Non è un forum, non è un portale o un sito è l' embrione di un progetto editoriale, un posto dove parlare delle nostre idee, dove organizzarsi per ralizzarle, e dove condividere con altri le emozioni che queste idee ci regalano.Se tutti i forum si fregiano del titolo di Bar Virtuali, questa realtà vuole essere un brutto garage in fondo al giardino, dove c'è un ferro vecchio, quattro amici e un frigo per le birre.E si parla di moto, di viaggi, di vita.E dove finisce un argomento e ne inizia un altro non è dato saperlo, chè la notte è lunga e quando la birra sarà finita arriverà il Jack-time.




giovedì 28 febbraio 2008

_La serata


bella serata
buona la bistecca
carino il locale
belle le idee tessute intorno al tavolo
l’emozione di iniziare un percorso
il senso straordinario di pensare
“ecco io ci sono ,qui in questo momento ora che si sta creando qualcosa”

non si ha spesso una occasione simile
grazie a tutti i malhombres
per avercela offerta

vedervi arrivare spuntando dalla foschia
nel parcheggio dei liberi scambisti
mi ha emozionato

comunque vada sarà un successo

martedì 26 febbraio 2008

_Petali nel vento


L’amore
L’egoismo

Io e te
Noi e l’altro

mi vuoi,
Ma non desideri il mio desiderio

ti innamori di me
E lotti per cambiarmi

Ti amo
Mi ami

perso l’ultimo petalo
non vorrai più
Il fiore che sarò

Il vento disperde le mie emozioni

Sono solo

_Sono calmo



sono calmo.
sono calmo e tranquillo mentre me ne torno in ufficio in moto dopo un incontro fuori sede.
sono tranquillo e calmo perche' c'e' il sole e anche se siamo a febbraio non fa freddo. mi godo la gitarella.
e sono calmo.
e resto calmo anche mentre, passando sulla corsia riservata a taxi, autobus e motociclette, una macchina mi sorpassa. una macchina che li proprio non ci dovrebbe essere. una vectra rosso vinaccia. vecchio modello. station wagon. con al volante una mentecatta che non sa guidare e decide di rientrare dal sorpasso 50cm prima del dovuto. e quasi mi butta per terra.
ma io sono calmo.
e tranquillo.
sto bene.
e allora la affianco.
e da persona tranquilla e calma con un eloquente gesto della mano le domando "ma, mia cara signora, cosa caspiterina mi combina? orsu' si renda conto dell'imperizia dimostrata! suvvia, ammetta le sue colpe".
e la mia calma e' evidente anche mentre lei da dietro il vetro alzato grida a squarciagola (certamente per sovrastare il rumore del traffico) il nome di un luogo che io a suo dire dovrei visitare con la massima urgenza, possibilmente restandoci per un tempo indefinito.
sono calmo e riparto, perche' il semaforo e' diventato verde, e vedo che la macchina svolta con me. e la signora, evidentemente felice per avermi elargito un sì prezioso consiglio, se la ride beata, imitando con la posizione delle braccia il mio stare appeso all'ape-hanger.
ed allora, nella mia serafica tranquillita', il pensiero corre al pattada che casualmente ho in tasca. alla sua lama liscia e fredda, che taglia con la stessa facilita' una mela, un pezzo di cartone e, perche' no, la lamiera dello sportello di una macchina. diciamo, che so... una vectra.
e mentre mi volto a fissare la signora in macchina cerco di decidere come posso fare a renderla partecipe di questi miei calmi pensieri. perche' e' giusto che anche lei possa apprezzare i mille usi e l'indicibile praticita' di un coltello come il pattada. figlio della tradizione italiana e frutto di mani sapienti di artigiano. robusto. appuntito. indomabile. come la terra da cui proviene. e come i suoi abitanti.
e mentre attendo, scatta un altro semaforo e stavolta le nostre strade si dividono. io e la signora della vectra ci separiamo.
forse per sempre.
forse solo per qualche giorno.
perche' nella mia calma e tranquillita' io la macchina me la sono scolpita in mente. e anche la faccia della signora.
e sono sicuro che prima o poi la ripiglio.
e nel frattempo.... resto calmo.
calmo e tranquillo.
col pattada in tasca.
filippo

lunedì 25 febbraio 2008

_El dia ciego


Ognuno sente ciò che vuole sentire
Ognuno intende ciò che gli fa più comodo.

Avevo scritto troppo carico
E avevo parlato della mia spalla , e solo quello è stato inteso
Ma l’intento era differente.
El dia de carne
Della scorsa settimana , non c’è stato
O meglio c’è stato con solo me per attore e spettatore.

