Non è un forum, non è un portale o un sito è l' embrione di un progetto editoriale, un posto dove parlare delle nostre idee, dove organizzarsi per ralizzarle, e dove condividere con altri le emozioni che queste idee ci regalano.Se tutti i forum si fregiano del titolo di Bar Virtuali, questa realtà vuole essere un brutto garage in fondo al giardino, dove c'è un ferro vecchio, quattro amici e un frigo per le birre.E si parla di moto, di viaggi, di vita.E dove finisce un argomento e ne inizia un altro non è dato saperlo, chè la notte è lunga e quando la birra sarà finita arriverà il Jack-time.




giovedì 31 gennaio 2008

_El dia de carne


il primo mese di questo anno

è scorso via veloce

rileggevo oggi le pagine di Malavidas

scorrevo le immagini e le parole

gustandole con attenzione


Non è sempre facile graffiare con le unghie su questa lavagna nera

non è sempre facile scrivere questo tazebao

senza cadere nel banale

nell'ovvio

senza chiudersi a guardare il proprio ombelico

convinti di osservare

il centro dell'universo .


bisogna avere il coraggio

di dare corpo

ai propri sogni


el dia de carne da febbraio deve diventare realtà


mercoledì 30 gennaio 2008

_Un giorno perfetto................


Un giorno perfetto comincia la sera prima
Il respiro è tranquillo mentre dormi.
La notte è quieta mentre guardi il soffitto e il letto non è poi così insopportabile.
Un giorno perfetto comincia con i sorrisi .Il tuo allo specchio nonostante le rughe .
Quello degli altri che di solito ti lascia indifferente.
Un giorno perfetto è quando lo scafandro della tua malinconia rimane per terra
Quando l’essenza della vita ancora ha un significato

Un giorno perfetto Ha le luci di un luna park e i suoni rubati alla banda del paese

Un giorno perfetto è raro come è rara la possibilità di viverlo

Un giorno perfetto , forse non esiste , perché la perfezione non è di questo mondo.
Ma io in questo mondo ci sto per caso e la speranza è l’ultima a morire.

lunedì 28 gennaio 2008

_L'autistico






chiuso in una bara

il mondo intorno mi scivola via,

lo sento ticchettare

ma non gli concedo nulla

le emozioni colorate o grigie

restano appiccicate sulla mia pelle

l'afrore me ne punge le narici.



segnato dall' autismo emozionale

inchiodo al muro le mie passioni

gridando senza suono nel silenzio



ciò che mi passa addosso

mi infradicia l'anima

ma dal mio cuore

non cade goccia


















venerdì 25 gennaio 2008

_Viaggio

Il viaggio più bello è stato un Barcellona-Milano di qualche anno fa.

Partenza all’alba di un giorno d’agosto, per godersi un po’ di fresco e non soffrire troppo i primi chilometri di percorso cittadino.
Due moto (la mia Springer e una Electra), 900km davanti, bel tempo e l’obiettivo di essere a Milano per ora di cena.

Dopo pochi km, in Francia, veniamo investiti da un vento fortissimo, tipico in quella zona. Velocità massima possibile 80km, con l’electra che in rettilineo è costretta a inclinarsi neanche fosse su un tornante di montagna per contrastare l’effetto-vela delle carenature.
Passato il ventaccio riprendiamo un passo decente e ci beviamo d’un fiato gran parte della costa francese. Pausa pranzo, con immancabile scambio di saluti con gli altri motociclisti fermi assieme a noi e poi via, si riparte, con l’odore della campagna, il rumore dei motori e del vento e l’aroma pungente della resina di pino che ti resta nel naso fino in liguria.

Siamo arrivati a Milano appena in tempo per dare uno strappo a mia moglie che usciva proprio allora dall’ufficio e poi via a casa. Il quadretto doveva essere piuttosto buffo, con noi due sporchi, stanchi e sudati, dopo 900km sotto il sole, e mia moglie con il completo buono e i tacchi alti.
Abbiamo anche dovuto scambiare le moto, perchè l'Electra a pieno carico e con mia moglie come passeggero era troppo pesante e io sono decisamente più robusto.
Doccia, cena e nanna. Il mattino seguente la mia Springer doveva portarmi a Firenze per lavoro, mentre l’Electra proseguiva verso sud, per tornare in Umbria.

Quello stesso viaggio l’ho rifatto un sacco di volte, ma non è mai stato così bello.
Dai papà, non la vendere la tua Electra, che a settembre andiamo a fare un giro.

