La politica sta alla sociologia come un foruncolo alla pelle del culo
è parte di essa, ne è un suo prodotto eppure da fastidio
e non è bello da vedè.
Personalmente però ne sono sempre più affascinato
è passato il tempo in cui la schifavo
perché: “tutti ladroni “e “piove governo ladro “,
oggi la guardo cercando nei suoi comportamenti
le aberrazioni del nostro essere società civile (sic).
Se a Roma si fanno caroselli di gente coperta di croci celtiche e con i bracci
anchilosati in saluti del ventennio,
al nord 300.000 impavidi guerrieri aspettano a piè fermo
l’orda dei “mangiabambini” al grido di no pasaran!
I discorsi dei nostri leaders
sono pieni di fucili oliati e caldi , cannoni pronti a sparare
e manganelli e catene rumorose ,
sembra manchino solo i famosi
sacchi di sabbia alle finestre che cantava Lucio .
C’è qualcosa di profondo dietro questi eventi
queste manifestazioni dicono molto di più di quanto appaia.
Il popolo si è arrogato il diritto di essere concreto ,
basta filosofia , meno seghe mentali e più pragmatismo ,
i sogni quando si fanno per la pancia vuota
si chiamano incubi .
La gente è stanca, ha paura
non vuole più preoccuparsi di difendere i diritti di tutti
gli basta mantenere i propri , almeno quei pochi che gli sono rimasti .
Allora scatta l’istinto del branco ,
tutti asserragliati sul Piave a difendersi dall’Orco Diverso,
Il problema è che una certa intellighenzia di sinistra ha pensato sempre
che il popolo sia stolto ,che bisogna educarlo , anche contro la sua volontà,
ma l’essenza della democrazia (quella vera all’ateniese) è che
la maggioranza della popolazione,con i suoi bisogni e desideri
diventa governo di una città,di una nazione, a dispetto
della minoranza.
E la maggioranza degli Italiani si è rotta le palle,
non vuole più immigrati che rompono i coglioni
non vuole gente che la faccia sentire sotto assedio
vuole mantenere la propria identità,
insomma non vuole essere multietnica ed ecumenica.
Ma se la gente ha scelto così questa è la scelta giusta.
Bisogna farcene una ragione.
Riappropriarsi del proprio pragmatismo
scegliere la realtà invece che i voli pindarici
è quello che farò anche io
è quello che sto facendo anche io
Ho smesso di pensare che tutti gli altri
abbiano bisogno di essere “educati” , o peggio “convertiti”
ne accetto la diversità,
ma il riconoscere ciò
mi aiuta ad allontanarmene.
Una volta ho scritto che a sognare troppo si diventa ciechi ,
ne sono sempre più convinto
e molti dei miei sogni degli ultimi anni
non valgono il costo della pillola di sonnifero
necessaria a farli .
mercoledì 30 aprile 2008
_Partire e' un po' morire
o almeno cosi' dicono.
francamente a me sembra una stronzata di dimensioni ciclopiche, e scusate se sono aulico.
mi e' sempre piaciuto partire. partire per lunghi viaggi in posti strani, per piccole gite, per escursioni, per vere e proprie migrazioni (ebbene si: i' so figl' e' zappatori! so' emigrante! come cantava il grande mario merola). partire quando non sai che cosa ti aspetta, quando non sai quanto starai via. partire senza meta, buttando via l'agenda con gli appuntamenti. partire in moto, in bici, in macchina coi finestrini abbassati. per sentire l'aria e il senso di liberta' che ti regala.
domani parto per un giretto un po' zingaro coi cuccioli. niente moto. siamo in cinque, figurarsi.
pero' ci portiamo la tenda e non sappiamo di sicuro dove andremo. stiamo via un po', sperando che il tempo regga. e se non regge pazienza.
so solo che lascero' a casa l'orologio.
perche' come diceva l'omino della foto: "se non dovessi salire su quell'aereo un giorno te ne pentiresti. forse non oggi e neppure domani, ma presto. e per il resto dei tuoi giorni". cito a memoria, i cinefili non me ne vogliano.
buon ponte!
filippo
martedì 29 aprile 2008
_Spiaggia
Ieri ero seduto davanti ad un mare ormai a me foresto
su una spiaggia ghiaiosa a pochi metri da dove correvo bambino;
la risacca idiota bagnava i miei camperos lasciandoli falsamente lucidi.
Ieri su quella spiaggia ho lanciato la mia anima lontano
come vela nell’azzurro,in cerca di nuove onde.
su una spiaggia ghiaiosa a pochi metri da dove correvo bambino;
la risacca idiota bagnava i miei camperos lasciandoli falsamente lucidi.
Ieri su quella spiaggia ho lanciato la mia anima lontano
come vela nell’azzurro,in cerca di nuove onde.
la mia vita si asciugherà
piano piano
mercoledì 23 aprile 2008
_Stasera
la legalità incombe,
e la malavida segna il passo ed i contorni di chi si giura malhombre
sfumano come brume di primo mattino
però per me cambia poco ,
sono un inguaribile romantico .
stasera è mercoledì,
il mio mercoledì da leone
passerò in officina a risolvere un piccolo problema con l'amico Jonathan
starò poco non ne ho voglia e non voglio accumulare tristezza
ne ho abbastanza già di mia.
Poi mi dirigerò in pizzeria o meglio da un kebabbaro
un panino veloce e scivolerò verso il bowling.
