Non è un forum, non è un portale o un sito è l' embrione di un progetto editoriale, un posto dove parlare delle nostre idee, dove organizzarsi per ralizzarle, e dove condividere con altri le emozioni che queste idee ci regalano.Se tutti i forum si fregiano del titolo di Bar Virtuali, questa realtà vuole essere un brutto garage in fondo al giardino, dove c'è un ferro vecchio, quattro amici e un frigo per le birre.E si parla di moto, di viaggi, di vita.E dove finisce un argomento e ne inizia un altro non è dato saperlo, chè la notte è lunga e quando la birra sarà finita arriverà il Jack-time.




martedì 23 dicembre 2008

_Auguri

domani sono in giro per lavoro e potrei non avere tempo di scrivere, quindi posto oggi dei banali, normali, borghesissimi auguri di natale.
perche' in fondo natale non e' un giorno come tutti gli altri. che vadano a farsi benedire i finti-cinici che vogliono fare a tutti costi i duri-durissimi, quelli che hanno visto tutto e non si stupiscono di niente. e non credono a babbo natale. quelli che "io a natale non faccio gli auguri o i regali perche' e' un giorno qualsiasi". e per recitare questa parte si perdono tutta la magia e la bellezza che c'e' in questo giorno. e poi finiscono per perdersi la magia e la bellezza che si nascondono dentro ogni altro giorno.
e allora auguri.
auguri a chi capita qui per caso e non sa dove vacca sia finito. 
auguri a chi ha creato questo posto e poi ha deciso di abbandonarlo e per questo ha perso tutti i capelli ed e' condannato a girare con una tracolla di Vouitton. gli sta bene.
auguri a chi ancora ha voglia di leggere le cazzate che vengono pubblicate qui. molto meno interessanti di quando ci scriveva charro, ma ognuno ha i propri limiti.
auguri a quelli che condividono con me il divertimento di frequentare questo posto abbandonato.
auguri a quelli che scrivono qui. sperando che babbo natale gli faccia trovare sotto l'albero una moto di questo secolo. sempre in metalflake verde, ma di questo secolo. cosi' magari la usano ogni tanto.
auguri a me che ho la testa piena di domande e nemmeno una risposta. e che giro su una moto finto-vecchia e tutta rappezzata, senza uno stile suo. ma che non mi ha mai mollato per strada e mi ha regalato tante belle cose.
tra cui la gioia, il piacere e l'onore di conoscere un ex-pugile con la moto del secolo scorso. e quello senza capelli. e una tizia che va a cavallo di una fata.
in ognuno di voi c'e' qualcosa di speciale che mi ha fatto piacere scoprire. e non lo dico perche' e' natale. lo dico perche' e vero.
il bello di vivere e' che non sappiamo che cosa ci riservera' il futuro. non sappiamo come sara' il 2009.
per alcuni di noi sara' duro, per altri meraviglioso.
auguro a tutti voi di poter essere all'altezza delle vostre sfide e di vivere il tempo che ci resta con dignita'.
buon natale e felice 2009

lunedì 22 dicembre 2008

_Il giustiziere - quarta e ultima puntata


e' di gran lunga il peggior nemico dei centauri. ha speso 200mila euro per comprare il SUV ultimo modello superaccessoriato e trova intollerabile che un pirla qualsiasi su due ruote possa sgattaiolare nel traffico piu' rapidamente di lui. lui che ha il navigatore che cambia percorso a seconda del traffico, del meteo, del giorno della settimana e degli andamenti di borsa. lui che ha l'abs, l'esp, l'asr, e altre 15 sigle che non sa che cazzo significhino.
vittima del teorema lavoro-guadagno-spendo-pretendo, il giustiziere e' determinato a porre fine a questa sperequazione con ogni mezzo, meglio se illecito.
lo riconoscete subito perche' se il traffico e' disposto su due file, lui si mettera' a cavallo delle due per impedirvi di passare in mezzo. ai semafori cerchera' di impedirvi in ogni modo di guadagnare la posizione di testa, che considera sua di diritto (la chiama "pole position" come in formula uno). in casi estremi puo' ricorrere a tecniche condannate dalla convenzione di ginevra quali: apertura di sportello (tanto lui ha le barre anti-intrusione e gli sportelli non li sfonderebbe manco un carro armato); fare retromarcia quando gli siete dietro fingendo di non vedervi (cosa impossibile perche' il suo SUV ha 3 radar e 55 sensori di parcheggio); lieve tamponamento per spingervi in mezzo all'incrocio (sosterra' poi che la frizione elettronica deve essere difettosa).
ogni motociclista incontra un giustiziere sulla propria strada prima o poi.
e' allo studio un articolo del codice che consenta ai motociclisti che siano ingaggiati contro un giustiziere di violare le seguenti norme: rispetto dei semafori; senso vietato; precedenza ai pedoni sulle strisce (che appena superati possono formare un'utile barriera contro cui il giustiziere non osera' infierire, cfr capitolo sui deflettori). ma per il momento siamo ancora in fase di discussione.
per ora, la sola arma a nostra disposizione e' quella psicologica. occorre far leva sull'incazzosita' del giustiziere, facendogli capire che i suoi tentativi sono vani e, se possibile, sfidandolo su terreni in cui non puo' seguirvi. in casi estremi consiglio di sfruttare i marciapiedi, ovviamente su strade di periferia ed in assenza di pedoni. solo i giustizieri piu' incalliti vi seguiranno fin li', cadendo inevitabilmente vittime della dimensione del loro mezzo (che si incagliera' tra due pali della luce) o di qualche pattuglia di vigili (che a volte, incredibilmente, CI SONO proprio quando servono).
sopravvivere ad un giustiziere per un motociclista e' un po' come per un Marine direi di aver fatto 3 turni in Vietnam. vada come vada, quando e' finita non sei piu' lo stesso.

_I cellulari - terza puntata

qualsiasi teoria militare (anti-terrorismo, anti-sommossa, guerriglia ecc.) spiega come affrontare dei combattenti improvvisati sia molto diverso dall'avere a che fare cone dei professionisti.
il professionista e' armato meglio e meglio addestrato, ma anche piu' prevedibile, proprio perche' le sue mosse sono dettate dalla logica e dal freddo calcolo dovuto all'esperienza. il dilettante puo' farsi prendere dal panico e "crollare" sotto la pressione del combattimento, diventando una mina vagante.
questo va tenuto bene a mente ogni volta che si ha a che fare con un automobilista al cellulare.
il cellularista e' assorto in un mondo tutto suo: sta parlando di lavoro, sta raccontando barzellette, sta parlando con la moglie/fidanzata/amante, insomma e' a mille chilometri di distanza dall'abitacolo della sua auto.
la tattica migliore e' la "stealth". bisogna rendersi invisibili e superarlo (a destra, sinistra, sopra o sotto, non importa) prima possibile e col minor casino possibile, senza farsi notare.
un colpo di clacson o una botta di manetta (specie se avete gli scarichi aperti) potrebbero portare ad un brusco risveglio. il cellularista si troverebbe d'un tratto catapultato nel bel mezzo della battaglia metropolitana e potrebbe essere preda del panico. a questo punto tutto e' possibile: inchiodate improvvise, sterzate brusche, sbandamenti...
immaginate che effetto possa avere il peso psicologico del traffico urbano su una persone che stava organizzando una cena di compleanno o una vacanza in qualche isola tropicale... devastante. il poveretto si sbriciolera' come un guscio d'uovo sotto un rullo compressore, quindi occhio!!
non disturbatelo, non distraetelo, non risvegliatelo e soprattutto non fatelo innervosire. se per caso dovesse risvegliarsi da solo alla realta' e' consigliabile apparire distesi e sereni. va tutto bene! il traffico e' gioia! salutatelo attraverso il finestrino, sorridete e poi.... ZAC infilatelo e via a gas spalancato.
puo' essere utile restare qualche secondo a debita distanza per studiare la traiettoria del cellularista (alcuni vanno a zigzag, altri procedono a sbalzi e brusche frenate) per definire come liberarsene col minor spargimento di sangue.