_L'oceano


perdere un’amicizia con parole non dette
è come perdere un amore su un letto disfatto,
rimani in piedi stupido
con i pantaloni a legarti le caviglie
fuori posto nel mondo e nel tempo

e vorresti riavvolgere il tempo
scorrere indietro la pellicola della tua vita
risalirne la corrente fino al punto dove hai sbagliato

ma non puoi

puoi solo fare in modo
che quanto hai perso
non avveleni l’oceano
di ciò che sarà da venire.

il sole sorge tutte le mattine
là dove il mare si sposa al cielo
e di me
senefotte

mercoledì 23 gennaio 2008

_Shockterapy


Guardando in giro in questi giorni , su TV e giornali sembra che questa sia la parola più adatta a definire quanto sta accadendo .
Per chi ha letto gli scritti della Klein è una azione nota.
La politica dell’allarmismo sociale mette un popolo in uno stato di prostrazione e di sudditanza psicologica che lo porta ad accettare,anzi a desiderare quasi le azioni dure da parte di un governo , le deregulation selvagge, l’abbattimento degli ammortizzatori sociali , la politica del lassez-faire.

In genere lo shock è generato da guerre , violenze , golpe o roba del genere, ma dai tempi della famigerata scuola di Chicago si è capito che anche uno stato di crisi percepita e non reale favorisce certi l'applicazione di certi schemi .

E così ecco che ,all’improvviso, l’Italia non è più tette e lustrini, non più feste Vip e gossip ,ma munnezza per strada, emergenza sicurezza, crisi di governo , corruzione etc etc. Non più il paese del Bengodi ma la Geenna.

Tutti questi problemi sono reali,
tutti questi problemi non sono invenzioni di nessuno , questo è sicuro.
E sono problemi anche gravi , ma proprio perché gravi non sono certo nati negli ultimi 6 mesi , sono storie e deficienze che ci portiamo dietro da tanto tempo ,in alcuni casi sono ormai incancrenite nel nostro immaginario sociale.

E allora “cui prodest”?

Forse a qualcuno che vuole che il popolo italiano si convinca della necessità di nuove regole.

Invece io credo che basterebbe applicare quelle esistenti .
Basterebbe volerlo.

martedì 22 gennaio 2008

_Il percorso


il tramonto dipinto su un brutto stand
riempie di gocce di colore la folla
le spalle e volti verniciati
come clown di un pazzo lunapark

fratello
quando i tanti colori ti cadono di dosso
allora si capisce bene
il tuo

grigio è il colore dell’amicizia
grigio come un vecchio shovel
grigio come la nebbia

non vedo dove sto andando
ma ho ben presente
con chi ci andrò

spero di non perdermi
potato
potato

giovedì 17 gennaio 2008

_Dolore


il dolore
è come un gatto
lo tengo in braccio
lo carezzo e lui fa le fusa
scende lento dalla testa
come sangue denso si allarga ai fianchi
e scivola via lungo le cosce

il dolore
è come un brutto libro
ti fa compagnia la notte
scacciando i tuoi incubi
e scrivendone altri peggiori
sulle tue palpebre

il dolore
è come la paura
ti fa perdere il controllo
di te stesso

non ci si abitua mai al dolore
ci si può solo
fare un poco
amicizia

mercoledì 16 gennaio 2008

_Qui piove,ora.


piove
gocce larghe come pozzanghere
confondono il mio orizzonte
piove
il mondo attorno me
declina mille toni di grigio
piove
il cielo sembra piangere
tutti i peccati di questo mondo
piove
mi sto bagnando l’anima
nascosta sotto un vecchio giubbotto
piove
o forse sono solo
lacrime

lunedì 14 gennaio 2008

_Libertà


se guardo in uno specchio non vedo la mia anima
ma il guscio che la vita mi ha disegnato intorno

nel buio della notte,in piedi sopra il mondo
allargo le mie braccia e provo ad ascoltare

milioni di parole mi sciamano d’intorno
come falene isteriche
allungo la mia mano per afferrarne una

la serro nel mio pugno ,l’appoggio ad un orecchio
provo ad ascoltarla,nulla
apro la mano e :puff
il suono del silenzio mi assale violento

una altro sogno infranto
un'altra solitudine
davanti alle mie ruote

la strada corre lungo la collina
disegna un filo da qui all’eternità
chi l’ha percorso lo chiama
libertà