Mi piace il bowling,non so giocare bene ma mi piace
c'è rumore , ma non troppo
c'è divertimento ma non esagerato
c'è tempo per bere qualche birra
senza che bere la birra sia l'unico scopo.
il mio orienting quindi stasera sarà
fino alle 20/20.30 officina di Ace of Spades
poi dalle 20.30 pizzeria di fronte al grattacielo della Bauli
(se scelgo il kebabbaro sarò dietro piazza Bra,
ma è troppo complicato per spiegarlo qui a chi non è di Verona)
poi verso le 10 o giù di lì sarò in zona Fiera al bowling.
e come al solito chi c'è c'è ,e chi non c'è ci sarà.
suerte
martedì 22 aprile 2008
_Il disgraziere
non so se lo avete notato ma da un po' di tempo a questa parte i giornali sono un susseguirsi di notizie catastrofiche. e poi dicono che la gente e' depressa e perde fiducia nel futuro. e ci credo. provo a riassumere gli argomenti principali di quello che sembra un vero e poprio disgraziere quotidiano:
- un barile di petrolio ormai costa quanto un monolocale in centro (fonti varie)
- gli usa stanno affrontando una crisi alimentare mai vista prima, scarseggiano riso e cereali nei supermercati ed hanno attivato il razionamento (la stampa)
- i nostri politici, sordi ai problemi del paese, stanno gia' litigando per accaparrarsi le poltrone migliori, con buona pace delle promesse fatte in campagna elettorale (tutti i vari "bisogna dare una svolta" e "dobbiamo fornire un segnale forte") - (fonti varie)
- il presidente degli stati uniti d'america ha tranquillamente ammesso che negli interrogatori di polizia nel suo paese si fa uso di tortura, meravigliandosi quasi del fatto che i cronisti gli facessero la domanda: "ma come, a casa vostra non si usa? oh, questa poi... ma dove vivete!" (corriere)
- fare la spesa (se trovi la roba sugli scaffali, vedi sopra) costa in media il 10% in piu'. pero' gli stipendi non aumentano da 10 anni. (corriere e sole24ore)
- c'e' una probabilita' su 450 che nel 2036 un asteroide colpisca la terra, scatenando l'equivalente di 65mila esplosioni nucleari come quella di Hiroshima. morirebbero milioni di persone, il sole sarebbe oscurato per anni e buona parte delle terre emerse tornerebbero sotto il livello del mare causa tsunami. io finisco di pagare il mutuo l'anno prima, fate voi. (corriere e la stampa)
in tutto questo can can di sfighe assortite, la sola notizia positiva che ho trovato e' che i burocrati di bruxelles hanno alzato a 30 mesi l'eta' dei bovini di cui si puo' usare la colonna vertebrale. traduzione: la vera fiorentina non e' piu' illegale.
riassumendo: se trovo un ristorante sotto casa (che non mi costi un occhio in benzina per raggiungerlo), se non mi fermano per un controllo documenti nel tragitto (facendomi saltare i denti a randellate che tanto e' normale), se non ordino pane (razionato) e non cerco di fare la spesa risparmiando, e, soprattutto, se non pretendo che i miei governanti facciano qualcosa per cambiare la situazione in cui siamo, allora mi aspettano 28 anni di abbuffate a base di fiorentina verace, prima che nel 2036 il mondo finisca.
va tutto bene?
lunedì 21 aprile 2008
_La roulotte che non vorrei
È facile amare ciò che non ci tocca
È semplice ,
indolore
siamo tutti generosi dei soldi altrui
siamo tutti ecumenici a casa degli altri
e ci portiamo dietro come una vecchia roulotte
questa valanga di emozioni finte
così impegnati a disegnarle
da dimenticarci di applicarle davvero .
il buonismo ci divora
ci consuma come fiamma la candela
ma il mondo
non è buono
e a fingerci agnelli
inganneremo solo noi stessi
non certo i lupi
È semplice ,
indolore
siamo tutti generosi dei soldi altrui
siamo tutti ecumenici a casa degli altri
e ci portiamo dietro come una vecchia roulotte
questa valanga di emozioni finte
così impegnati a disegnarle
da dimenticarci di applicarle davvero .
il buonismo ci divora
ci consuma come fiamma la candela
ma il mondo
non è buono
e a fingerci agnelli
inganneremo solo noi stessi
non certo i lupi
giovedì 17 aprile 2008
_Preghiera dell'alpino
Sulle nude rocce, sui perenni ghiacciai,
su ogni balza delle Alpi ove la Provvidenza
ci ha posto a baluardo delle nostre contrade,
noi, purificati dal dovere pericolosamente compiuto,
eleviamo l'animo a Te, o Signore,
che proteggi le nostre mamme, le nostre spose,
i nostri figli e fratelli lontani,
e ci aiuti ad essere degni delle glorie dei nostri avi.
Dio onnipotente, che governi tutti gli elementi,
salva noi, armati come siamo di fede e di amore.
Salvaci dal gelo implacabile, dai vortici della tormenta,
dall'impeto della valanga;
fa che il nostro piede posi sicuro su le creste vertiginose,
su le dritte pareti, oltre i crepacci insidiosi;
rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci
la nostra Patria, la nostra bandiera,
la nostra millenaria civilta' cristiana.
E Tu, Madre di Dio, candida piu' della neve,
Tu che hai conosciuto e raccolto ogni sofferenza
e ogni sacrificio di tutti gli Alpini caduti.
Tu che conosci e raccogli ogni anelito e ogni speranza
di tutti gli Alpini vivi ed in armi,
Tu benedici e sorridi ai nostri Battaglioni
alle nostre Compagnie, Cosi sia.