_I semafori - seconda puntata


ricordo ancora quando a scuola guida ci spiegavano il funzionamento del semaforo: col verde si passa; col giallo si passa solo a condizione che si possa sgombrare l'incrocio rapidamente, col rosso ci si ferma.
teoria che evidentemente risale alla preistoria del codice della strada.
la realta' e' ben altra.
il semaforo non vale "per se" ma in funzione della quantita' e della stazza dei veicoli che sopraggiungono dall'altra parte. se tu hai il verde ma vedi in arrivo uno scania a 95kmh, il tuo verde conta come un rosso sangue. il tuo sangue, per la precisione.
altri fattori determinanti sono: ora del giorno, condizioni meteo, importanza della strada che si sta percorrendo.
facciamo un esempio pratico. siete in moto e state per attraversare viale fulvio testi (per chi non la conoscesse, una delle arterie principali di milano). sono le 23 di sabato notte e piove. scatta il verde e voi partite tranquilli. avete circa il 16% di probabilita' di raggiungere incolumi la destinazione visto che (a scelta) potete A) essere travolti da una gara semaforo-semaforo tra tuner fatti di coca, B) finire sotto un SUV o C) essere finiti a colpi di cric da un guidatore incazzato perche' il travestito di turno ha tirato troppo sul prezzo.
la percentuale salirebbe a circa il 25% in caso di cielo sereno e ad oltre il 35% se fossero le 21. Se poi fosse mercoledi sera, saremmo ad un 70-75%.
i semafori, quindi, vanno affrontati con le tecniche che l'esercito usa per stanare i cecchini.
se state viaggiando in gruppo e' bene avere un'avanscoperta. la cosa migliore e' far andare la moto piu' grossa, visibile o rumorosa.
quando scatta il verde il primo si mette con una ruota in mezzo all'incrocio. se nessuno lo travolge puo' azzardarsi ad avanzare fino a che abbia visibilita' piena e SOLO ALLORA fara' segno ai compagni di procedere velocemente.
l'avanscoperta si unira' poi alla retroguardia e raggiungera' rapidamente l'altra sponda. purtroppo in moto non si puo' procedere in retromarcia, quindi nella fase conclusiva sara' necessario dare le spalle al nemico. va detto pero' che sono pochi i casi di vero e proprio inseguimento. di solito l'automobilista che non riesca a centrare una moto al primo colpo si stanca ed evita di accanirsi.
se siete da soli avete due opzioni. la piu' rischiosa e' cambiare tragitto, la piu' sicura e' parcheggiare e chiamare un taxi.
se invece insistete nel traversare l'incrocio, allora forse siete pronti per la roulette russa.

venerdì 19 dicembre 2008

_Gli scudi deflettori - prima puntata



dopo anni di guida nel traffico mi sono ormai convinto che attraversare una grande citta' come milano in moto sia molto simile ad una battaglia e che per sopravvivere siano necessarie tecniche estreme, mutuabili dalla guerriglia o dalla fantascienza.
quindi ho sviluppato alcuni accorgimenti che penso possano essere utili per chi come me non rinuncia alle due ruote in nessun caso.
vorrei condividerli con voi e vi invito anzi ad arricchirli con segnalazioni e suggerimenti.
la prima menzione va agli scudi deflettori (piu' semplicemente deflettori), utilissimi in prossimita' di incroci con precedenza, rotonde e simili, soprattutto in caso di pioggia.
col tempo ho maturato la convinzione che per la massa dare la precedenza ad una moto sia una sorta di peccato mortale o di crimine contro l'umanita': da evitare ad ogni costo. quindi e' opportuno fare uso di deflettori ogni volta che sia possibile.
i deflettori si dividono in due tipi: ci sono quelli fisici (furgoni, SUV, piccoli camion) e quelli tattici (i pedoni).
la tecnica e' semplice e vale per entrambi i tipi.
in prossimita' dell'incrocio affiancate il deflettore e immettetevi solo quando lo fa lui, all'unisono. questo vi evitera' di essere travolti.
e' comunque importante tenere a mente la distinzione tra i due tipi. quelli fisici incutono timore nell'automobilista in virtu' della loro stazza, e possono essere usati anche per qualche manovra un po' sporchina.
i deflettori tattici invece sono da usare solo in presenza di strisce pedonali. nel traffico normale infatti, anche il pedone si trasforma in un bersaglio molto appetibile ed e' percio' da evitare il coinvolgimento.
un mio conoscente ha erroneamente cercato rifugio dietro un deflettore tattico in mancanza di attraversamento pedonale e si e' trovato un commercialista di abbiategrasso incastonato nel manubrio.
in casi di ingorgo puo' accadere che i mezzi in colonna blocchino interi incroci, creando un vero e proprio cordone di sicurezza per i motociclisti, che quindi possono passare in tutta sicurezza e senza rischi. si tratta di casi rari ma la libidine che si prova nel guardare i visi paonazzi dei guidatori incazzati e' una roba che ti ripaga di tutti i moscerini nei denti.
vi raccomando infine di non fare l'errore (assai comune) di considerare anche i TIR come deflettori. Per un TIR tutto quello che ha meno di 12 ruote e' solo un'ostacolo da superare o travolgere. il rischio e' quello di finire i vostri giorni come fregio del cofano di uno Scania da 40 tonnellate. poco elegante.

giovedì 11 dicembre 2008

_Traffico



oggi mentre annaspavo nel traffico sommerso dalla pioggia, mi sono trovato bloccato in coda. una di quelle code che non vanno da nessuna parte, semplicemente stanno li e non si muovono. non sai perche' sei bloccato, ma dal momento in cui ti fermi hai la netta sensazione di dover trovare qualcosa che ti occupi la mente, perche' in quel punto ci resterai un bel po'.
allora per ammazzare il tempo ho iniziato a guardarmi attorno, sollevando gli occhi dalla strada e allontanandoli dal cruscotto, che di solito sono le due sole cose che guardo quando guido.
e improvvisamente ho iniziato a vedere il mondo con gli occhi dei miei figli. ho notato la miriade di persone che si affrettavano sui marciapiedi, sotto ombrelli grandi come cupole; ho visto i pochi ciclisti temerari; la gente dentro le altre macchine, occupata in mille faccende inutili; le vetrine bagnate; le pozzanghere grandi come laghi; gli alberi lungo i viali.
ho visto milano, enorme e ingolfata, sferzata da una pioggia torrenziale, e ne ho studiato i piu' piccoli dettagli.
ed ho capito perche' ogni volta che saliamo in macchina si scateni una lotta sanguinosissima per i posti accanto al finestrino e perche' guardare fuori sia tanto importante per loro.
l'ho capito con l'immediatezza delle verita' ritrovate, perche' in fondo anche io quando ero bambino amavo guardare fuori dal finestrino e godermi il viaggio tranquillamente, senza dovermi preoccupare di dove stessimo andando, o della prossima curva, o dello stop. non ero io a dover guidare e potevo trascorrere il viaggio a contare gli alberi; ad appannare il vetro per disegnare facce buffe col dito; a salutare la gente che incrociavamo; ad assaporare ogni metro come se fosse un passo in piu' verso l'ignoto, perche' in fondo ogni nuovo tratto percorso portava nuove scoperte, nuove esperienze e nuovi paesaggi.
pensare ai miei figli che si azzuffano, mi ha fatto ritrovare la serenita' della mia infanzia; mi ha fatto capire quanto siano importanti per loro le piccole cose e come la felicita' si possa annidare anche dietro un finestrino bagnato di pioggia. me li sono rivisti li, sul sedile posteriore. i due fortunati nei posti laterali, dritti come fusi per poter vedere meglio, lo sguardo fisso su chissa' quale meraviglia. e quello in mezzo con le braccia incrociate e il broncio per essere stato escluso dallo spettacolo.
ho fatto il resto del viaggio in loro compagnia. proprio come se fossero con me.
ogni volta mi stupisco di quanto mi stiano insegnando i miei figli. di quanto io stia imparando da loro. di come mi facciano apprezzare il miracolo di stare al mondo.

mercoledì 10 dicembre 2008

_Neve



oggi non era certo giornata da moto.
apro la finestra e mi sembra di essere finito nella pubblicita' natalizia della coca-cola. vacca miseria.
guardo le previsioni e scopro che la perturbazione che ci ronza sul capoccione durera' almeno fino a meta' della prossima settimana.
ri-vacca miseria.
dai sette ai dieci giorni senza moto.
condannato alla macchina.
vabbe', guardiamo il lato positivo.... forse e' la volta buona che la lavo.

