Non è un forum, non è un portale o un sito è l' embrione di un progetto editoriale, un posto dove parlare delle nostre idee, dove organizzarsi per ralizzarle, e dove condividere con altri le emozioni che queste idee ci regalano.Se tutti i forum si fregiano del titolo di Bar Virtuali, questa realtà vuole essere un brutto garage in fondo al giardino, dove c'è un ferro vecchio, quattro amici e un frigo per le birre.E si parla di moto, di viaggi, di vita.E dove finisce un argomento e ne inizia un altro non è dato saperlo, chè la notte è lunga e quando la birra sarà finita arriverà il Jack-time.




giovedì 27 dicembre 2007

_Natale



Probabilmente uno degli argomenti più gettonati oggi è il Natale. Sui blog, al telefono, per email, davanti alla macchina del caffè, ovunque ci saranno milioni di persone che discutono su come sia andato il Natale, su che cosa abbiano fatto, visto, sentito o mangiato e sui regali fatti o ricevuti. E inevitabilmente si tirano le somme.

Da una parte, schierati in buon ordine, i Natalisti, convinti sostenitori di questa ricorrenza e pronti a difenderla a spada tratta, dall’altra i Detrattori che con la lingua intinta nel vetriolo già sparano a zero su tutto e su tutti.
Insomma da una parte abbiamo il Charro, che dalle pagine di strangelife (http://www.strangelife.it/) sostiene che in questo giorno tutto sa di buono, e dall’altro il Parodi che sul suo blog (http://www.threepercenters.it/) trancia giudizi al napalm e non salva niente e nessuno.

A pensarci, io mi sento un po’ a metà strada. Forse sarà l’effetto del “Ma-anchismo” di Veltroni, però trovo che entrambe le posizioni abbiano qualcosa di vero e qualcosa di sbagliato. Il Natale è una festa consumistica, ma anche un giorno speciale con dentro un pizzico di magia che gli altri 364 giorni manco si sognano.

Io tutti gli anni mi sforzo di limitare al minimo l’aspetto consumistico e di aprire il gas sul lato magico e, forse perché a 35 anni ancora credo fermamente a Babbo Natale, o forse perché ho tre figli piccoli che praticamente non chiudono occhio dal 23 dicembre e ogni 2 secondi ci chiedono “ma Babbo Natale passa stanotte?”, mi sembra di riuscirci.

Insomma, non ho problemi ad ammettere che questo Natale me lo sono goduto! Non ho speso una fortuna in regali, e li ho fatti solo alle persone a cui tengo veramente… e nemmeno a tutte, perché con gli amici veri da tempo abbiamo deciso che l’unico regalo che conta è stare assieme. Non ho fatto gli auguri a nessuno e non ho risposto agli SMS, però ho stretto la mano a tutti quelli a cui tenevo davvero.

Ho cercato un equilibrio tra il Charrismo e il Parodismo. Ci sarò riuscito? Non lo so. Però me la sono goduta.

E adesso mancano solo 365 giorni al prossimo Natale.

Filippo
p.s. non ho sbagliato il conto: il 2008 è bisestile!

domenica 23 dicembre 2007

_Non si guardano i cartelli della vita

oggi ho provato ad avviare la mia moto

ho scalciato per quasi un quarto d'ora

davanti al box

niente electric start

solo pedale



tanti tentativi vani e tra uno e l'altro

un moccolo tirato ma sottovoce,

che a Natale manca poco



e poi di colpo senza nessun preavviso

uno scoppio come di petardo

e via subito l'altro

in una canzone bassa che ti prende nello stomaco



orgoglio di titano

e poi il ritorno



due colpi di gas a convincermi che ce l'avevo fatta

e una macchia d'olio che si allargava veloce tra i miei police

a farmi ritornare con i piedi

per terra



se ogni traguardo

è anche linea di partenza

la vita va vissuta in ogni istante

come una strada di collina di cui apprezzi

le curve ed il paesaggio fottendotene

da dove parte e dove arriva






venerdì 21 dicembre 2007

_Fermata d'autobus


Se scendi dalla corriera
non risali più
che la tua fermata sia all’angolo della fifth avenue
o lungo una statale solitaria
se scendi dalla corriera
non risali più
non importa la fermata
o da quale linea sei sceso
se scendi dalla corriera
non risali più
devi aspettarne un altra