_________________________________
ieri ho sentito per la prima volta questa preghiera ad un funerale. non ho voglia di raccontare chi fosse il morto ne' perche' mi trovassi li. ci sono alcune cose che devono restare private.
va da se' che il morto era un alpino. classe 1920. nel '42, dopo la francia, la grecia e l'albania, fu spedito sul fronte russo. e da li miracolosamente riusci' a tornare vivo, dopo essersi guadagnato una medaglia al valore.
un ufficiale degli alpini in congedo ci ha raccontato tutte queste cose, con la voce rotta dall'emozione e versando qualche lacrima.
e io ho pensato a come noi, che ci riempiamo la bocca di parole come fratellanza, rispetto, onore, dovere, senso di appartenenza, sappiamo veramente poco di tutto questo.
una volta, mettendomi in mano un libro che parlava del mondo MC, mi e' stato detto "leggilo e capirai che cosa vuol dire appartenere ad un club e portare i colori".
l'ho letto. e non l'ho capito.
poi ho letto la biografia della persona al cui funerale sono stato ieri.
_________________________________
ieri ho sentito per la prima volta questa preghiera ad un funerale. non ho voglia di raccontare chi fosse il morto ne' perche' mi trovassi li. ci sono alcune cose che devono restare private.
va da se' che il morto era un alpino. classe 1920. nel '42, dopo la francia, la grecia e l'albania, fu spedito sul fronte russo. e da li miracolosamente riusci' a tornare vivo, dopo essersi guadagnato una medaglia al valore.
un ufficiale degli alpini in congedo ci ha raccontato tutte queste cose, con la voce rotta dall'emozione e versando qualche lacrima.
e io ho pensato a come noi, che ci riempiamo la bocca di parole come fratellanza, rispetto, onore, dovere, senso di appartenenza, sappiamo veramente poco di tutto questo.
una volta, mettendomi in mano un libro che parlava del mondo MC, mi e' stato detto "leggilo e capirai che cosa vuol dire appartenere ad un club e portare i colori".
l'ho letto. e non l'ho capito.
poi ho letto la biografia della persona al cui funerale sono stato ieri.
ed ho capito tanto.
martedì 15 aprile 2008
_Civismo
dopo quasi 20 anni sono tornato a votare .
e mentre i risultati scorrono
come gocce di numeri sul grande schermo
penso che come sempre mi trovo
dalla parte sbagliata.
poi le parole del leader che avevo scelto
escono dall’altoparlante
serene e tranquille:
-ho telefonato a Berlusconi congratulandomi con lui,
riconoscendo la sconfitta, e augurandogli buon lavoro ”
Allora penso che non ho sbagliato.
si può perdere
senza sentirsi sconfitti
dopo tanto tempo
sono tornato a sperare
e mentre i risultati scorrono
come gocce di numeri sul grande schermo
penso che come sempre mi trovo
dalla parte sbagliata.
poi le parole del leader che avevo scelto
escono dall’altoparlante
serene e tranquille:
-ho telefonato a Berlusconi congratulandomi con lui,
riconoscendo la sconfitta, e augurandogli buon lavoro ”
Allora penso che non ho sbagliato.
si può perdere
senza sentirsi sconfitti
dopo tanto tempo
sono tornato a sperare
_Goffo
quando devo parcheggiare la moto in aeroporto non mi fido a lasciare il casco, per cui finisco sempre per portarmelo dietro, cosa che non rende i movimenti molto agevoli. se ho una 24ore mi ritrovo ad avere le mani impegnate, se invece (come questa volta) mi porto lo zaino posso legare il casco alle cinghie, ma inevitabilmente mi trasformo in una sorta di giostra del saraceno. ad ogni movimento del busto, il casco spazza a destra e a sinistra come una mazza ferrata, falciando tutto quello che gli si para davanti. ed eccomi a dusseldorf, che aspetto il volo per tornare a casa e decido di mangiare qualcosa. mi metto in fila e mentre il tizio davanti a me recupera i due caffe' (in tedesco si pronuncia "ezpressow") mi sposto in avanti col busto per fare la mia ordinazione ed ecco che... tac... parte la mazza ferrata che va a cozzare contro il braccio del malcapitato caffeinomane facendogli fare un mezza doccia. sento un'esclamazione molto poco teutonica e decisamente padana, e mi rendo conto di aver fatto un bel casino. per cui ordino da mangiare, piu' un ezpressow. poso il mio vassoio e, ezpressow in mano, vado a canossa. mentre poggio il caffe' sul tavolo del malcapitato gli dico "per la macchia non posso fare niente, ma almeno un altro caffe' te lo posso offrire?" ci siamo messi a ridere. io scusandomi dell'accaduto e lui della sua reazione. e mi sono messo a pensare che se non avessi fatto quel semplice gesto forse l'incavolatura non gli sarebbe passata prima di sera, e il mio senso di colpa non mi avrebbe certo messo di buon umore. a volte basta cosi' poco per semplificarsi la vita.
venerdì 11 aprile 2008
_Nazionali semplici
il bello di andare in moto quando piove sono gli odori.
la pioggia infatti attenua un po' la puzza tremenda degli scarichi dei diesel e ti permette di riscoprire quei pochi odori che la citta' e' riuscita a preservare. certo milano non e' il posto ideale per allenare l'olfatto, ma certe volte ti riserva qualche sorpresa.
stamattina, passando rasente al marciapiede, ho incrociato un pedone che fumava. non un sigaretta qualsiasi, ma una cosa veramente pestilenziale.