martedì 9 dicembre 2008

_Cazzeggio



avevo bisogno di un po' di evasione, quindi la scorsa settimana mi sono preso il pomeriggio di permesso, sono montato in sella subito dopo pranzo e sono andato a rompere le scatole al mio meccanico.
non avevo bisogno di un tagliando, i freni frenano, le gomme tengono i gli scarichi fanno pot-pot-pot quindi per quello che ne capisco io, la moto e' ok.
pero' ho deciso che dovevo passare qualche ora in via colletta.
l'officina di daniele mi porta sempre indietro nel tempo.
una volta era pieno di posti cosi'. c'erano le officine meccaniche, i barbieri, i bar... tutti posti dove andavi non solo se avevi bisogno di un cambio olio, di una sbarbatina o di un caffe'. ci andavi anche perche' sapevi di poterci trovare gente con cui passare una sana ora di cazzeggio, a parlare di cose interessanti, di motori, donne, vita vissuta.
senza troppe menate.
da daniele e' ancora cosi'. la sua officina non mi delude mai.
ogni volta ci trovo gente interessante e diversa, con storie da raccontare, voglia di dire cazzate e un po' di tempo da perdere, che oggi e' il lusso piu' grande.
stavolta mi sono imbattuto in un pacato signore con cui abbiamo parlato di moto, viaggi, furti in gioielleria, crisi economica e altre amenita'. ho scoperto che e' un ex gioielliere, ex venditore di moto, motociclista appassionato, vecchio amico di daniele, gran conversatore e grandissimo ascoltatore.
ho anche conosciuto un bancario che aveva la moto in riparazione. uno che ha fatto viaggi interessanti scrivendoci pure su un libro. uno che tende a parlare piu' che ad ascoltare. il classico tipo che nei bar di paese ha il ruolo di quello che entra, urla la propria ordinazione e poi piomba sulla conversazione in corso monopolizzandola finche' si stufa e se ne va, ma a tutti va benissimo cosi'.
ho rivisto un po' di facce conosciute.
ho detto e ascoltato scemenze e perle di saggezza in egual misura.
insomma mi sono completamente immerso in un sano e ricreativo ambiente maschile.
ho assaporato un'atmosfera che di questi tempi e' divenuta cosa rara. ormai viviamo in un mondo androgino. i barbieri hanno ceduto il passo ai parrucchieri unisex. i bar ormai propinano solo happy-hour. e le officine sono diventate sale operatorie dove l'ingresso e' consentito solo agli addetti ai lavori, che indossano guanti in lattice e tute immacolate come i chirurghi.
ho trascorso un pomeriggio rilassante e rigenerante, cercando di non dare troppo fastidio a daniele che stava lavorando per finire la moto del bancario.
me ne sono andato quando ho capito che stavo seriamente cominciando a dare sugli zebedei.
l'ho capito e non ne ho fatto un dramma. semplicemente mi ero fermato a sufficienza.
e cosi', sempre senza menate, ho ripreso la moto e sono tornato a casa, tranquillo e rilassato e con la sensazione di aver rubato un attimo di eternita'.

giovedì 4 dicembre 2008

WAR.....


Guerra ,
non ce ne rendiamo conto ma siamo in guerra.
Rimbambiti dalla Champions Legue , dai nafruaghi rimbambiti dell’Isola dei famosi
Inebetiti dai giochi subdoli e dagli isterismi programmati della Talpa .
Sotto l’effetto di droghe medianiche che ci propinano numeri e dati sulle imminenti feste di Natale .
Tutto per farci dimenticare che siamo in guerra.
Una guerra combattuta con le armi , quando leggiamo di integralisti che ammazzano in nome di un Dio che , sicuramente , li ha maledetti.
Una guerra di fame . Di certezze , di precarietà.
Una guerra chirurgica che tocca tutti meno quelli che l’hanno innescata.
Una guerra che non ci lascerà indenni . Che mieterà vittime .Che metterà in discussione il nostro quotidiano.Una guerra che rischi di spazzare in un settimana , quello che ci è voluto una vita a costruire.
Come le bombe , non sai quando cadranno e dove cadranno . Stai in casa sperando che non ti crolli il tetto in casa.
La paura , sentimento per anni accantonato , si sta riappropriando dei suoi territori . Le nostre anime iniziano a essere scalfitte nelle proprie certezze .
Non ci preoccupano più le domande : “ chi sono ? “ , “ qual è il mio posto nel mondo ?” . Ma piuttosto : “ ci sarà sempre un domani ? .
Il quotidiano è diventato protagonista.
Il domani è sempre più una scommessa .
Variabili ed incognite , in questa equazione impazzita che è la vita ,mettono in crisi qualsiasi , filosofico matematico.
Oggi . L’unico obbiettivo è l’oggi.
Il passato , oramai appartiene alla storia .
Il futuro , sempre di più non appartiene a nessuno
Il presente è l’unica certezza.
Facciamo il pieno dell’oggi quotidiano
Riempiamoci la pancia delle gioie immediate.
Viviamo , come mai abbiamo vissuto fino ad oggi.
La guerra , lascerà delle vittime .Ma quelli che resteranno , forse saranno migliori.

mercoledì 3 dicembre 2008

_Mah

certo che per essere uno che non ha nulla da dire chiacchiero parecchio...
braccia rubate all'agricoltura!!

martedì 2 dicembre 2008

_Momenti di gloria



c'e' il sole ma fa un freddo cane.
siamo tutti imbacuccati a bordo campo, mentre i giocatori coperti di terra, sudano come fossimo a luglio.
l'arbitro fa ripartire il gioco e i due schieramenti si affrontano. la squadra avversaria e' in possesso di palla. avanzano.
il nr 7 della nostra squadra gli si fa incontro.... e' vicinissimo... prepara la spalla.... si china e placca basso, l'ha beccato, poi si inarca indietro e, come fosse la cosa piu' naturale del mondo lo sbatte per terra e gli si butta sopra.
prendiamo possesso di palla.
gioco confuso.
sempre il solito 7 riceve un passaggio fantastico e corre.... corre... corre come una lepre.
meta.
azione fantastica.
non siamo in serie A e nemmeno in finale di coppa del mondo.
e' un torneo under 9 e quello li e' mio figlio. il nr 7.
mio figlio che mentre torna verso la meta' campo, coi compagni che gli danno pacche sulle spalle, sorride con gli occhi bassi, poi mi guarda e mi saluta.
mio figlio.
il mio eroe.

mercoledì 26 novembre 2008

_Niente da dire


avete presente quelle volte che non avete niente da dire ma volete dire qualcosa lo stesso?
per non perdere il vizio; per sentire la vostra voce e dimostrare a voi stessi, prima ancora che agli altri, che ancora esistete; per vedere fino a che punto potete parlare di nulla prima che vi si secchi la lingua o si blocchino le dita sulla tastiera; per capire quanto niente c'e' nella vostra testa; per affermare la vostra ininfluenza e per sottolineare che se non ci foste voi chi cazzo si metterebbe a parlare di niente? sarebbero tutti troppo presi ad esprimere concetti nobili e densi di significato.
per fortuna c'e' chi pensa a fare il lavoro sporco.
a spalare fango.
a non dire niente.
in questo nostro mondo di tuttologi, in cui ognuno e' esperto di qualcosa ed ha opinioni praticamente su tutto. in cui tutti comunicano, mandano messaggi, stigmatizzano, esemplificano, spiegano.
c'e' ancora chi come me non sa un cazzo.
e se ne vanta.
e lo dice pure.
non ho niente da dire.
zac.
secco.
e adesso?
adesso alzate un sopracciglio in segno di sdegno, sorprendetevi, indignatevi, offendetevi.
c'e' qualcuno che ha osato mettere nero su bianco questa verita' indicibile. un paria, un intoccabile! prendete i forconi! dagli all'untore. come osa costui sprecare inchiostro (per quanto virtuale) per simili facezie. in questa nostra societa' di gente impegnata, indaffarata, presa. gente che fa meeting, conference calls, de-briefings, business lunches e via di seguito.
c'e' uno che non ha niente da dire.
e sono io.
non ho niente da dire e me ne vanto.
pero' ammettetelo con voi stessi: se siete arrivati a legger fin qui, vuol dire che voi non avete un cazzo da fare!

martedì 25 novembre 2008

???????????


Sarà quel che sarà.
Sarà che sono lento di comprendonio.
Sarà che invecchio male.
Ma io non ci sto a capire più una beata mazza....

So che non capisco.
Che non ci arrivo .
Che non mi è chiaro.

La mia vita è già abbastanza complicata per , complessarla ulterioriormente.
In ufficio è tutta una politica , una diplomazia , un muoversi sulle punte .
A parlare e non dire .
A dire ,ma senza urtare.
A pesare le parole , i gesti .

Ci sarà pure un posto dove il bianco sia bianco e il nero sia nero.
Dove bene significa bene e male significa male.

Ci sarà un poò di luce , prima o poi.