_Sympathy for the Devil


Please allow me to introduce myself
I’m a man of wealth and taste
I’ve been around for a long, long year
Stole many a mans soul and faith

Ma dove sta scritto che uno a Natale deve essere più buono? Vabbè, è una festa importante per il modo cristiano, però a rigore di logica (così ci insegnava il prof di religione) è più importante la Pasqua.
Ok, ci sono i regali per i bambini, ma anche qui (considerazioni anticonsumistiche a parte) a ben guardare sarebbero da preferire i compleanni, in cui festeggi tuo figlio/a e solo lui/lei e non tutti i bambini del mondo.
Resta il fatto che sia il 25 dicembre, quando tiri le somme dell’anno passato e guardi a quello che sta per arrivare…. No aspetta… per quello c’è già Capodanno.
E allora, festa Cristiana a parte, che cos’è il Natale. E soprattutto perché devo sentirmi buono?
Io mi sento esattamente come ieri. E l’unica sensazione differente che proverò il 26 sarà una maggiore pesantezza di stomaco per tutte le abbuffate con amici e parenti.

Mi devo preoccupare?
Sarò mica il protagonista della canzone degli Stones? Beh, se così fosse… have some sympathy and some taste!
Filippo

mercoledì 19 dicembre 2007

_Ninna nanna


ninna nanna
ninna nanna
in un giorno di dicembre
poche cose nella mente

una lacrima nel cuore
ti riporta un vecchio amore
il sorriso di chi hai intorno
ti concilia con il mondo

e se il cielo oggi è sereno
e il paesaggio più che ameno
del percorso della vita
non rallenta la salita

e in un angolo dell’animo
resta un sogno forse l’unico
polveroso e un pò ammaccato
un sedile rovinato .
uno shovel malandato

e poi tu e il tuo grande amore
due vecchi e avanti il mare

martedì 18 dicembre 2007

_Auguri di ghisa


ieri notte il solito freddo nel box, le solite chiavi sparse per terra
e la musica di Cash ,e il jack ,e la moto smontata
c'eravamo tutti ieri notte,
poi il letto e il pensiero del nuovo giorno
e dei km sotto le chiappe
stamane nel garage: primo scatto della chiave
il motorino non gira ma già lo sapevo
dovrò sistemarlo prima o poi, fanculo.
primo calcio , silenzio
secondo calcio , ancora silenzio
e poi pedala e pedala,manco fossi Bartali sul Turchino,
fino ad essere esausto .
niente il vecchio shovel non vuole saperne
mi sono seduto un attimo su una sedia
l'ho guardato , ho preso il bicchiere con ancora mezzo jack
residuato della notte prava
l'ho ingollato d'un colpo
era caldo come piscio,
merda.
poi mi sono alzato e mi sono avviato al lavoro
nella mia multipla celeste .
è come quandola tua donna non te la dà,
e tu resti a pensare : forse non aveva voglia
forse non sei stato capace di fargliela venire
forse non era semplicemente il momento
ma questo non cambia l'essenza del tuo sentimento
lei è là e l'ami anche se non ci fai l'amore
ho dato un ultimo sguardo al mio ferro
non ero arrabiato ,non ero triste
gli ho fatto un sorriso e ho pensato "auguri vecchio, buon natale"
mi ha guardato
con un faro azzurro
come un lago di montagna
buon natale a tutti voi

venerdì 14 dicembre 2007

_L'emozione

emozioni
come fiumi in piena
sulla pelle del cuore.
le ho cercate in giro per mille strade
le ho cercate scavando nella polvere e nel sale,
le ho cercate lasciando che il vento scavasse nuove rughe
le ho cercate
sempre

poi nella bruna di un mattino qualunque
una mano di bimba mi saluta da un balcone
un viso addobbato di occhiali colorati
mi sorride allegro nel freddo
-ciao papà,buon lavoro-

il cuore mi scoppia e tutto scolora
l’unica emozione che vale cercare
è già a portata di una mia carezza
a scavare ancora
scaverei la mia fossa

