quella prerogativa di miglioramento che giustificherebbe il tutto.
Come contr’altare , abbiamo invece , un mondo soft e gaio . Un paese dei balocchi dove siamo tutti Lucignoli .
Dove comunque ogni week end devi fare kilometri di coda per andare al mare e quando arrivi , nonostante i prezzi non c’è mai un cavolo di posto.
Locali pieni e strapieni . Locali dove ogni sabato sera , la maggior parte dei nottambuli spende centinaia di euro .
Non capisci le code all’inizio dei saldi , per comprare a tutti costi qualcosa che abbia una firma . Qualcosa che faccia capire alla massa “ guarda io appartengo a questa casta “.
Fare la coda per comprare a tutti i costi qualcosa che , comunque costa il doppio del suo valore.
Ma l’illusione degli sconti acceca tutti e pur di aver timbri addosso che connotino , illusoriamente , il tuo status , ecco che le code si formano all’alba.
A allora i conti non tornano . Siamo in recessione , crescita zero , impoveriti . Io stesso che non mi ritengo uno che guadagna poco , faccio difficoltà a fare due spese lo stesso mese.
E non capisco.
Non so quale sia la vera verità.
Se la situazione è nera o sono io che non ho aperto gli occhi……!!!!!!!!!!!!!!!!!!
lunedì 7 luglio 2008
_Maciachini ink
penso che un tatuaggio sia una cosa privata. la scelta del soggetto, il modo in cui realizzarlo, la posizione, la dimensione... sono tutte scelte dettate da un impulso molto intimo.
io da un po' di tempo, beh in realta' da parecchio tempo, sentivo il richiamo di questo drago. non di un drago qualsiasi, ma proprio di questo. con la sua faccia incazzata e i capelli al vento, con le scaglie nere e pesanti, col suo corpo massiccio e gli artigli minacciosi.
ne ho visti tanti, ma sognavo lui.
ce l'avevo in testa da non so quanto, ma non riuscivo a trasformalo in qualcosa di concreto.
ci ha pensato lidia, per fortuna.
mi piace andare da lidia per gli stessi motivi per cui mi piace portare la moto da daniele: poche palle, niente cazzate e zero fronzoli.
tutte quelle menate tipo "il tatuaggio e' un'opera d'arte" te le scordi appena metti piede nello studio di lidia, che e' ricavato sul soppalco di un negozio d'abbigliamento, col risultato che mentre sei li a farti tatuare tutti quelli che entrano ti guardano e molti si sentono in diritto/dovere di esprimere un parere o dare un'occhiata da vicino. e questo mi piace.
c'e' un che di "vero". in fondo il tatuaggio e' (anche) un rito iniziatico. anticamente lo si faceva per entrare a far parte di una comunita'. da lidia ho sempre la sensazione che questa comunita' sia molto viva.
prima di andare in piazzale maciachini ho sentito un altro paio di posti piu' infighettati, sempre a milano, ma le prospettive non erano rosee.
"prima vieni e scegliamo il soggetto"
"ok"
"poi dopo due settimane torni e lo proviamo per decidere la posizione"
"no, ma guarda che io la posizione l'avrei gia' scelt...."
"poi facciamo un disegno su carta"
"si, pero' ascolt..."
"poi lo passiamo sul braccio, per vedere come sta"
"...."
"poi lo rimettiamo su carta perche' fa figo e perche' lo dico io che ho vinto tanti premi... e vedrai.... in meno di 6 mesi possiamo iniziare a tatuare qualcosa"
"certo..."
"contento?"
"urca!! scusa se non salto di gioia ma ho mangiato pesante..."
"allora ci vediamo sabato per la scelta del soggetto!"
"si,si, tu aspettami..."
ho fatto un bel dietro-front e sono tornato da lidia, dove ero gia' stato in passato. sono entrato e in dieci minuti abbiamo scelto la testa del drago.
"dai, togliti la camicia che cominciamo va'!!"
e zac. sono tornato a casa con una testa di drago sulla spalla.
ci abbiamo messo un casino di tempo. ho fatto il conto: 13 ore di lavoro secche. l'ultima seduta e' durata 7 ore filate, senza manco la pausa pranzo. a fine giornata eravamo tutti stravolti e penso che per altri 4 o 5 anni non dovro' farmi vedere, senno' rischio il linciaggio.
pero' mi piace il mio braccio sinistro. e ho gia' iniziato a pensare al prossimo soggetto.... povera lidia....
venerdì 4 luglio 2008
_Stand by
dove vado non credo che ci sia modo
di collegarmi in rete
e poi ho bisogno di staccare un poco
mi piacerebbe tornando
trovare questo posto pieno di treads da leggere
trovare che qualcuno ci abbia abitato nel frattempo
tolto la polvere
suonato i miei dischi.