mi si sono subito affacciati alla mente i ricordi di quando ero piccolino e stavo dietro il banco della tabaccheria dei miei, e vendevamo sigarette come le nazionali semplici o le alfa, che avevano l'odore forte del tabacco da quattro soldi, e che pure avevano un loro fascino.
sentire quell'odore nell'aria in un momento in cui non me lo sarei mai aspettato, mi ha portato indietro di quasi 30 anni. a quando le sigarette si potevano fumare ovunque, anche negli ospedali.
e tutti sapevamo che non facevano certo bene, ma tanto (ci dicevamo) basta non esagerare. perche' in fondo anche pane e mortadella ti ammazza se ne mangi 5kg al giorno. e la gente che veniva a comprare le sigarette lo faceva senza sensi di colpa, tranquillamente, perche' fumare era normale.
mi ricordo che per ingannare la noia di stare li seduto fermo ad aspettare l'ora di chiusura, cosi' per gioco, cercavo di indovinare che sigarette fumasse ogni cliente prima ancora che le chiedesse. mi riusciva quasi sempre; non perche' avessi poteri paranormali, ma semplicemente perche' dalle mie parti i contadini fumavano le alfa o le nazionali. gli operai le ms e chi invece aveva un po' di piu' si lanciava sulle merit, o le multifilter. non si scantonava. ed era normale cosi'. e se uno faceva il contadino, l'operaio o l'impiegato lo capivi da come era vestito. e non c'era niente di male. nessuno si sentiva discriminato e a nessuno veniva in mente di chiedersi se fosse politicamente corretto.
adesso che il fumo e' un tabu', che lo abbiamo bandito dalle nostre tavole (ditemi chi si accende una sigaretta dopo pranzo o dopo cena senza andare sul balcone!) e dai luoghi di ritrovo, le sigarette sono diventate uno status symbol; hanno nomi improbabili e idioti, studiati a tavolino da qualcuno che sicuramente ha "manager" scritto sul biglietto da visita e che si farebbe spellare vivo piuttosto che mettere sul mercato un solo pacchetto di alfa o di nazionali o di ms o di esportazione (cacchio ve le ricordate le esportazione col loro pacchetto verde che strillava da un km di distanza "comprami, costo poco e ti tolgo la voglia di tabacco per un mese!")
sono arrivato in ufficio con ancora in testa i ricordi di quando ero bambino, e nel naso il profumo di quella sigaretta deliziosamente pestilenziale. e con una gran voglia di farmi mezzo toscano comodamente seduto alla scrivania.
utopia.
la pioggia infatti attenua un po' la puzza tremenda degli scarichi dei diesel e ti permette di riscoprire quei pochi odori che la citta' e' riuscita a preservare. certo milano non e' il posto ideale per allenare l'olfatto, ma certe volte ti riserva qualche sorpresa.
stamattina, passando rasente al marciapiede, ho incrociato un pedone che fumava. non un sigaretta qualsiasi, ma una cosa veramente pestilenziale.
mi si sono subito affacciati alla mente i ricordi di quando ero piccolino e stavo dietro il banco della tabaccheria dei miei, e vendevamo sigarette come le nazionali semplici o le alfa, che avevano l'odore forte del tabacco da quattro soldi, e che pure avevano un loro fascino.
sentire quell'odore nell'aria in un momento in cui non me lo sarei mai aspettato, mi ha portato indietro di quasi 30 anni. a quando le sigarette si potevano fumare ovunque, anche negli ospedali.
e tutti sapevamo che non facevano certo bene, ma tanto (ci dicevamo) basta non esagerare. perche' in fondo anche pane e mortadella ti ammazza se ne mangi 5kg al giorno. e la gente che veniva a comprare le sigarette lo faceva senza sensi di colpa, tranquillamente, perche' fumare era normale.
mi ricordo che per ingannare la noia di stare li seduto fermo ad aspettare l'ora di chiusura, cosi' per gioco, cercavo di indovinare che sigarette fumasse ogni cliente prima ancora che le chiedesse. mi riusciva quasi sempre; non perche' avessi poteri paranormali, ma semplicemente perche' dalle mie parti i contadini fumavano le alfa o le nazionali. gli operai le ms e chi invece aveva un po' di piu' si lanciava sulle merit, o le multifilter. non si scantonava. ed era normale cosi'. e se uno faceva il contadino, l'operaio o l'impiegato lo capivi da come era vestito. e non c'era niente di male. nessuno si sentiva discriminato e a nessuno veniva in mente di chiedersi se fosse politicamente corretto.
adesso che il fumo e' un tabu', che lo abbiamo bandito dalle nostre tavole (ditemi chi si accende una sigaretta dopo pranzo o dopo cena senza andare sul balcone!) e dai luoghi di ritrovo, le sigarette sono diventate uno status symbol; hanno nomi improbabili e idioti, studiati a tavolino da qualcuno che sicuramente ha "manager" scritto sul biglietto da visita e che si farebbe spellare vivo piuttosto che mettere sul mercato un solo pacchetto di alfa o di nazionali o di ms o di esportazione (cacchio ve le ricordate le esportazione col loro pacchetto verde che strillava da un km di distanza "comprami, costo poco e ti tolgo la voglia di tabacco per un mese!")
sono arrivato in ufficio con ancora in testa i ricordi di quando ero bambino, e nel naso il profumo di quella sigaretta deliziosamente pestilenziale. e con una gran voglia di farmi mezzo toscano comodamente seduto alla scrivania.
utopia.
giovedì 10 aprile 2008
_Tortillas
Dovevamo arrivarci prima o poi ,
speravamo forse più poi che prima
la globalizzazione,questo mostro di cui tanto si parla
e che ha assunto come tutte le catastrofi o i successi
infinitamente annunciati l’opacità di qualcosa
che è tanto lontana da noi da non poterci toccare
non almeno nel nostro quotidiano ,
nelle nostre corse per prendere la metro,
nelle file ai supermercati spingendo carrelli stracolmi
di alimenti dietetici e macrobiotici ,
nel nostro piazzare le chiappe su moto il cui costo
sfamerebbe un villaggio africano
per un anno,
non ci tocca.