giovedì 13 dicembre 2007

_O'scarafone


le mie perplessità su destino dellla mia moto
le ho già scritte troppe volte.
la vendo
non la vendo
qualunque decisione sarà
dolorosa
gli affiancherò qualcosa di diverso
lo so ,ne sono convinto
l'ho scritto e lo confermo
a me stesso
più che a voi.
Però l'ultimo cambiamento volevo congelarlo in una foto,
il mustang nero la posto del peanut fiammato
il drag bar al posto dell'ape.
spiegarne il motivo non è semplice,
e forse non è nemmeno importante.
Quella moto
disegna la mia anima,l'ho sempre pensato
ed oggi sentivo il bisogno di abbassare il profilo
la mia moto ora è solo un vecchio shovel
tutto nero e un poco arrugginito ,
niente più metalflake,nè glitter ,
e le mani ora sono basse
così che lo sguardo correrà poco davanti la ruota
non più verso grandi orizzonti ,
non ho voglia di difendere un territorio
preferisco cercare
pascoli più verdi
un poco più in là.
Il vecchio shovel resterà a lungo nel mio garage spero
magari sotto un plaid consunto ,
un sogno di ghisa ,in un mare di ovvietà,
l'unica moto degna di sopravvivermi .

mercoledì 12 dicembre 2007

_L'odio


non mi capisci ,
ti odio.
non mi faccio capire
mi odio

il vento mi segna
di nuove rughe il cuore
ed una lacrima scende
sul mio amore

martedì 11 dicembre 2007

_Dust in the wind


Un mulinello di vento all’angolo di quell muro .
Un mulinello di pezzi di carta , foglie secche e polvere in balia del vento.

Osservo quel mulinello . Impotenti foglie secche , particelle di vita , arrese alla forza che le sovrasta.
Osservo la rassegnazione con la quale affrontano il loro destino.

Il vento è tagliente in questa mattina d’inverno . Il sole non riesce a scalfire la patina di freddo gelato che copre ogni cosa. Copre tutto e tutti.
La limpidezza del cielo è quasi imbarazzante in questo viaggiare a testa bassa.
Il cielo di un azzurro vivace è spettacolo ignorato . Spettacolo di luce sprecato verso spettatori che camminano a testa bassa , la testa nelle spalle , le mani in tasca .

Una domenica d’inverno . Come tante . Come ce ne sono state molte. Una di quelle domeniche che precedono il Natale. Una di quelle domenica dove devi , per forza fare qualcosa.

Cammino . Lento . Rivolto verso il sole . Anacronistici occhiali da sole a scrutare in alto . Sfidando il vento.
Cammino e osservo questo agitarsi di folla e di mezzi.
Auto , persone tutti in turbinio frenetico.
Provo a levare l’audio . Provo a tapparmi le orecchi per non sentire il rumore di sottofondo , Sottofondo di voci , di grida , di clacson , di motori che sbuffano fumo bianco , di suoni.

Provo a levare l’audio e tutto assume una dimensione diversa. Ovattato nella mia oasi di silenzio tutto appare ridicolo , anomalo.
Le persone che incrocio muovono le labbra , ma non parlano , non dicono niente . Sono figure senza dimensione , senza anima , senza significato.

Tutto perde di significato.
Tutti in un agitarsi frenetico . Girare in tondo . Rincorrersi . Come foglie secche nel vento.

Sono tutti in un gigantesco mulinello che li fa girare il tondo senza una meta precisa. Attori diligenti di una austera regia .
Siamo così. Polvere nel vento. Coinvolti in qualcosa a cui non ci possiamo ribellare .
Spinti da qualcosa più forte e più grande di noi. Che ci sovrasta . Che ci condiziona . Che condiziona le nostre scelte.

Siamo obbligati a seguire la corrente . Quella del vento . Senza possibilità di ribellione.

Siamo polvere nel vento . Nel vento prigioniera.
Siamo polvere nel vento . In attesa che il vento si calmi. Per fermarsi un attimo . Per riflettere. Per capire dove siamo finiti.