_Slalom



se digito "slalom" su google il primo risultato che ottengo e' l'immagine di una etichetta di birra e il secondo e' questa signora che, in barba al clima rigido, scia in costume da bagno. per ovvi motivi ho preferito la signora.
la buona notizia, comunque, e' che non c'e' traccia del deficiente in scooter che ho visto in giro stamattina.
uno slalomista a due ruote.
ce ne sono parecchi, non so se li avete mai visti.
non parlo del semplice passare in mezzo alle macchine per evitare le code nel traffico, quello lo fanno tutti, ci mancherebbe.... no... questi sono degli alberto tomba su due ruote, dei thoeni motorizzati. loro schivano, scartano, derapano, e poco manca che puntino il bastoncino e diano un colpo di reni per fare le curve.
sono dei fantasisti, completamente refrattari ai concetti di "specchietto retrovisore", "freccia", "prudenza" o "precedenza". personaggi per cui il codice della strada andrebbe riscritto da zero, inserendo i cronometristi, almeno due manches per ogni tragitto e delle penalita' per chi rispetta i semafori e gli stop.
il tizio di stamattina zig-zagava come un pazzo a circa 70 kmh in mezzo al traffico congestionato, evidentemente confidando sulla propria buona stella e sulla perizia degli altri guidatori (sia automobilisti che motociclisti) costretti a continue manovre di emergenza per evitarlo. me lo sono portato dietro per un bel tratto, in uno di quei vialoni di milano larghi come autostrade ma che col traffico delle 8 diventano una massa unica di auto in coda. e mentre io borbottavo bicilindricamente, passando tra due muri di macchine in seconda e con un filo di gas, me lo sono visto prima negli specchietti (ebbene si! io li uso! confesso!), poi di fianco (frenata di botto quando mi ha tagliato la strada scartando improvvisamente a sinistra) e poi davanti. e quando non sono riuscito piu' a vederlo, potevo sentirlo attraverso le sclacsonate furiose degli automobilisti incazzati.
e poi, al primo semaforo, la sorpresa. me lo ritrovo di fianco.
tanta fatica e poi abbiamo fatto lo stesso tempo di manche.
forse ha sbagliato le lamine?

lunedì 24 novembre 2008

_Per chi non capirà ,mai.

E domani mattina
ancora fieno in cascina
un piccolo att0 di eroismo
in un assordante mutismo
curvo sulla spiaggia dell'anima
osservo montare la marea
orbo di ogni accondiscendente platea

domenica 23 novembre 2008

_Terremoto





Sono passati quasi due mesi da quando non spolveravo il banco del bar
ho lasciato che filippo e pochi altri amici si aggirasero
un poco smarriti per le sale,
no ho risposto a nessuna mail,
a nessuna telefonata
a nessun messaggio,
difficile spiegarne il motivo
non riesco ancora a capirlo nemmeno io ,
non del tutto almeno.

Il post di Filippo , l'ultimo , mi ha scosso parecchio,
il momento è veramente brutto ,
la crisi lavorativa che c'è in giro mi fa paura e fa paura.
Cosa c'entra questo con il mio silenzio
con la mia vacanza?
c'entra,c'entra.

Anche io come altri cinquantenni sono stato al centro di un terremoto
professionale e lavorativo,
il mondo camba e va avanti
e bisogna abituarsi a pensare che quello che oggi è sicuro domani mattina
non lo sarà più.
bene il mio mondo è stato sconvolto alla radice,
le mie certezze sono state mandate a puttane
ne più ne meno di quelle di tanti altri come me.
Ma io sono stato più fortunato
mi hanno dato un'altra possibilità
ad un livello tra l'altro molto più alto
in cieli in cui non volavo più da almeno 7 anni .

Cosa c'entra con la mia assenza?
c'entra , c'entra.
IL mio futuro almeno a breve distanza
è molto poco gioco e molta seriosità,
ero disposto a mettere in gioco molto , forse anche tutto quel poco che avevo
per un sogno
un gioco
una utopia,
ma oggi credo che non ne valesse la pena,
giocarsi tutto per chi a sua volta non lo sta facendo
per te
è cosa stupida
è uno sprecare i doni del caso.

E allora concentrazione,
calma,
distacco ,
il gioco che ho iniziato
il tavolo cui mi sono seduto
richiede molta attenzione,
ce la metterò tutta,
sicuro magari di non stare percorrendo la mia vera via,
sicuro di stare giocando un ruolo che avevo deciso di abbandonare,
never mind
la vita è una cosa troppo seria
per buttarla via

una puttana non si innamora di chi la scopa
resta fredda e distaccata
non abbasserò più la guardia,
ho poco posto nel mio cuore per l'amicizia
non posso e non voglio sprecare quello spazio,
ci ho scritto alcuni nomi
molto pochi in verità,
e non so nemmeno se per loro
sono ancora amico ,
troppo tempo è passato senza dare segni di me,

pazienza,
era un rischio che dovevo correre
era qualcosa a cui potrà rispondere
solo il futuro
che vi piaccia o no
il prossimo spettacolo sarà molto diverso
e al bancone
è cambiata la marca di wiskey



venerdì 21 novembre 2008

_Nessuno e' perfetto

men che meno il sottoscritto.
la tentazione e' forte. sono qui, piu' o meno solo in questo bar. tutto intorno sedie rovesciate sui tavoli, aria polverosa e un gran silenzio.
dopo la terza o la quarta birra vengo colto da due impulsi.
il primo (comprensibile) e' quello di fare una pausa tecnica per eliminare i liquidi ingeriti.
il secondo e' quello di rimettere un po' d'ordine qui dentro.
ma siccome il boss non mi ha lasciato le chiavi dello sgabuzzino delle scope non posso fare molto. ci sarebbe quell'editoriale da ripulire, fermo a meta' settembre. bisognerebbe aprire le finestre e far entrare un po' di aria fresca, ma non so come fare.
e allora per non rompermi troppo non mi resta che parlarmi addosso. forse la cosa che so fare meglio. forse la sola che abbia mai saputo fare.
corrono tempi bui, e siamo tutti occupati a capire quanto danno ci portera' la crisi economica che fino a due settimane fa i nostri governanti dichiaravano inesistente e che ora sempre gli stessi governanti affermano essere la peggiore degli ultimi settanta anni.
aziende che falliscono.
blocco delle assunzioni.
gente che resta senza lavoro e che non ha la prospettiva di trovarne un'altro in tempi brevi.
tutte cose in cui mi trovo invischiato fin sopra i capelli, per mia sventura.
ma in mezzo a questo mare di melma ieri ho avuto una vera e propria rivelazione.
ho incontrato i responsabili di due aziende che si occupano di servizi alla persona molto esclusivi. una realizza voli su jet privati per top manager di grandi aziende, e l'altra eroga servizi di private concierge per ricconi (es. se vuoi organizzarti il weekend a londra in stile 007 con tanto di finto inseguimento su aston martin e sparatoria simulata, basta che chiami loro e per una non troppo modica cifra loro organizzano tutto).
giuro che sentir parlare questi due personaggi mi ha rimesso al mondo.
mi ha fatto capire quanto deliziosamente complicata sia la societa' che abbiamo creato, e quanto meravigliosamente assurda. quante contraddizioni ci portiamo dietro. quanti controsensi.
se da un lato c'e' chi non puo' pagare le rate del mutuo e rischia di perdere il tetto sotto cui si ripara assieme ai propri figli, dall'altro c'e' anche chi ha il problema di come spendere i soldi e di quale capriccio togliersi la prossima settimana.
meraviglioso.
giuro. senza ironia o sarcasmo.
mi e' venuto in mente che siamo talmente tanti e talmente piccoli (presi individualmente) da essere insignificanti.
e questo mi ha fatto pensare che i nostri problemi di tutti i giorni sono davvero nulla rispetto al grande schema delle cose.
tra 50 o 100 anni, nessuno si ricordera' di chi oggi perde casa, lavoro e soldi. cosi' come nessuno si ricorda delle vittime del '29. ci sara' un paragrafo in qualche libro di storia e tutto finira' li.
trovo che ci sia un che di rassicurante in questo.
di tranquillizzante.
i problemi che oggi ci sembrano insormontabili sono poca cosa analizzati su lunghi periodi.
detto piu' semplicemente, e con le parole dei nostri nonni, solo alla morte non c'e' rimedio.
e nell'attesa cerco di godermi ogni istante, guardando alle tante cose che ho. e facendone tesoro.
non ci resta altro.