venerdì 11 gennaio 2008

_Arcobaleno



tutti i bambini adorano l’arcobaleno. Forse perché segna la fine della pioggia ed il ritorno del bel tempo e quindi dei giochi all’aria aperta. Almeno per me era così da piccolo. Vedere tutti quei colori in cielo mi metteva di buon umore.
Ancora oggi (che proprio bambino non sono) l’arcobaleno mi fa pensare alla campagna bagnata, all’aria che profuma di pioggia, e istintivamente quando ne vedo uno comincio a cercare in cielo qualche spiraglio tra le nuvole che faccia intravedere il sole.
Ecco perché stamattina ero tanto contento. Perché venendo in ufficio, dopo aver fatto venti km sotto la pioggia, con gli anfibi zuppi e la visiera del casco appannata, ho visto un pezzettino di arcobaleno. Così, d’un tratto, mentre ero soprappensiero… zac! Eccolo che spunta fuori.
Poi però il mio neurone ha fatto il suo sporco lavoro e mi ha ricordato un paio di cose. Ed è iniziato uno scambio piuttosto colorito.
Neurone: guarda che non sei più un ragazzino, stai attento alla strada!
Io: si ma dai guarda che bello
N: ..zzo dici, attento a quella Multipla che ti ha visto ma non frena!!!
Io: che palle, e goditi lo spettacolo no?!?!
N.: ma sei scemo? Ma lo sai dove sei?
Io: a Milano
N.: e di tutti i posti ti sembra che a Milano ci possa essere l’arcobaleno?
Io: pero’ c’e’, quindi zitto!
N.: Oh, scemo! Ma ti sei accorto che stai guardando la luce che si riflette nell’olio che galleggia sopra l’asfalto? E questo me lo chiami arcobaleno????
Io: …..

Vabbè non sarà la stessa cosa, però bisogna sapersi accontentare, o no? Che il cielo di Milano non sia come quello irlandese si sa! Ma per un attimo sono tornato bambino lo stesso.

p.s. la multipla alla fine si è fermata!

giovedì 10 gennaio 2008

_Bad to the bone


Che ci posso fare ? A me moto così fanno ancora venire le pelle d’oca.
Non è un fatto di bellezza o di ricchezza . E’ un fatto di personalità e di carattere.
L’unicità e l’originalità di una moto deve distinguersi , non dalla quantità degli accessori o delle modifiche , piuttosto , dalla qualità di quello che è stato assemblato e di come lo è stato fatto.
Questa moto non ha niente di particolare se non il fatto che trasuda personalità.

In questo mondo dove l’effimero e l’arroganza non conosce limiti , dove l’ostentare si è radicato anche in questa oasi di ribellione che è il modo chopper , moto così ti riappacificano con Dio.

Non è ormai un segreto che , il panorama custom del sol levante sia , ora come ora , l’ ultimo baluardo di una cultura “ greaser e dirty chopper “ allo stremo. Intrappolata com’è tra l’esigenza di fare business e la volontà di mantenere una identità.

La presenza di sempre ipervolumizzati motori dalle ipertrofiche cilindrate . Molding esasperati di telai lisci come culi di bimbo, hanno “ glamurizzato” troppo il gesto di “fare chopper”.
Essenze immacolate di ingegneria più da ammirare che da usare.
Opera d’arte moderna , a volte discutibili , esaltazioni di se stesse ma vuote come bottiglie di jack il sabato sera.

Immaginarsi , invece , alla guida di un ferro così , godendosi la ruota anteriore che aggredisce l’asfalto , mentre sei rincorso dalle urla dei tuoi stessi scarichi , fa ancora venire la pelle d’oca.

Come con le donne . Nelle quali , molte volte , una imperfezione assume un valore di pregio e non difetto.
Poiché ammettiamolo maschietti , le modelle sono ammirevoli , ma asettiche , lontane , inarrivabili . E anche qualora ci arrivassimo non sapremmo gestirle .

Onore quindi all’imperfezione , alla originalità ,alla personalità , alla identità.
Ed è per questo che voglio recensire , alla mia maniera , questo chopper. Dal telaio leggermente stretchato.
Nero , dove il nero assume valore aggiunto e non impoverisce la meraviglia del chop.

L’uso anticonvenzionale di ruote il lega dalle misura classiche , proprie dei cerchi originali FX , sono in 16 e 19 pollici.
Dove , il cerchio da 19 anteriore , per aumentare la leggerezza viene gommato firestone e reso orfano dell’impianto frenante , acquistando una aggressività senza pari.