Riaccendo l’audio e mi ritrovo nella vita reale. Le voci e i rumori mi ridanno un senso .
Questo film riprende una sua reale dimensione.

Cammino nel vento tagliente e volutamente mi ritrovo a camminare sul bordo della strada. Dove l’asfalto finisce e una striscia sottile di terra ne prende il posto.
Cammino volutamente sulla terra . Calcando il passo . Spingendo con i piedi.
Questa mia irresponsabile volontà di lasciare un’orma nella terra . Questa presunzione che rimanga un passaggio di me .
Illusione forse vana. Il vento insensibile , si affretta a cancellare quanto di forza avevo impresso. Cancella il mio passaggio con la polvere nel vento.
Mi giro indietro sorrido . Del mio passaggio nessuna traccia…..ma per questo perché dovrei perdere la speranza ?

_Doveri aziendali




11 dicembre, visita del supermegaboss. Tutta l’azienda in tiro, ottoni lustrati a dovere, tutti eleganti, grande sfoggio di dati numerici per mostrare i progressi fatti da inizio anno, rinfreschino d’ordinanza predisposto per l’occasione…. E a me tocca il compito di andarlo a recuperare all’aeroporto. Quindi stamattina mi armo di pazienza, metto da parte casco e giaccone invernale e rispolvero il soprabito che non mettevo più dal 2003.
Scendo in box e lancio uno sguardo colpevole alla moto.
Lei ricambia sprezzante e sembra dire “bravo, bravo… tante promesse e poi… alla prima occasione te la fili in macchina”.
Non ho il coraggio di replicare.
Salgo, accendo, parto.
E inizia il calvario.
Hai voglia di abbassare il vetro per sentire un po’ d’aria o di allungare il collo per capire se ci siano spazi in cui infilarsi tra i due muri paralleli di auto: non c’è scampo. Bisogna bere l’amaro calice fino in fondo.
20 minuti per fare i 3km che separano casa e ufficio, alla fantastica media di 9km/h. altri 20 minuti per trovare parcheggio.
Scendo già bello incazzato ancora prima che la giornata cominci. Vado in ufficio, accendo il PC e controllo i messaggi in attesa di ripartire per l’aeroporto e subito l’occhio cade sull'email del supermegaboss che dice “sorry ma mi hanno ritardato il volo quindi non ce la faccio a farcela”.
Tutto rimandato a gennaio.
Ma dico: passi per le analisi, per i dati macinati, per tutto il lavoro fatto e le ore spese a preparare una riunione che non c’è…. Ma non esiste un’indennità di servizio per chi è costretto ad andare in macchina nel traffico di Milano????
Filippo

lunedì 10 dicembre 2007

_Fate Morgane




strade che s incrociano
strade che si separano
sono sempre e solo strade
che vanno percorse
non solo sognate.

solo asfalto e polvere
sollevata dalle nostre scarpe
che si deposita piano
e si addormenta lenta.

strade che restano uguali
dopo che siamo passati,
rombando con le mani al cielo,

le strade restano uguali,
sono i nostri occhi
che inventano ingannevoli
fate morgane

le strade sono solo il titolo
noi siamo
la canzone

venerdì 7 dicembre 2007

_Piano piano buono buono


tra pochi giorni concluderemo il primo anno di Malavidas,
ero partito in questa avventura per disperazione
e mi sono fatto più male di quanto pensassi.
Piano piano , lenti lenti
abbiamo scritto parole,
le abbiamo pesate più che misurate,
spero.
In questo posto ci viene poca gente
magari siamo sempre noi che ci affacciamo
e ci leggiamo addosso,
credo vada bene lo stesso .
Per me questo posto ha significato tanto,
significa tanto,
è stato come un vento che ha scosso la mia anima
ed ha fatto cadere
le foglie inutili.
Una piccola zattera in un oceano di parole e pixel
forse mi ha salvato la vita,
sicuramente me l'ha cambiata.
Non so per voi
ma per me ne è valsa la pena
yeah!