_Moto



come sempre nei momenti peggiori parlo di moto. forse perche' per me la moto e' un'ancora di salvezza. un piccolo porto sicuro dove tirare il fiato prima di ributtarmi nel mare in tempesta.
comincia a fare fresco, non siamo ancora sottozero ma la mattina l'aria e' decisamente pungente; pero' la mia motina continua a fare il suo dovere scarrozzandomi ogni giorno in giro per la citta'.
ultimamante ho notato qualche segno di stanchezza.
la gomma delle pedane e' tutta consumata.
i riser sono da sistemare e il manubrio ha preso un gioco a dir poco inquietante.
devo controllare la pressione delle gomme, le pastiglie del freno dietro ormai dovrebbero essere trasparenti da quanto sono consumate e a dirla tutta non guasterebbe anche una bella lavata generale dopo il mese di diluvio che ci siamo beccati ad ottobre.
pero' lei c'e' e continua a farmi compagnia tutti i giorni sulla strada dell'ufficio.
ce ne andiamo in giro piano piano, un po' perche' siamo tutti e due mezzi ammaccati e un po' per prolungare il piacere del viaggio, sempre troppo breve.
lei fa il suo dovere e io mi godo quegli ultimi minuti di spensieratezza pensando solo alla prossima curva, al prossimo sorpasso, al freddo dell'aria in faccia e dimenticando tutto il resto.

giovedì 13 novembre 2008

_L'idiota



da sempre non brillo per perspicacia. probabilmente se mi facessero una radiografia, verrei fuori come homer, qui sopra. pazienza. ognuno ha i propri limiti.
e quindi nella mia idiozia continuo a non capire cosa cavolo sia successo su queste pagine, dove siano finiti tutti, e perche' qui ci sia sempre piu' puzza di muffa e polvere.
ma siccome mi piacciono i posti silenziosi, io continuo a venire.
tutti i giorni.
giusto per vedere che cosa succede.
perche' come tutti gli idioti, insisto nei miei errori, e perche' come tutti gli idioti sono un egocentrico che ama il suono della propria voce. ed il suono della mia voce lo sento meglio in un posto abbandonato come questo. di piu': in un posto come questo c'e' anche l'eco, quindi e' come se mi rispondessi da solo.
figata.
starei qui le giornate intere a sentirmi parlare e darmi ragione.
perche'?
non lo so.
sono un idiota. non ho mica la pretesa di capire le cose.
e come mi ripeteva sempre mio zio: "guardati dagli idioti piu' che dai cattivi, perche' i cattivi ogni tanto si riposano, gli idioti invece sono idioti in ogni attimo della loro vita e continuano a fare idiozie".
quindi io continuero' a venire a visitare 'sto posto abbandonato e a lasciarci i miei graffiti, finche' la url portera' da qualche parte e finche' avro' accesso per postare.
senza chiedermi perche'.
senza lambiccarmi il microcefalo su quale sia la ragione che ha spinto tutti ad allontanarsi.
senza capire.
e senza pretendere di capire.
come ogni bravo idiota che si rispetti.
del resto che ci si puo' aspettare da uno che sotto questa pioggia se ne va in giro in moto invece che in macchina come fanno tutti?
doh.

domenica 2 novembre 2008

_E dici cotica






novenbre ha per definizione
il ruolo di generatore
di tristezza
e malinconie


io penso che la tristezza
sia un'emozione troppo grande
per darne responsabilità
ad un foglio
di calendario


da ieri ho una strana sensazione
che scorre sotto la pelle
credo di aver trovato una nuova definizione
del sentirsi vecchi


vecchi si è
dal momento in cui ti rendi conto
che i libbri che leggi
non parlano più dell'uomo che vorresti essere
ma dell'uomo che sei


la vita è qualcosa di meraviglioso




giovedì 30 ottobre 2008

_La pajata mi è andata di traverso





fine di ottobre,
stranamente anche questo mese si sono sedimentati
un numero sufficientemente decente di messaggi
nonostante la latitanza
di molti
soprattutto del sottoscritto .

never mind

è così
malavidas era ed è un piccolo specchio
della vita e dell’anima
forse si sta maturando
forse si sta crescendo
forse dopo tanta malavida
sta arrivando quella buena.

vedremo

intanto la voglia di scrivere ogni tanto riaffiora
sulla punta delle dita
non tanto da straparlare in un editoriale
ma abbastanza per dire quattro cazzate a me stesso
e a chi vuole sentire

le parole sono spinte da immagini
eventi
foto o emozioni
c’è sempre qualcosa o qualcuno che le spinge fuori
le rende visibili e reali

stavolta è stata un a foto di un bellissimo panhead
linkata su un forum ben conosciuto
bello niente da dire
bello e belle le emozioni che esprimeva il fortunato possessore
aveva tutto quella moto ,una vera moto ignorante
peanut
sella sottile
pneumatici old stile
forcella springer
mezzo ape
filtro a phon
SU eliminator II
cambio a mano e frizione a pedale
insomma tutto
tutto quello che si può immaginare e desiderare su un chopperino.

eppure stonava o stonava solo alle mie orecchie
ed una stretta allo stomaco mi lasciava piegato in due
è la sensazione di accerchiamento
di invasione
di intrusione
i chopper una volta erano gli oggetti realizzati da chi li guidava
erano il frutto di uno spirito selvaggio e ribelle
la creatività condensata in ghisa e alluminio
non c’era il choppershop
non c’erano i negozi dove andare e dire mi da 300 kg di chopper
e un paio di fette di bobber,grazie

i chopper erano e basta
i chopper eravamo noi
erano ragazzi che smontavano e rimontavano motori
e motorini per renderli più fighi
per farli andare di più
spesso solo per farli andare.

sono stato contento per quella persona
ha una moto stupenda
e magari è anche una persona “giusta”
uno che ha i gusti giusti, che ama le cose di una volta
etc etc

ma mi ha fatto tristezza
la moto , non lui.

se questo è il mondo dell’old school , se questo è il grande circo
dove come oche agitiamo grassi culi
convinti di stare rivivendo un epoca che non esiste più
convinti di trovare in quei vecchi cilindri ansiosi
la certificazione della nostra realtà
fanculo
non mi ci ritrovo

è sempre così,
trovi un posto ,
una vecchia trattoria lungo una strada di campagna
vecchia e sgangherata
l’oste è un tipo burbero
la moglie in cucina fa solo due piatti in croce
coda alla vaccinara e paliata
sei stanco ti fermi la moto e la tua gola si dividono
la polvere del viaggio
mangi da dio e paghi un cazzo
sei felice, ti senti arrivato in paradiso
ti senti di aver scoperto il nuovo mondo
ti senti perfetto

i mesi e gli anni passano
continui a viaggiare per polvere e asfalto
conosci donne e trattorie
addenti seni e mozzarelle di bufala
ma la vita e il caso ti fanno riapprodare nella vecchia trattoria,
che ora è certificata , ha 5 calici e 8 stelle
ha l’haccp e l’iso
e tavoli di design e tovaglie di fiandra
cristallo e argento a circondare piatti minimali
ed un menù grosso come la bibbia
ed un lista vini lunga quanto una quaresima.

ti guardi in giro , la sala è piena
tutti supermanager che mangiano vaccinara e pajata
si sporcano le mani , ma solo un poco ,
si lordano la camicia ,ma solo un poco ,
giocano
fanno il gioco del “pranzo in cascina”
fuori i cayenne e le mercedes aspettano tranquilli,
stasera si torna a casa
stasera si torna alla vita vera
questa è solo hobby ed ostentazione.

la tua moto è ancora calda ,
mentre la pajata è fredda e schifosa
non c’è scelta non c’è dubbio
riparti

hanno sporcato un pezzo di mondo ancora
lo hanno sprecato
ed un senso di perdita
gocciola giù dall’occhio
e macchia la camicia

PS: ho deciso di attaccare questo scritto anche nel bar di Frank
per amicizia verso di lui
per pigrizia verso di me

venerdì 24 ottobre 2008

_Easy Rider



l'altra sera ero solo in casa e la tv proponeva i soliti programmi demenziali, quindi, senza manco pensarci, ho acceso il lettore e messo dentro il dvd di easy rider.

non so quante volte ho (ri)visto il film. tante. eppure ogni volta mi piace.

non ho voglia di stare a lambiccarmi troppo il cervello sul perche' mi piaccia. mi piacciono le moto, i paesaggi, la colonna sonora, i dialoghi un po' allucinati e sconclusionati.

e mi piace il messaggio.

anche se in un certo senso ogni volta mi fa male, quando sento george hanson (jack nicholson) ripetere che una cosa e' parlare di liberta' ma essere veramente liberi e' diverso.