Poi tutto scivola nella normalità di un lavoro fatto nel garage sottocasa.
Serbatoio sporty , manubrio hand made dalle curve anomale , sella old style fatta in casa, scarichi ai minimi termini.
I dettagli killer , poi , sono i classici della scuola con gli occhi a mandorla.
Comandi centrali , mini frecce , obbligatorie per circolare in giappone , targa minimalista sul lato sinistro , parafango cortissimo gomma firestone.

Come si può non rimanere affascinato da tutto ciò ! Io non so resistere.
Bad to the bone . Questo è il nome che mi ispira . Cattiva per le ossa , ma buona per l’anima.

martedì 8 gennaio 2008

_Anno nuovo, moto nuova



…o almeno ci si prova. È un po’ che sto cercando di sistemare la moto di mia moglie, una 883 con qualche anno e parecchi km alle spalle e che tra le altre cose a breve deve passare la revisione.
Dopo lunghi e tormentati consulti con mia moglie e col meccanico, finalmente la decisione è presa. Ape medio, pedane avanzate, una sistematina qua e là e già che ci siamo rimontiamo anche gli scarichi originali. Alt…. Problema… apro lo scatolone ricevuto dal concessionario al momento dell’acquisto (la moto era di seconda mano) e dentro trovo due splendidi e luccicanti terminali shorty. Scavo, guardo e scruto. Niente. Collettori nemmeno a pagarli!
E allora scatta la mission impossible. Armato di santissima pazienza chiamo il più grande, più bello, più antico, storico e blasonato concessionario italiano dove a suo tempo acquistammo il mezzo. Siamo al 20 dicembre e mi piacerebbe che la moto fosse pronta ai primi di gennaio, quindi con tutta calma e grande ottimismo espongo il caso: mi avete venduto degli scarichi incompleti. Qualche rimpallo tra negozio e officina ci porta dritti dritti al 24, data in cui mi viene detto che troveremo una soluzione. A quanto pare i miei collettori sono spariti, forse venduti a qualche altro cliente, forse buttati, chissà… ma non dispero, mi hanno assicurato che il 24 pomeriggio sono aperti fino alle 18 e mi richiameranno di sicuro. Visto che alle 16 ancora non ho notizie, chiamo io e… sorpresa tra le sorprese, il negozio è chiuso. Spiacenti, dice il messaggio, riapriremo il 7 gennaio: buone feste. ‘fanculo, penso io. Le feste sarebbero state buone con due collettori sotto l’albero.Passato il periodo festivo, richiamo. E ricomincia il rimpallo. Dei collettori ancora nessuna traccia, ma nel frattempo mia moglie si è convertita alla bicicletta. Dubbio: che sia tutto parte del piano Moratti per ridurre il traffico a Milano? Mah…..

lunedì 7 gennaio 2008

_Nessun rimpianto


la folla fa rumore
mi batte nelle orecchie
è ovunque ,mi circonda

cammino raso muro
estraneo a tutto questo
ho il fiato rotto ,aritmico.

li ho tutti su di me
come melassa zozza
estranei a me per pezzi di esistenza

non posso farmi giudice dell’ovvietà che vedo
ma come un pescatore cerno pazientemente
tonnellate di carne per ritrovarci un’anima
anche una sola.

il mondo tutto intorno fa rumore,
tutti a sbracciarsi
per credere di esistere
tutti a giurarsi la propria verità

Onore, Amore, Orgoglio ed Amicizia
urlati forte, o solo verniciati su muri e schiene
per dar loro più peso di chi li urlerà

basta ora di far rumore ,la mia donna dorme
e steso a lei vicino zufolo una vecchia nenia
che le non sentirà

nessun rimpianto per ciò che sono stato
o per quanto non sono diventato
ciò che ho cercato
in fondo è proprio
qua.

martedì 1 gennaio 2008

_M.F.F.M.



l'ultimo momento di un vecchio anno

un istante per chiudere antichi sogni

e conti ormai scaduti

e tiri le poche somme

di quel lasso di vita,

cercando nel traguardo lo scopo della tua corsa.



Nella notte fiori di luce addobbano il cielo

intorno a te mille persone si vomitano addosso risate ed auguri

e collane di messagi ciclostilati

accendono a ripetizione un milione di telefonini.



Un mare di gioia inutile si infrange

sulle rive della mia solitudine

il nuovo anno bussa al mio cuore

imparerò ad amarlo



per non dimenticare le eternità appena passate

auguri a tutti voi



Malavidas Forever Forever Malavidas