insomma vivete Malavidas
come cazzo volete
ma mi raccomando
lasciate il frigo
pieno
giovedì 3 luglio 2008
_Qualità e non quantità
E ognuno potrà pensare di essere soggetto
O complemento ,così come più gli aggraderà
Corriamo in moto abbracciando tutto e tutti
Abbiamo amici e altri ne cerchiamo
Ogni giorno in una caccia quasi ossessiva
Stringiamo mani
E alziamo bicchieri
Salutando gente che domani non vedremo più
Io ho fatto una scelta diversa
Mi ero detto che avrei voluto amici
Tanti quanti le dita di una mano
Pian piano qualcuno l’ho trovato
Non è stato facile
Non è facile
Esauriti i posti non cercherò altre amicizie
Io credo che non ne valga la pena
Bussare a mille porte
Girare come un pazzo
Cercando qualcosa che non troverò mai
Io sto bene così
la sala del mio cuore è piena,
forse c’è ancora qualche posto in piedi
ma il film sta iniziando
per me e quattro o cinque amici
chissà se anche io
sono amico per loro
è inutile cercare l’eccezionalità
preferisco godermi il calore
di una vita normale
mercoledì 2 luglio 2008
_Di nuovo moto
non sono d’accordo ,
la 1000 era una moto sottile come una lama semplice ed essenziale
la nuova 1200 è molto più plasticosa
il fascino delle HD credo che sia nella loro storia
Non è creando delle repliche di moto storiche ma con la tecnologia moderna che si potrà mantenere alta l’aquila harley, certo i numeri delle vendite dicono che forse hanno ragione, ma a me sembra che invece questo sistema stia trasformando queste moto in puri oggetti di moda.
si compra l’harley per essere libero per correre lungo nastri d’asfalto per avere amici ed essere figo,
ne ho un poco di tristezza
guido harley da tempo ho avuto evolution shovel panhead ,
_Ricordi di plastica
sei lì steso sul letto nell’ora che precede l’inizio del giorno
il sonno ormai andato scolorisce di sogni fumosi
e tu lo rihai all’improvviso ,presente,
un attimo ,un volto
o solo un semplice oggetto .
stamane spiaggiato nella prima calura
ricordavo un vecchio mangiadischi,
era vecchio quando io avevo dieci anni
arancione in plastica rigida tipo bachelite con un’ampia bocca ridente
due soli comandi: un tasto per sputar fuori i 45 giri
e una rotella per il volume,
l’avevo ricevuto in eredità dalle mie sorelle più grandi
insieme ad una pila di dischi tutti messi in una specie di borsetta
tutta a tasche trasparenti e con la copertina a fiori ,
me lo portavo la sera sul lungomare
pochi amici , una bottiglia di chinotto neri ,smerigliata a fiaschetto ,
e la musica di Paul Anka per limonare
oddio limonare era una parola grossa
più che altro erano manovre di avvicinamento
caute e furtive ,
sfioravi col braccio il fianco di una ragazza,
rigidamente coperto da una sana canotta,
e sentivi la pelle aggrinciarsi ,i peli venir dritti
come avesse soffiato la bora
disteso nel letto
mi sembra di risentire quelle note
risento sotto le dita la liscia superficie di quel mangiadischi
la morbida consistenza di quei fianchi di giovane donna
e il sapore agrodolce della nostalgia
mi sale dallo stomaco
erano tempi sereni
era tutto pulito
non conoscevamo il mondo
abbiamo corso tanto da allora
creato , costruito , distrutto e rifatto
abbiamo scalato montagne che non sapevamo nemmeno esistessero
arrivato alla cima ora sono sicuro
che quello che conta non è il traguardo
ma il tempo che occorre a raggiungerlo
a viverlo
il mio i-pod conterrà duemila canzoni
ma quel mangiadischi un milione di emozioni
martedì 1 luglio 2008
_Primo giorno di "scuola"
nell’azienda dove io seguo il personale,
mi ha fatto uno strano effetto ,
anche se non l’ho spinto verso questa decisione
me ne sento un poco responsabile,
mentre si recava al corso di formazione iniziale
mi sono ricordato di quando l’ho accompagnato
al suo primo giorno di scuola,
sono passati tanti anni ,
è cambiato lui,
sono cambiato io,
ma le emozioni restano le stesse:
orgoglio per quanto sta facendo
paura per le prove che dovrà affrontare
desiderio di proteggerlo
non si smette mai di essere padre
anche quando si deve fingere di non esserlo