E poi arriva,
come un lontano rombo di terremoto
qualcosa che percepisci ma che non vedi ancora.
Partiamo da lontano:
l’aumento del consumo di combustibili fossili
ha giustamente spostato la richiesta sulle new entry vegetali
il bioetanolo ,le bioplastiche sembravano grandi conquista
anche e soprattutto per i miopi ambientalisti della domenica.
Così carovane di camion hanno iniziato pellegrinaggi
verso le nuove raffinerie
milioni di ruote hanno percorso le strade polverose
che dai grandi campi dell’India ,della Cina,
dell’America Centrale e del Sud
portavano i cereali verso fabbriche che ne traevano
quasi per magia simil-benzina e simil-plastiche,
prodotti buoni per gonfiare di inutilità ancora di più il nostro mondo occidentale
e soddisfare i bisogni di una piccola percentuale degli abitanti del mondo.
E tutti a mettere tranquilli benzina nei loro piccoli serbatoi di plastica
sicuri che una pacca sulla spalla
o il loro ipocrita buonismo serpeggiante
pareggiasse i conti con il mondo .
Poi una farfalla batte le ali a New York e un tifone distrugge Osaka.
La mancanza di cereali sul mercato fa crescere i prezzi del pane in Egitto
o della Tortilla in Messico , e milioni di persone si trovano a non potere più mangiare.
Non un centesimo al litro di costo in più della benzina,
non percentuali di aumento dell’inflazione a una cifra,
ma improvvisamente quello che costava 50 lo trovi a 100.
e quello era già il minimo di sostentamento che tu potevi avere.
Improvvisamente i nostri problemi diventano meno che zero;
quando si scende sotto un minimo di sussistenza non esiste più etica
non esiste più regola che tenga, c’è solo la fame e la lotta per la sopravvivenza.
Come in un deja-vù di manzoniana memoria
torme di disperati straccioni assaltano
forni e panetterie.
Certo lontano da noi migliaia di chilometri ,
certo i governi che rischiano la caduta sono sotto ben altre bandiere.
Ma quanto impiegheranno quelle persone a dirigersi altrove?
Quanto tempo ci vorrà perché la rabbia verso chi ha talmente tanto di più
si trasformi in violenza?
Abbiamo il culo su una bomba di cui non disponiamo più il controllo
e noi ci preoccupiamo se le nostre cromature sono lucide o meno .
Non esistono mura abbastanza forti
da difendere una società
incapace di guardare al di là di esse.
speravamo forse più poi che prima
la globalizzazione,questo mostro di cui tanto si parla
e che ha assunto come tutte le catastrofi o i successi
infinitamente annunciati l’opacità di qualcosa
che è tanto lontana da noi da non poterci toccare
non almeno nel nostro quotidiano ,
nelle nostre corse per prendere la metro,
nelle file ai supermercati spingendo carrelli stracolmi
di alimenti dietetici e macrobiotici ,
nel nostro piazzare le chiappe su moto il cui costo
sfamerebbe un villaggio africano
per un anno,
non ci tocca.
E poi arriva,
come un lontano rombo di terremoto
qualcosa che percepisci ma che non vedi ancora.
Partiamo da lontano:
l’aumento del consumo di combustibili fossili
ha giustamente spostato la richiesta sulle new entry vegetali
il bioetanolo ,le bioplastiche sembravano grandi conquista
anche e soprattutto per i miopi ambientalisti della domenica.
Così carovane di camion hanno iniziato pellegrinaggi
verso le nuove raffinerie
milioni di ruote hanno percorso le strade polverose
che dai grandi campi dell’India ,della Cina,
dell’America Centrale e del Sud
portavano i cereali verso fabbriche che ne traevano
quasi per magia simil-benzina e simil-plastiche,
prodotti buoni per gonfiare di inutilità ancora di più il nostro mondo occidentale
e soddisfare i bisogni di una piccola percentuale degli abitanti del mondo.
E tutti a mettere tranquilli benzina nei loro piccoli serbatoi di plastica
sicuri che una pacca sulla spalla
o il loro ipocrita buonismo serpeggiante
pareggiasse i conti con il mondo .
Poi una farfalla batte le ali a New York e un tifone distrugge Osaka.
La mancanza di cereali sul mercato fa crescere i prezzi del pane in Egitto
o della Tortilla in Messico , e milioni di persone si trovano a non potere più mangiare.
Non un centesimo al litro di costo in più della benzina,
non percentuali di aumento dell’inflazione a una cifra,
ma improvvisamente quello che costava 50 lo trovi a 100.
e quello era già il minimo di sostentamento che tu potevi avere.
Improvvisamente i nostri problemi diventano meno che zero;
quando si scende sotto un minimo di sussistenza non esiste più etica
non esiste più regola che tenga, c’è solo la fame e la lotta per la sopravvivenza.
Come in un deja-vù di manzoniana memoria
torme di disperati straccioni assaltano
forni e panetterie.