giovedì 6 dicembre 2007

_Voglia di scherzare


dice “fatti un rigido”
dice “perché?”
dice “don’t ask son” e lo dicono con quell’aria di chi sa cose che tu non arriverai mai a capire nemmeno campassi mille anni. E allora tu zitto zitto ci pensi, rimugini, fantastichi…. E non ti rendi conto che un rigido ce l’hai già in box. E lo monti praticamente da quando hai cinque anni e il figlio dei vicini, più grande di te di qualche anno, ti ha insegnato ad andare senza rotelle.
Allora pensi: calma. Ragioniamo. Caffè, Toscanello e sediamoci comodi che qui la faccenda si fa complicata.
E inizi a scavare tra i ricordi….
Dunque, io col mio “rigido”, anzi coi miei rigidi (perché ne ho cambiati, sfasciati e consumati un bel po’) ho fatto una quantità di chilometri che al confronto i Mongoli di Gengis-Khan sembravano dei mezzemaniche che non schiodano mai il culo dalla sedia. Ho percorso strade e stradine di ogni tipo. Pianura, mare, montagna, lago, asfalto, sterrato, un po’ di tutto. E che cosa ho imparato?
Beh innanzi tutto che un telaio rigido a più di 90 kmh garantisce la stessa governabilità ed aderenza di una palla di vetro unta di grasso di foca e lasciata andare su una superficie di ghiaccio mentre c’è il terremoto.
Ho anche notato che dopo i primi 50-60km alla vista di una buca le mani e la fronte si bagnano di sudore, senti un brivido freddo lungo la schiena e inizi a pensare “….zzo i cerchioni! ‘fanculo i cerchioni qui mi gioco il cambio….’fanculo il cambio adesso ci rimetto i polsi…’fanculo i polsi qui saltano via le pal…” – BUCA!
E se per caso ti trovi su un tratto di sterrato va anche peggio. E quando hai la sorte (madre o matrigna non si sa, ma sempre sorte è!) di nascere in Umbria (il Cuore Verde dell’Italia, ci insegnavano da piccoli a scuola…mah…) con lo sterrato ci devi fare i conti a pranzo cena e colazione. Ed è sterrato vero (mica quella roba finto-rustico che i cumenda mettono attorno alle ville pagandola a prezzo d’oro e selezionandola in modo che non faccia troppo casino perchè vabbe essere chic però il ghiaino non deve mica rompere troppo gli zebedei!), che quando ci passi sopra a 20kmh fai un polverone che sembra di essere nel Sahara durante una tempesta di sabbia, e ci sono dei sassi che sembrano i fiordi norvegesi praticamente ovunque e il tuo rigido ti concede il piacere di contarli tutti: ogni sasso una vertebra… toc! E via il coccige, ri-toc! E salta l’osso sacro! Ri-ri-toc e comincia il ballo delle lombari!! E poi su fino alle cervicali ché quando arrivi lì è come se qualcuno stesse suonando le maracas col tuo capoccione e se ce la fai a tornare a casa tutto intero sei pronto per il diploma di fisioterapista, ché ormai conosci per nome e soprannome ogni tua giuntura, legamento e osso.
E allora ti alzi. Butti via il bicchierino del caffè e il mozzicone di Toscanello. Ti avvicini al tuo rigido (che continui a usare quando puoi per venire in ufficio perché è pur sempre un vecchio amore, il primo a due ruote), le dai una pacca affettuosa sul sellino (vacca, che manco lì ci mettono due cavolo di molle!) e sussurri, senza farti sentire dal gruppetto di gente là in fondo col giubbottone di pelle: meno male che ha casa ho un softail!
filippo

mercoledì 5 dicembre 2007

_Scoperta


solo gli stupidi non cambiano idea.


oggimigiràcosì

fanculoamestesso

lunedì 3 dicembre 2007

_Pennellate


Un’altra donna scivola fuori dal letto disfatto
ultimo grano di un rosario
fatto di seni e fianchi
e cosce e labbra .

Grani legati insieme da un filo di dolore.

Vernicia pure la casa fratello
chè il marcio nei muri resterà.

Ho bisogno di una moto più veloce
per poter scappare meglio
dal mio mostro,
e alcool in corpo
per farla correre

Dietro me le donne
come calce su templi imbiancati
sbiadiscono
i segni incisi sui muri
della mia anima

l'amore non si può dimenticare