Volutamente non ho chiamato nessuno
Volutamente ho atteso che altri si facessero avanti
Non era importante il partecipare
Lo sarebbe stato il parlarne.

Avevo la risposta fin da prima della prova
Ma ho voluto lo stesso farla.

Si va avanti , la sceneggiatura non cambia ,
mercoledì mi vedrò con chi vuole condividere
qualche chilometro o qualche migliaia di passi

dove non lo so ancora
in puro stile malhombres
decideremo all’ultimo minuto
se qualcuno ha proposte le faccia pure.

alla brutta
mercoledì io sarò alla Roadhouse
vicino Verona sud
alle 20,30.

venerdì 22 febbraio 2008

_Non può piovere per sempre


Quando pensi che , finalmente , sei riuscito a realizzare il tuo sogno , puff , ecco che la sfiga continua a sottolineare che è lei che comanda . Che è lei la più forte . Che cerchi di combatterla e puoi anche vincere una battaglia ma non la guerra.

Ho perseguito un sogno con ostinazione , credendoci , credendo nelle persone , mettendo sul piatto tutta la mia disponibilità e pazienza , coltivando questo sogno .
Idealizzando , stupidamente concentrato nella mia romantica illusione della vita .
Ma non è servito a niente.

Sono a piedi .

Il mio Pan non ne vuole sapere di andare .
Eppure il motore è nuovo .
Eppure il cambio è nuovo .
Eppure quando gira al minimo ti riempie il cuore di felicità con il suo sordo borbottare.

Ma se si tratta di andare .
Di aprire gas .
Di fare più che dieci metri , ecco che il gremlin dei motori ci mette lo zampino.

Il motore zoppica , farfuglia , tossisce.
Le candele si bruciano ,
la batteria si scarica ,
la moto non va.
Eppure è semplice , pensavo .
Niente elettronica . Solo alimentazione e corrente.
Ma le cose semplici nascondono grandi complessità.

Non ne vengo a capo .
Non ne viene a capo nemmeno chi fa questo mestiere.
E ora dobbiamo rifare tutto.
Impianto elettrico . Controllo carburatore e carburazione . Anticipo . Fase . Puntine .
Ripartire da zero.

Sono a piedi e sul mio pan ho poggiato un cartello “FOR SALE”.

Perchè i sogni hanno bisogno di essere alimentati.
Perché i sogni non dovrebbero essere mai delusi
Perché i desideri non dovrebbero essere sfruttati.

Imparerò dai mie errori .
Ne farò altri mille , ma non i soliti.
Ricomincerò da capo .

Non può piovere per sempre.

giovedì 21 febbraio 2008

_Troppo carico


Non bisognerebbe mai caricare troppo
mai mettere troppi chili sul bilanciere
mai aspettarti troppo dal mondo
mai cercare conferme da una pianta appena nata

eppure ogni tanto
mi piace rischiare
peccato
ho caricato troppo
la spalla guarirà presto
il cuore meno

i sogni sono el buen ritiro dell’anima
ma a sognare troppo si diventa ciechi

lunedì 18 febbraio 2008

_Una prece




non si è mai abbastanza grandi per essere orfani

la morte di un genitore

ma sopratutto la morte di un padre

non è mai una cosa scontata.


E quando arriva ,

perchè da adulti sappiamo bene che quel momento arriva

restiamo come nudi

indifesi

come bambini persi nel buio di una stanza,


una pubblicità che amo ricordare di unnoto marchio di birra italiano

parlando degli anziani recitava:

"...la mia enciclopedia preferita..."


ecco i genitori , il papà è spesso proprio questo

una fonte di esperienza

un oasi in cui torniamo ad essere bambini

e ci sentiamo protetti da quest'uomo

anche se magari pesa la metà di noi

ed è fragile come

una porcellana.


Oggi è morto il papà di un mio amico

un amico particolare

uno cui ho stretto la mano poche volte

ma che rispetto profondamente anche per la sua "capapazza"

e per la sua passionalità


mi sento particolarmente vicino a lui oggi

perchè da oggi sarà più solo

e questo è un dolore cui nessuno può essere

preparato


Caro Sandro

un grosso abbraccio

le parole non servono ad un cazzo

ma non avevo altro da regalarti per il tuo papà

_Mala tempora currunt

Leggo oggi in rete di una fantastica ed imperdibile occasione: per la prima volta si può organizzare un viaggio in moto della mitica Isla Grande! Cuba in moto! Evvai, si stappino le bottiglie e si riempiano i calici. E’ tempo di brindare!!
Perché il tour operator, in evidente trip “HOGghiano” propone un programma per palati fini, completo di scorta della polizia, garage custodito in ogni hotel, cocktail di benvenuto e (ciliegina sulla torta) intrattenimenti folkloristici con danze locali!!!
Come rifiutare? Tanto più che l’organizzatore si è fregiato dell’immagine di Ernesto “Che” Guevara, che per l’occasione sul basco d’ordinanza porta la scritta “HD”.