se guardo attorno a me vedo segnali preoccupanti: casa, mutuo, macchina (per fortuna non mia), rate, ufficio... sono tutte gabbie in cui mi rinchiudo ogni giorno.

non sono libero. non nel senso proposto dal film, per lo meno.

non posso montare in sella e partire per andare chissa' dove e arrivare chissa' quando.

occupo una casellina piccola piccola in un mondo grande grande, ma se mi sposto altre caselline rischiano di andare fuori posto, come in un micro-domino. e allora me ne sto fermo e incasellato.

pero' la cosa non mi pesa, lo faccio perche' so che e' cosi' che deve essere ed e' cosi' che funziona in qualsiasi societa', umana o animale. ognuno ha un posto. ognuno deve avere un compito.

e sono felice cosi', anche della mia mancanza di liberta'. sara' grave?

forse no.

perche' in fondo se ci pensi il caro george una cazzata l'ha detta. wyatt e billy secondo me non rappresentano la liberta', rappresentano l'anarchia. loro sono fuori dal mondo.

questa e' liberta'? secondo me no. e' semplice rifiuto delle regole.

per essere libero alcune leggi e regole le devi accettare, quanto meno quelle che servono a proteggere la liberta' degli altri.

chissa', forse parlo cosi' perche' non sono libero e cerco di dare un senso a questa mia schiavitu', di razionalizzarla. mah... quante menate.

resta comunque il fatto che e' un bel film. e che mi fa sempre venire una gran voglia di fare un giro in moto.

mercoledì 22 ottobre 2008

_Occhiali



vacca porca se mi ci voleva pure questa. ieri sera mentre tornavo a casa vedo un'ombra nera che mi passa sul retrovisore sinistro e in un attimo capisco di essermi giocato gli occhiali.
saltati via come un tappo di spumante.
e visto che siamo a milano e non in qualche cazzo di strada di campagna, nel giro di 3 millisecondi ci sono passate sopra quindici macchine, frantumando le lenti e rendendoli irrecuperabili.
stamattina ho fatto la stessa strada e li ho visti ancora li, abbandonati sul ciglio della strada. semidistrutti.
fanculo.
adesso mi tocca arrangiarmi con la bolla finche' non rimedio una soluzione. solo a pensarci mi viene la claustrofobia.

sabato 18 ottobre 2008

_Guerra


la notte è ancora alta
stanco ,
desideravo riposare
sulle verdi colline del mio amore.
un vecchio pirata
alla fine dei suoi mari.
ma la vita bastarda ha spinto di nuovo
la mia chiglia al largo
non ho ancora diritto di fermarmi
la battaglia si sta avicinando di nuovo
sento tamburi ed arpe celtiche
la mia Itaca dovrà ancora attendere
una sola speranza
che sia l'ultima
e poi
la pace

giovedì 16 ottobre 2008

_Sorry, doveva essere un editoriale


Lo so , è un deja vu, ne ho già magari parlato anni fa
Ne hanno parlato tanti
E tenti ne parleranno ancora,
per cui scuserete la mia demenza senile,
è noto che i baristi parlano spesso da soli
e fanno sempre gli stessi discorsi .
La stura a questa considerazione me l’ha data un trafiletto
Sull’ultimo Motociclismo,
una di quelle lettere al direttore che campeggiano in genere
tra una foto dell’adorato pargolo a cavalcioni su una supersportiva (gli occhi sbarrati come a dire ma checazzocistoafarequa)
e quella della coppia felice o pseudo tale che in abito da cerimonia poggiano le
nubende chiappe su un lucida custom,
insomma in quelle pagine che di solito salto a piè pari..
Ma a volte la noia è tanta
E sarei capace di leggere anche l’elenco del telefono di Bombay.

Bene il trafiletto recitava così più o meno :

-caro direttore ho sempre guidato moto , etc etc , sono un motociclista vero sa?,
ma ora ho comprato uno scooter per comodità, per andarci al lavoro ,sa in città sguscio tra le auto come una biscia, ed ecco che ,nonostante abbia l’abitudine ogni volta che incrocio
un altro motociclista di salutarlo, nessuno mi risponde
nessuno mi si caga.Ma allora è vero che i motociclisti sono dei razzisti nei confronti degli scooteristi? Saluti e baci etc etc-

poche parole che mi hanno suggerito diverse considerazioni :

la prima : ma perché se due proprietari di Fiat Multipla si incrociano sulla tangenziale non si scanalano? Oppure perché se due che indossano la stessa felpa Murphy & Nye se si trovano in ascensore non si baciano ed abbracciano ?Ah già lo spirito motociclistico ci rende tutti fratelli, ma mi raccomando solo quando siamo con il culo sulle nostre beneamate moto , altrimenti possiamo fare quel che cazzo ci pare. Ed anche lì mi immagino che se dovessi salutare tutti quelli in moto e motorino che incrocio nei 60 km di strada che faccio tutti i giorni su Esmeralda bhe avrei il braccio anchilosato oppure avrei rischiato la vita mille volte per l’ovvia distrazione dalla guida.
Ma insomma , il saluto si da non indistintamente a tutti ,perché la generalizzazione stessa lo svilisce e lo svaluta, ma questa è storia vecchia.

Seconda considerazione: in città lo scooter è più comodo , bene è qui che mi rendo conto che IO NON SONO UN BIKER VERO, cazzo non sono mai caduto guidando un Electra su una rotatoria, non avverto il classico sculettamento se passo da un dyna a un softail, e guido il mio NT nel traffico di Verona senza problemi. Mi rendo conto che sono grosse deficienze. Ma cosa vuol dire più comodo? Tra un burgman 600 e un Night Train dove è la differenza di ingombro?
La sensazione è che bisogna rendere l’azione di guidare la moto , più pericolosa di quanto sia , dobbiamo declinare i rischi così da sentirci più fighi quando li affrontiamo . Ed allora giù caschi superintegrali, paraschiena, paraspalle, paracollo, parapalle. E giù di strap on catarifrangenti , di giacche con rinforzi e scarpe dedicate. E’ giusto così, la vestizione , il rendersi catafratti in armature tecnologiche piuttosto che in pelle nera e cruenta, ci rende più estranei agli occhi dei “civili” , e allora cosa importa se in moto ci facciamo si e no casa bar e ritrono , cosa importa se non abbiamo mai superato i limiti di codice, avere le saponette (magari intonse) segnala agli altri che siamo gente che sfida il pericolo , tutti i giorni. E questo vale anche per i signori dark , chaps, giubbotti che stanno in piedi da soli, stivaloni police e casco rigidamente non omologato . Segnali differenti per lo stesso messaggio: SONO UNO CHE AMA IL RISCHIO, PER VIVERE IO CAREZZO LA MORTE. Quante cazzate, ricordo un filmato sui Sinners, finita la moto tutti quanti sciamano fuori dal garage come api impazzite e corrono su una splendida ed affollata Highway, senza tante ciance , senza tanti fronzoli, così come stavano in officina, chi in tuta chi in t-shirt o in gilet smanicato , un baschetto, scarpe da tennis e via.
Perché la moto dovrebbe essere questo
Un estensione delle nostre anime
Un oggetto che completa il nostro corpo
E realizza il nostro spirito

Ok , ho finito di sproloquiare, vado via,
ma ripensandoci mi viene in mente un’altra domanda da afre
allo sconosciuto autore di quelle poche righe:
cosa ti ha spinto a scrivere (a prescindere dal giudizio su cosa hai scritto)
ad uno sconosciuto direttore di rivista?
Cosa ti aspettavi?
Risposte
Vaticini
Sicurezze?