Certo lontano da noi migliaia di chilometri ,
certo i governi che rischiano la caduta sono sotto ben altre bandiere.
Ma quanto impiegheranno quelle persone a dirigersi altrove?
Quanto tempo ci vorrà perché la rabbia verso chi ha talmente tanto di più
si trasformi in violenza?
Abbiamo il culo su una bomba di cui non disponiamo più il controllo
e noi ci preoccupiamo se le nostre cromature sono lucide o meno .
Non esistono mura abbastanza forti
da difendere una società
incapace di guardare al di là di esse.
mercoledì 9 aprile 2008
_L'attesa
vivere accanto a un desiderio
convivere con il fuoco che ti brucia l’anima
è una prova di forza che alla lunga
mi fa sentire meglio
ho voglia di andare in moto
ho voglia di vento in faccia
ho voglia di planare a braccia alzate
lungo nastri d’asfalto
il mio ferro è fermo in officina
sottoposto ai tempi e ai modi del destino
ieri sera l’ho guardato ,
mezzo smontato , poggiato su una chiazza d’olio,
vittima di una cura
che lo guarirà solo in parte
troppo facile gettarlo via
troppo facile scendere da un’emozione che ha me come unico spettatore
troppo facile indossare un nuovo abito che si fa solo maschera.
attendere mi fa sentire forte
attendere rende più dolce il sapore di ciò che avrò
attendere aumenta il suo valore
perché ciò che è importante
non si ottiene mai facilmente
attenderò.
convivere con il fuoco che ti brucia l’anima
è una prova di forza che alla lunga
mi fa sentire meglio
ho voglia di andare in moto
ho voglia di vento in faccia
ho voglia di planare a braccia alzate
lungo nastri d’asfalto
il mio ferro è fermo in officina
sottoposto ai tempi e ai modi del destino
ieri sera l’ho guardato ,
mezzo smontato , poggiato su una chiazza d’olio,
vittima di una cura
che lo guarirà solo in parte
troppo facile gettarlo via
troppo facile scendere da un’emozione che ha me come unico spettatore
troppo facile indossare un nuovo abito che si fa solo maschera.
attendere mi fa sentire forte
attendere rende più dolce il sapore di ciò che avrò
attendere aumenta il suo valore
perché ciò che è importante
non si ottiene mai facilmente
attenderò.
martedì 8 aprile 2008
_quando e' troppo e' troppo!
ormai da anni ci bombardano fino alla nausea con la storia dell'effetto serra, del surriscaldamento del pianeta e di tutti gli effetti nefasti che questo comportera'.
fino ad oggi ho sempre sopportato pazientemente, controbattendo ai proclami degli ambientalisti:
- si estingueranno migliaia di specie animali!
ok, mi dispiace per loro, ma tanto prima o poi tocca a tutti e poi quando si sono estinti i dinosauri mica hanno fatto tutte queste storie...
- i mari si alzeranno di oltre due metri!
vorra' dire che comprero' casa in montagna. e poi tanto io so nuotare.
- intere zone dell'africa e dell'america si desertificheranno!
dico, ci sara' un motivo se vivo in europa o no?
pero' la notizia di oggi non la riesco ad ammortizzare.
sembra che a causa del caldo intere colture di orzo siano andate irrimediabilmente perdute.e senza orzo, non c'e' il malto d'orzo.e senza malto d'orzo non c'e' birra.
gia' immagino l'apocalisse: serate tra amici a pizza e acqua; raduni in moto in cui scorrono fiumi di te' freddo; grigliate di carne accompagnate da fiumi di chinotto....
bisogna reagire.
dobbiamo fare qualcosa.
io da oggi inizio a fare scorta. credo che chiunque abbia una cantina, un sottoscala o uno sgabuzzino abbia il dovere morale di accumulare quanta piu' birra possibile. se non per se stesso (ho sentito di queste strane figure a meta' tra l'umano ed il pitecantropo definite "astemi" che sembra non facciano consumo di alcolici...) almeno per le generazioni future.
e' un imperativo a cui nessun cittadino coscenzioso puo' sottrarsi.
alle armi!!!!
filippo
lunedì 7 aprile 2008
_Pecunia non olet
...dicevano i nostri avi.
il denaro non puzza e fa decisamente comodo a tutti. questo si sa. e si sa come le aziende non siano certo organizzazioni non-profit. anzi! scopo ultimo (se non unico) di ogni azienda e' proprio quello di realizzare profitti, in modo che chi ci lavora e chi ha investito possa trarne guadagno.
nulla di male, dunque.
pero', se e' vero che tutte le aziende sono uguali, alcune (per parafrasare orwell) sono piu' uguali di altre. chissa' perche' da alcune aziende ci si aspetta un comportamento leggermente diverso ed un'attenzione meno spasmodica agli utili ed ai profitti.
sono le aziende che producono e vendono oggetti carichi di componenti emotive ed i cui clienti sono degli appassionati irriducibili.
di aziende cosi' ce ne sono sempre meno, ed ormai sono tutte realta' di piccole o piccolissime dimensioni. se un'azienda vuole crescere ormai deve guardare al mercato di massa. deve competere su scala globale. deve poter esportare e, spesso, deve riuscire a creare un mercato anche dove il mercato non c'e'. deve far nascere il bisogno e non limitarsi a soddisfarlo.
tutte banalita' di libri di management di terzo o quarto ordine, ma che ancora fanno parecchie vittime. come ho appena avuto modo di constatare, una vittima recente e' proprio la cara e vecchia casa di milwakee. l'harley davidson.