Io dovrei tacere perché come mi fece notare un tale, giro con una moto a iniezione con una forcella del 1940, un apehanger medio e le ruote bicolore, quindi sono più finto del finto e di sicuro non sono un biker.

Però persino io storco il naso di fronte alle danze folk e al cocktail di benvenuto.

Ma che fine hanno fatto quelli che caricavano la tenda sulla moto e partivano con una maglietta e un paio di calzini di ricambio?

Siamo davvero caduti così in basso? Tra un po’ l’Harley te la daranno assieme al Diploma di Laurea dell’Università Commerciale Luigi Bocconi?

Mah….
Filippo

domenica 17 febbraio 2008

_Parole



le peggiori faide
nascono da parole
che dolci bocche rivolgono
ad orecchi
pronti a dar loro
significati diversi
rispetto coloro
che le hanno pronunciate

giovedì 14 febbraio 2008

_400km per un panino



Uno dei passaggi che mi ha colpito di più di Martin Eden di Jack London è quello in cui il protagonista, per non abbrutirsi in una routine di lavoro-cibo-sonno monta in sella alla bici e si sobbarca 100km al giorno pur di avere contatti con la società civile.

Ieri pomeriggio, mentre allacciavo la giacca, mi sentivo un po’ Martin Eden. Nella vita non si può pensare solo al lavoro. E allora ho “rubato” mezzora all’ufficio per fare qualcosa di diverso. Sono partito da Milano alle 17.30 e dopo 200km in mezzo al freddo, ai camion che si allenavano per il torneo nazionale di cambio di corsia senza freccia e con sterzata brusca, e alle macchine che mi facevano i fari pure mentre ero in coda per fare benzina, sono arrivato a Vicenza Ovest.

400km per un panino e due birre. Con tre persone che parlavano e mi guardavano chiedendosi come mai non dicessi nulla. Cazzo, ci ho messo 45minuti solo per far scongelare la mascella! Hehe!
400km per parlare di tutto e di niente. Di quello che ci piace e che non ci piace. Delle moto. Di vita vissuta e esperienze passate.

Sarà stato l’effetto delle birre o della compagnia, ma al ritorno non ho sentito freddo.
400km per una serata così li rifarei volentieri anche stasera.

La prossima volta ci si fa un lampredotto a Firenze? Conosco un baracchino…

Filippo

p.s.: ho letto solo ora il post qui sotto. oh! giuro che il mio panino l'ho pagato!!!

mercoledì 13 febbraio 2008

_La prova d'amore


la prova d’amore
così si può chiamare il parlare di soldi tra amici
solo se un gruppo sopravvive ad un discorso del genere
è un gruppo vero

e’ strano si può parlare d’amicizia
di donne, di moto ,di onore e grandi fratellanze
ma raramente si riesce a parlare di soldi

ci sentiamo sporchi , immediatamente ci trinceriamo dietro ammiccamenti
silenzi imbarazzati ,mezze parole,
è come parlar di cacca e di pipì,scarti fisiologici necessari per la vita
ma da nascondere con attenzione..

parliamo di sentimenti , di grandi valori forse perché su questi si può barare
possiamo giurare di amare una donna mentre scopiamo un’altra
possiamo urlare la nostra amicizia virile
mentre dimentichiamo il vecchio amico,
tanto i sentimenti non si possono misurare
e così su questi possiamo mentire anche a noi stessi.

mentre sui soldi no ,i soldi sono entità “solide” reali
e su quelli non possiamo filosofeggiare

se un gruppo di “amici” non supera questa prova d’amore
allora tutto quello che pensava ,che diceva
sarà solo fuffa

martedì 12 febbraio 2008

_Don Quichotte


viaggiare leggeri
senza bagaglio
lasciare a terra i desideri e le buone intenzioni
tanto convinti del proprio io
da non aver bisogno di farselo ripetere da altri

una Dulcinea da amare
un Ronzinante in ghisa da cavalcare
e pochi amici con cui lanciarsi
contro il mulino a vento
di un pazzo progetto