Beato te

mercoledì 15 ottobre 2008

_Come un buon caffè

continuo a pulire il bancone
un gesto apotropaico
e sincopato

osservo i cerchi disegnati dalla mano
sul piano di marmo levigato
lo straccio danza
con il ritmo di un vecchio fred astaire

è così semplice vivere
se lasci che i tuoi sogni
gocciolino giù
da una vecchia macchina da caffè

il sole entra nel bar giù dalla veneziana
e si sdraia sul vecchio pavimento
in righe sottili

poca gente sparsa in giro
appesa a tavoli di formica
la vita può essere bellissima
se lasci che ti viva

martedì 14 ottobre 2008

_Dal Corriere della Sera e non dei Piccoli

I veri leader si circondano di persone motivate e capaci
Per fare prosperare e vivere a lungo un' impresa o un' istituzione, il capo non deve solo saper scegliere ma anche formare i suoi collaboratori, farli crescere. Per riuscirci deve occuparsi di loro, motivarli, metterli alla prova, correggerli, farli tentare di nuovo. Ho visto però molti imprenditori, molti manager e alti funzionari pubblici che invece tendono a concentrare tutto nelle proprie mani. Assegnano ai collaboratori un compito limitato, specifico, gli forniscono solo poche informazioni. E guai se qualcuno allarga un po' la sua visuale, se fa nuove proposte originali, se prende iniziative. Perché agiscono in questo modo? Alcuni lo fanno perché sono dei mediocri, non sanno affrontare e risolvere i problemi, non sanno decidere. Chiacchierano, promettono, rinviano. Non delegano perché temono che i collaboratori possano superarli, sono terrorizzati all' idea che qualcuno di essi possa offuscare il loro ruolo e, domani, usurparne il posto. Invidiano chiunque emerga e perciò lo frenano, lo frustrano, lo paralizzano. Ci sono però anche dei capi che, pur essendo attivi ed energici, non delegano e non insegnano. Di solito lo fanno perché non hanno fiducia negli esseri umani, sono sospettosi, vedono dovunque complotti e intrighi e temono che i dipendenti possano sbagliare e fargli fare cattiva figura. Vogliono attorno a sé solo degli esecutori, non dei collaboratori. Per giustificarsi dicono che non trovano persone capaci, in realtà sottovalutano gli altri e sopravvalutano se stessi. Sono autoritari, vogliono essere gli unici protagonisti dell' impresa, però quasi sempre falliscono perché perdono tempo in questioni di dettaglio e trascurano quelle importanti. Ci sono infine dei capi che non fanno crescere i propri dipendenti perché pensano solo a se stessi. Non gli importa nulla dell' istituzione che governano, del suo sviluppo, del suo futuro, vogliono solo far bella figura e aver successo finché la dirigono loro. Non gli interessa cosa succederà dopo, non vogliono né un continuatore né un erede, non gliene importa niente. Chi si preoccupa allora di fare crescere i suoi, di formarli, di farli diventare dei capi? Solo chi si sente tanto forte da poter aiutare gli altri, solo chi pensa più all' istituzione che a se stesso e si considera uno strumento per orientarla ad inventare cose buone e che durano nel tempo. E comprende che, se si circonda di persone motivate, valide e capaci, alla fine ne avrà meriti e riconoscimenti.


Questo articolo è di Francesco Alberoni , era ieri sul Corriere della Sera ,personalmente non amo molto questo autore,da quando ho letto “innamoramento ed amore” mi sembra sempre che scopra l’acqua calda, e poi mi da fastidio dovergli dare sempre ragione.
Ma questo articolo mi ha colpito , e non per l’argomento specifico , ma per come questo è declinato ogni giorno da tutti noi , in molti momenti delle nostre vite.

Ho conosciuto tante persone che preferiscono essere amiche di chi è poco più che nulla, circondarsi di persone false di gente da poco. Ma questa loro inferiorità, spesso palese, è vissuta come un vantaggio dal leader, perché enfatizza ancora di più il proprio potere, la propria prestanza.
L’amicizia non può e non deve avere nessun riscontro razionale, questo è ovvio, ma se anche avere amici validi significa affrontare rapporti spesso più difficile, più complessi e soprattutto più esigenti, il vantaggio che possiamo avere da amicizie simili è enorme.

Bisogna avere il coraggio di essere “amici”, scegliere il meno è spesso sintomo di un desiderio magari inconscio di non essere veramente amico ,ma di restare separato , di non concdersi di avere sempre un piede sulla riva e l’altro sulla barca.

Quanto spreco ,
essere amico di qualcuno
concedere a qualcuno la propria amicizia
è un’esperienza così grande
che non dovremmo mai farla a cuor leggero.

Bisogna lasciarsi andare
Aver paura
Non aiuta a vivere

lunedì 13 ottobre 2008

_Equivoco



domanda: scusi che ore sono?
risposta: ieri ha piovuto , non ci sono più le mezze stagioni

il mondo è strano
tanta gente parla e dice cose senza senso
convinta di dare le risposte
attese dal mondo

fucktheworld

_La lavasciuga

Con gli anni imparerò
a far scorrere i sentimenti sulla pelle
gocce d’amore
che correranno
senza bagnarmi.

Un refolo d’aria carezza il mio volto
lo segna di rughe dolci
e ricordi amari,
“esmerlada” scivola piano lungo la statale
tossendo tubercolotica
non cerco più fuffa solo vento
per asciugare un anima
ancora fracida

domenica 12 ottobre 2008

_Il bar riapre



una delle canzoni che più mi piacciono del Liga
è quella che ho messo oggi sul blog
BAR MARIO
e quale altra potrebbe essere?

non è solo per il senso agiografico del titolo
ma per il modo incui disegna
personaggi e icone
che sono tanto naif quanto autentiche
mi ricorda "bar sport" di Benni

mi ricorda la mia vita

sono passati tanti personaggi davanti ai miei occhi
tante scoregge hanno gonfiato le vele dei mniei ricordi

"tanto rombo domani ripasserà"

ecco
il Mario del bar
non si arrabbia , non impreca,
è più bravo di me lui

sa che gli stronzi
sono come la pioggia d'inverno
nessuno la ama
ma tutti sappiamo che arriva

ho messo su una vecchia foto della mia moto , in una livrea che ha fatto
ancora meno chilometri del solito
però mi piace.

Quella era la mia moto
tocca che la ricompri prima o poi
per ora
poi

ho cercato troppo la perfezione negli uomini
e nelle cose
ho cercato di mandare sempre tutto troppe bene
ho cercato di fare "filotto" a tutti i costi
invece di andare all'impallo

forse non vincerò mai un incontro
ma resterò in piedi
in quello sono bravo

Il bar è aperto di nuovo ,
il barista è ancora più incazzato del solito
ma ai brutti ceffi che si afafcciano di tanto in tanto
è comunque affezionato

tanto i fighetti di qua non passano.
poco neon
poche patatine
e le sedie sono tutte occupate

venerdì 10 ottobre 2008

_Per un amico ,forse




sono andato a remare in mari dimenticati
ho provato a guardare attraverso la nebbia dell'amicizia
ho seppelito tombe di passioni
ho rimesso vecchie ossa
in carcasse di noia

ma sono tornato
ma ne sono tornato

ho scritto queste parole ad un amico che mi chiedeva che fine avessi fatto
le graffio qui su questo foglio nero come la pece.

ho pensato a lungo di abbandonare questo posto
ho pensato a lungo di rinunciare ad amici veri per non dover sopportare quelli finti
ho pensato a lungo .......

forse non ancora abbastanza
la rabbia che provo è ancora troppa
lo schifo che provo è ancora troppo
c'è odore di merda
in giro per il mondo

ho voglia di cose vere
se deve essere finzione che almeno mi porti soldi e successo
niente amore per me
solo sesso