solo che la motor company come sempre decide di distinguersi dal mucchio. e allora che ti fa? decide di mettere in vendita lo status di Membro Fondatore dell'erigendo museo dell'harley-davidson.
bello.
in altre parole, io che vivo a milano e non sono nemmeno mai stato un USA e non so nemmeno in che stato sia milwakee, posso pagare una cifra variabile tra i 40 e i 500 dollari e ricevere una serie di attestati a conferma del fatto che sono membro fondatore di qualcosa che probabilmente non vedro' mai.
forse sono io a essere fuori asse col resto del mondo, ma la cosa mi lascia davvero stupito. quasi sconvolto. a nessuno viene in mente il parallelismo con le offerte fatte "spontaneamente" dalle antiche famiglie patrizie per contribuire ad erigere chiese e monumenti, in cambio di indulgenze od altri favori?
la motor company come una sorta di chiesa, insomma. che in cambio di denaro elargisce ai propri adepti il perdono e la possibilita' di entrare nella schiera degli eletti. di coloro che potranno fregiarsi della piastrina militare (nera, of course) con su scritto membro fondatore. e che avranno accesso (c'e' bisogno di dirlo?) al negozio del museo anche "after hours" ed a prezzi di sconto. che potranno acquistare materiale inaccessibile ai non fondatori, poveri miseri omuncoli, destinati ad una vita di emarginazione e miseria.
fa sorridere. ma e' anche un po' triste.
spendi soldi, figlio mio, cosi' ti guadagnerai il diritto di spendere ancora di piu'. questo e' il nostro credo di motociclisti? tutto il nostro parlare di passione, amicizia, valori si riduce a questo?
quanto siamo rincoglioniti.
filippo
_Corrida
il rancore
riempie la mia pelle
come vino un'otre
la tende, la stira,avverto doloroso il suo lacerarsi
l’odio mi gonfia,incalza e avvolge la mia anima
come il matador con il toro nell’arena
annerisce con fumo di torba
l’amore che dipingeva le stanze del mio cuore
una patina opaca camuffa ciò che volevo essere
rendendolo invisibile ed orrido
per chi più mi ama
dovrò ricordare di pulire il mio cielo
o di chiudere le vecchie stanze
riempie la mia pelle
come vino un'otre
la tende, la stira,avverto doloroso il suo lacerarsi
l’odio mi gonfia,incalza e avvolge la mia anima
come il matador con il toro nell’arena
annerisce con fumo di torba
l’amore che dipingeva le stanze del mio cuore
una patina opaca camuffa ciò che volevo essere
rendendolo invisibile ed orrido
per chi più mi ama
dovrò ricordare di pulire il mio cielo
o di chiudere le vecchie stanze
venerdì 4 aprile 2008
_Masquerade
ci teniamo tanto ad affermare ciò che siamo
che non facciamo altro che disegnare
il mondo intorno a noi affinché sia in linea con il nostro stile
quanta fatica inutile
se il nostro ,sarà stile vero e non pallida masquerade
la realtà desiderata ci riconoscerà
coagulandosi intorno a noi
se così non fosse,
forse stiamo vivendo
tra quinte di cartone
come poveri guitti
che non facciamo altro che disegnare
il mondo intorno a noi affinché sia in linea con il nostro stile
quanta fatica inutile
se il nostro ,sarà stile vero e non pallida masquerade
la realtà desiderata ci riconoscerà
coagulandosi intorno a noi
se così non fosse,
forse stiamo vivendo
tra quinte di cartone
come poveri guitti
mercoledì 2 aprile 2008
_Homo homini lupus
La politica è la cosa più bella che esista nella sua accezione originale
Ne abbiamo fatto talmente scempio
Che in genere o si fa di tutt’erba un fascio dicendo “che schifo,
ripercorrendo strade di qualunquismo meritevoli di ben altri periodi.
Oppure non se ne parla, soprattutto tra amici , un poco come di soldi .Sono quegli argomenti che è meglio lasciare fuori dai tavoli dove le parole principali sono amicizia e rispetto , forse perché non fanno rima oppure ,come credo, per retaggio di ataviche ipocrisie , retaggi di un puritanesimo professato nelle parole e tradito nelle azioni.
Tutto sto pistolotto per dire che invece qualche parola sulla politica attuale la voglio dire, a prescindere da atteggiamenti e simpatie personali , anche perché la politica di oggi rifugge da tutto ciò è diventata generalista.
A leggere le dichiarazioni o i programmi dei vari candidati si capisce che quello che guida un poco tutti loro è l’ideologia del sondaggio. Qui non c’è più nessuno che vuole cambiare il mondo , la sensazione piuttosto è che si voglia “accontentare” quanto vuole la maggioranza degli italiani .
Detto così potrebbe essere anche apprezzabile, ma quello che mi appare è un poco differente , seguire quello che vuole la maggioranza, accontentare la base , fare delle loro idee e desideri l’obiettivo da raggiungere non è un gran vantaggio, le idee si appiattiscono , le pulsioni diminuiscono, le ideologie scompaiono.
Ed ecco che da tutto questo esce fuori un risultato assolutamente inatteso e negativo se la politica fa di tutto per assecondare i desideri della maggioranza dei votanti , e se il risultato della politica è un paese ingovernabile e pieno di contraddizioni allora la colpa non è della politica stessa,ma del popolo in quanto ispiratore e demiurgo oscuro di questa.
Homo omini lupus, già Hobbes lo scriveva in tempi non sospetti e non è quindi una novità di cui meravigliarsi , ma essere tali e non rendersene conto , essere noi stessi la causa del male e gridare contro il destino cinico e baro , bhe è una messinscena che sarebbe comica se non fosse tragica.