è un gran bel modo per invecchiare

lunedì 11 febbraio 2008

_Step by step


mantenere gli impegni costa
la lista della spesa è sempre troppo lunga
è molto più facile fermarsi
e lasciare che il mondo ci sorpassi

ma un uomo deve sempre pagare i propri debiti
o almeno provarci seriamente
spunto con sanguigna
le cose che sto terminando
strappandole all’oblio
una per una come un rosario
di cui non conosco la fine

sono cose stupide ,forse banali
sicuramente umane
non atti eroici
non grandi migrazioni
nulla che sarà ricordato se non da me

oggi un segno rosso
riprendo ad allenarmi
mercoledì ne metterò un altro
mi dedico agli amici
poi giovedì ancora uno
riparo la moto
e segnerò poi il sabato
vivendo i miei figli con più attenzione
e forse dopo
amerò la mia donna
con più passione
e poi
e poi

step by step

una fila di piccoli segni
che come briciole per Pollicino
mi aiuteranno ad uscire
dalla mia
follia

giovedì 7 febbraio 2008

_Tranquilli è stato solo il primo


una serata piacevole
quattro persone con le mani sporche di sentimenti
ché a costruire amicizie
ci vuole fatica
e tanto cuore.

il primo incontro
altri ne verranno
ci sarà qualche amico nuovo
qualcuno ce lo perderemo per strada

el dias de carne
un mercoledì da leoni
un porto tranquillo
nel mare agitato
delle nostre vite

è stato bello
lo sarà ancora di più
chi non c'è stato ci sarà

mercoledì 6 febbraio 2008

_Stasera


è arrivato
alle otto ci si vede lì
ci si vede con chiunque ci sarà
e anche con chi non lo farà
perchè sarà comunque seduto vicino a me
primo appuntamento o ultimo
inizio o fine di un percorso , di un progetto ,
ecchissenefrega
el dias de carne
è il giorno della festa ,
e la festa non ha bisogno di tante chiacchiere
solo amici
veri
per uscire dal limbo del web
per lavarsi di dosso il non colore
di sogni troppo spesso
restati tali
a stasera

martedì 5 febbraio 2008

_Non ci casco



Siamo nel 2007 e il vecchio jet ormai e’ da mandare in pensione. Gli interni sono devastati e non vale la pena sistemarli, quindi: casco nuovo.
Ed ecco che si apre sotto di me l’abisso. L’istinto mi porterebbe verso un bandit, ma le raccomandazioni del mio assicuratore (un amico oltre che motociclista praticante che sottolinea come le conseguenze se ti beccano siano spiacevoli e non risarcibili. Grande Max!) e le amorevoli preoccupazioni di mia moglie (hai mica piu’ 18 anni… e ai tuoi figli non ci pensi? Hai rinnovato l’assicurazione sulla vita? Lo sai che a 40kmh il cranio si spacca come un melone maturo?) mi spingono inesorabilmente verso qualcosa di più protettivo.
E così, in un tranquillo pomeriggio, io ed Elena entriamo in un negozio di accessori e prima di rendermene conto sono in sella con il mio nuovo casco….modulare! eh gia'!
I primi giorni passano tranquilli. Il casco isola bene, anche troppo.
L’estetica e’ quello che e’, ma pazienza.
Poi arriva il caldo. Mi dico: nessun problema, basta aprire la mentoniera. Errore: a 50kmh la mentoniera fa da “paracadute”, quindi o sei il pilone della nazionale di rugby e hai un collo che piega un barra d’acciaio da 10cm di spessore, oppure il casco lo devi tenere ben chiuso.
E passa l’estate.
E arrivano le piogge.
E io mi dico “adesso si che me la spasso! Addio faccia bagnata! Mi blindo nel mio fantastico casco e arrivo asciutto come la gola di un beduino dopo 3 giorni nel deserto”
Col cavolo! Al primo segno di pioggia la visiera si appanna manco fosse il vetro di una 500 con a bordo una coppietta il sabato sera.
Fanculo. Visiera aperta e faccia bagnata.
Dicembre.
Freddo.
Adesso si che me la godo. Però manco a farlo apposta anche se fa freddo c’e’ un bel sole, e allora mi viene voglia di strapparmi il casco dalla testa, figuriamoci come mi sento con ‘sto scafandro tutto chiuso.
Morale: è passato quasi un anno ma ancora mi sto chiedendo chi cavolo me lo ha fatto fare. Alla prima occasione si torna al jet. O al bandit.
Conoscete qualcuno che voglia un casco semi-nuovo? E’ modulare: vuoi mettere il vantaggio quando piove o fa freddo….

lunedì 4 febbraio 2008

_Only you


solo tu
mi hai visto nudo annaspare in un mare di lino
solo tu
mi hai visto l’anima correre per curve dannate
solo tu
mi hai visto il cuore sudare lacrime come coltelli di cristallo
solo tu
mi hai visto ricamare merletti di vita intorno lampioni pallidi
solo tu
mi hai visto

non chiudere mai i tuoi occhi
sparirei
come un sogno tra le tue ciglia.