Riprendiamoci il diritto all’ideologia , perché è il sogno fatto sociale.
Come fare? non lo so io stasera vado a giocare al bowling
Ne abbiamo fatto talmente scempio
Che in genere o si fa di tutt’erba un fascio dicendo “che schifo,
ripercorrendo strade di qualunquismo meritevoli di ben altri periodi.
Oppure non se ne parla, soprattutto tra amici , un poco come di soldi .Sono quegli argomenti che è meglio lasciare fuori dai tavoli dove le parole principali sono amicizia e rispetto , forse perché non fanno rima oppure ,come credo, per retaggio di ataviche ipocrisie , retaggi di un puritanesimo professato nelle parole e tradito nelle azioni.
Tutto sto pistolotto per dire che invece qualche parola sulla politica attuale la voglio dire, a prescindere da atteggiamenti e simpatie personali , anche perché la politica di oggi rifugge da tutto ciò è diventata generalista.
A leggere le dichiarazioni o i programmi dei vari candidati si capisce che quello che guida un poco tutti loro è l’ideologia del sondaggio. Qui non c’è più nessuno che vuole cambiare il mondo , la sensazione piuttosto è che si voglia “accontentare” quanto vuole la maggioranza degli italiani .
Detto così potrebbe essere anche apprezzabile, ma quello che mi appare è un poco differente , seguire quello che vuole la maggioranza, accontentare la base , fare delle loro idee e desideri l’obiettivo da raggiungere non è un gran vantaggio, le idee si appiattiscono , le pulsioni diminuiscono, le ideologie scompaiono.
Ed ecco che da tutto questo esce fuori un risultato assolutamente inatteso e negativo se la politica fa di tutto per assecondare i desideri della maggioranza dei votanti , e se il risultato della politica è un paese ingovernabile e pieno di contraddizioni allora la colpa non è della politica stessa,ma del popolo in quanto ispiratore e demiurgo oscuro di questa.
Homo omini lupus, già Hobbes lo scriveva in tempi non sospetti e non è quindi una novità di cui meravigliarsi , ma essere tali e non rendersene conto , essere noi stessi la causa del male e gridare contro il destino cinico e baro , bhe è una messinscena che sarebbe comica se non fosse tragica.
Riprendiamoci il diritto all’ideologia , perché è il sogno fatto sociale.
Come fare? non lo so io stasera vado a giocare al bowling
martedì 1 aprile 2008
_1° aprile
1° aprile ,Sant’Ugo
auguri a mio figlio e a mio padre
è cosa ovvia e giusta
tanto da essere banale
soprattutto se scritto su un forum o su un blog
ma la parola Ugo merita un pensiero in più da parte mia
ugo mio padre
ugo mio figlio
vengo da una terra in cui rinnovare
il nome del padre è segno di rispetto
voluto e non dovuto
entrambi sono persone che non capisco fino in fondo
le amo come non potrei mai spiegare del tutto
ma ne avverto la profonda differenza
da quello che io sono
eppure in questo sta la meraviglia
di ciò che sono
di ciò che è nel mio cuore
mio padre è stato artefice e fabbro
così come io con mio figlio
ognuno di noi ha creato una catena
con ogni anello profondamente
diverso dal contiguo
sarà per questo che se stiamo a contatto
dopo poco sono scintille e tensione
battibecchi o chiusure a riccio
non so per loro
ma per me il rapporto con mio padre o con mio figlio
è nello stesso tempo
fallimento e trionfo
fallimento perché l’avrei voluto diverso
l’avrei voluto costruire con meno errori
con meno zone d’ombra
eppure trionfo,perché quando li incontro
quando magari li vedo insieme
che scherzano tra loro
annichilendo più di settantanni di differenza anagrafica
mi rendo conto che sono due persone
stupende
e di questa meraviglia
un poco ne faccio parte anche io
ecco che il giorno del loro onomastico
per me diventa il giorno in cui
festeggio il mio “lato” migliore
Auguri
auguri a mio figlio e a mio padre
è cosa ovvia e giusta
tanto da essere banale
soprattutto se scritto su un forum o su un blog
ma la parola Ugo merita un pensiero in più da parte mia
ugo mio padre
ugo mio figlio
vengo da una terra in cui rinnovare
il nome del padre è segno di rispetto
voluto e non dovuto
entrambi sono persone che non capisco fino in fondo
le amo come non potrei mai spiegare del tutto
ma ne avverto la profonda differenza
da quello che io sono
eppure in questo sta la meraviglia
di ciò che sono
di ciò che è nel mio cuore
mio padre è stato artefice e fabbro
così come io con mio figlio
ognuno di noi ha creato una catena
con ogni anello profondamente
diverso dal contiguo
sarà per questo che se stiamo a contatto
dopo poco sono scintille e tensione
battibecchi o chiusure a riccio
non so per loro
ma per me il rapporto con mio padre o con mio figlio
è nello stesso tempo
fallimento e trionfo
fallimento perché l’avrei voluto diverso
l’avrei voluto costruire con meno errori
con meno zone d’ombra
eppure trionfo,perché quando li incontro
quando magari li vedo insieme
che scherzano tra loro
annichilendo più di settantanni di differenza anagrafica
mi rendo conto che sono due persone
stupende
e di questa meraviglia
un poco ne faccio parte anche io
ecco che il giorno del loro onomastico
per me diventa il giorno in cui
festeggio il mio “lato” migliore
Auguri
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