giovedì 9 ottobre 2008

_Il re guerriero



c'era una volta, in un paese molto lontano, un vecchio re.
dovete sapere che era talmente vecchio da non riuscire quasi piu' ad andare a cavallo per le terre del suo regno, ma in fondo poco importava perche' il suo cavallo era anche esso assai vecchio e preferiva starsene al caldo nella stalla a curarsi i malanni.
il re gli faceva spesso visita e procurava che la povera bestia avesse sempre il fieno migliore e l'acqua piu' fresca, perche' la vecchiaia non gli fosse di peso e potesse trascorrere serenamente i suoi ultimi giorni.
il re amava passare del tempo col suo fido destriero, che tante battaglie aveva vissuto. si occupava lui stesso di ferrarlo e di strigliarlo e se per caso il cavallo doveva essere medicato, non c'era un solo veterinario in tutto il regno che avesse il permesso di avvicinarsi alla bestia!
di quando in quando il re riusciva ancora a montare per recarsi alle riunioni di gabinetto.
era qui che massimamente la sua saggezza trovava impiego e sfogo. il re infatti aveva saputo circondarsi di ministri capaci e fidati, onesti come non se ne erano mai veduti, e sempre pronti a sacrificare il proprio interesse in favore di quello dei sudditi e di tutto il regno. ad ogni riunione, il re ascoltava pazientemente e in silenzio le relazioni di ogni suo ministro, che esponeva anche le proprie idee per migliorare l'andamento delle cose, e solo una volta che tutti avessero terminato di parlare, il vecchio re prendeva la parola per esprimere il proprio pensiero. quanta saggezza e quanta esperienza trasparivano dalla poche e semplici parole del sovrano! tutti i ministri, anche i piu' orgogliosi e sicuri di se, non potevano far altro che approvare i motti regali ed inchinarsi alla grande saggezza della corona.
i sudditi erano felici ed il regno prosperava.
finche' un giorno come tanti altri, il re decise che era giunto il momento di ampliare i confini del regno.
chiamo' a raccolta tutti i suoi ministri ed i capitani d'armi, ed annuncio' loro la decisione, affidando a ciascuno di essi dei compiti precisi. la guerra col vicino principato era gia' dichiarata, non restava che fare un piano di battaglia ed armare gli eserciti.
tutti funrono colti di sorpresa. tanti anni erano trascorsi dai giorni in cui le conquiste del re avevano suscitato gli entusiasmi delle folle, e nessuno certo si sarebbe aspettato che il re decidesse di tornare in battaglia.
e fu cosi' che successe una cosa assai strana, quasi tutti gli uomini che il re considerava tra i piu' fidati, espressero in pubblico il proprio consenso, convinti come erano che si trattasse di una burla. "il nostro sovrano in guerra?" dicevano tra se e se "ma se ormai non riesce nemmeno a montare in sella. figuriamoci quanta possa essere la sua sete di conquista! si tratta certamente di una celia".
ma il re non era mai stato cosi' serio in tutta la sua vita e convinto come era di avere il supporto e la fiducia del proprio gabinetto, gia' andava stringendo alleanze e patti per meglio trarre vantaggio dalla future conquiste.
nessuno sapeva da dove il re avesse tratto questa nuova sferzata di energia e di sete di conquista e nessuno oso' chiederglielo, ma il motivo era semplicissimo: egli si era reso conto di come il suo regno fosse ormai divenuto semplice da governare, ed era certo di poter e dover lasciare una ben maggiore eredita' a suo figlio il principe, ormai prossimo alle nozze.
i preparativi per la guerra furono lunghi e non facili. il re dovette anche separarsi dall'antico destriero che ormai non avrebbe potuto sostenere l'urto della battaglia, in favore di una giovane cavalla nervosa che mal reagiva agli imperiosi comandi del sovrano.
i giorni passavano, ed ogni tramonto portava un'amara sorpresa: i ministri, che prima apparivano cosi' fidati, si defilavano ad uno ad uno, rimettendo il proprio incarico nelle mani del re, poiche' essendo (dicevano) uomini di pace mal si sarebbero adattati a governare un paese in guerra.
dopo pochi mesi dal suo annuncio trionfale, quasi nulla era rimasto del gabinetto reale. tutti, ad eccezione di uno sparuto gruppo di cavalieri, avevano abbandonato i propri incarichi non appena si erano resi conto che la decisione del re era quanto mai ferma e concreta: egli intendeva davvero muover battaglia verso nuove terre e gloriose conquiste.
povero vecchio re, sentiva dentro di se una forza rinnovata ed un'energia incredibile, e ciononostante era ormai certo della disfatta.
il giorno stabilito per la battaglia, l'alba colse il sovrano in sella alla sua cavalcatura, ormai perfettamente domata, ritto e intrepido di fronte al confine.
gli eserciti nemici, che avevano saputo delle defezioni e che erano quindi certi del fatto che nulla sarebbe accaduto, non si erano nemmeno curati di presentarsi all'appuntamento e questo forse piu' di ogni altra cosa feriva l'orgoglio di combattente del vecchio re.
mentre rifletteva sul da farsi col viso rigato da lacrime di rabbia, senti' alcuni cavalli avvicinarsi da est e voltandosi, riconobbe i cavalieri che gli erano stati fedeli fino in fondo.
"andate" disse il re quando questi lo ebbero raggiunto. "non vedete che ormai tutto e' perduto? non ci sara' battaglia ne' conquista ne' gloria qui oggi, ed i nostri confini non si amplieranno di una sola spanna".
i cavalieri, come un sol uomo, si tolsero l'elmo, scesero da cavallo ed avanzarono verso il confine, superandolo di un passo soltanto.
poi uno di loro si volse indietro e disse: "venite maesta', torniamo a palazzo. come vedete il mondo lo si puo' conquistare anche un solo passo alla volta"

mercoledì 8 ottobre 2008

_Che stanchezza


La stanchezza è un fatto puramente mentale.
Passo giornate in mezzo alla giungla di mille piccoli problemi. Combatto quotidianamente con mille allerte e mille attenzioni accese. La mente non stacca un attimo.
Concentrazione e attenzione sempre ai massimi livelli.
Prontezza e riflessi reattivi ad ogni domanda e ogni domanda necessita di una risposta veloce e precisa.
E alla sera sei stanco.
Quella stanchezza che ti fa chiudere gli occhi appena arrivi a casa .
Il tempo per levarti le scarpe , la giacca e poggiare la borsa prima di stendersi pigramente sul divano.
Accendi la tele , per un pò di chiasso e ti abbandoni.
Palestra , allenamento , il bucato , la cena non esistono più.
Esiste solo la tua testa che si allegerisce. Esiste solo la tensione che si allenta e ti fa chiudere gli occhi.
E dormi e sogni mentre la tele urla programmi insulsi e mentr fuori le ombre hanno già sostituito le luci del giorno.
Stanchezza . Non quella benedetta stanchezza fisica . Quella dei dolori muscolari .Quella della schiena a pezzi.Quella benedetta stanchezza che con una dormita e un pò di riposo , leggermente spariscono .
Quella meravigliosa stanchezza di chi guida un furone tutto il giorno o scarica casse con un muletto .Quella stanchezza che , nel week end , tra un pizza e un cinema è solo un ricordo.

La mia stanchezza non mi abbandona mai.
Allenta i miei riflessi.
Inibisce tutti i miei entusiasmi.
Mi fa sembrare tutto estremamente pesante.
Prendere la moto ...che fatica!
Andare a cena fuori...che fatica!
Vestirsi per uscire ...che fatica!
Fare qualsiasi cosa...che fatica!

Nessuna pulsione.
Nessuna reazione.
Solo stanchezza.

venerdì 26 settembre 2008

_Il cilicio



a volte credo che mi piaccia farmi male,
come l’integralista che sotto i vestiti
ferisce le sue carni con un tragico cilicio.
e nel punirsi trova la forza per andare avanti .
fin da quando ero ragazzo ho sempre pensato
che il dovere venisse prima del piacere
e questa brutta abitudine
l’ho portata avanti per tanti anni
forse troppi
poi alcune brutte esperienze
alcuni brutte scoperte
mi hanno fatto morire e rinascere
come una fenice sui generis,
e piano piano
mi è sembrato di ritrovare
il piacere di godere per me stesso
di godere per cose semplici
insomma il piacere di vivere serenamente.
ma la vita è spesso
un inseguirsi di corsi e ricorsi storici
e i fogli del calendario
alla lunga si assomigliano tutti
e così di nuovo preso nella morsa del dovere
nell’incapacità di lasciarmi andare
di nuovo a glissare il piacere
di nuovo a ingobbirmi
a fissare un punto là davanti
come fosse un pallone da rugby
e tu dovessi prenderlo prima
che i mediani o i piloni
ti spezzino le costole
e allora il tuo mondo si fonde in quell’unico puntino
microscopico
quasi insignificante
ma per te diventa tutto
perché sei convinto che ogni distrazione
ogni cazzeggio
ti farebbe perdere l’equilibrio
e perdendo l’equilibrio
perderesti te stesso
ciò che sei
tutto ciò che sei
stupido uomo
che voleva farsi pupazzo

la ricreazione è finita
la campanella suona il ritorno
in classe

giovedì 25 settembre 2008

_Back to basics



oggi e' una di quelle giornate.
quelle giornate in cui sembra (sembra?!?!) che non te ne possa andare una dritta e la merda ti piove addosso un po' da tutte le parti.
e allora ti accorgi che hai bisogno di semplificare la tua vita, tagliare il tagliabile, via tutto quello che non serve.
ho deciso di farlo simbolicamente con questa foto. e' un po' che non parliamo piu' di moto da queste parti e forse serve un ritorno alle origini.
qui c'e' tutto quello che serve.
una moto.
nera.
essenziale.
senza fronzoli.
non una show-bike, ma una moto fatta per macinare kilometri.
oggi non ho voglia d'altro. ne' di voli pindarici, ne' di sogni, ne' di progetti.
oggi sto coi piedi per terra a guardarmi questa moto che, combinazione, somiglia tanto alla mia e che mi fa pensare a viaggi interminabili, con quella borsa enorme piena del poco che serve quando non hai zavorra attorno. pochi vestiti, un sacco a pelo e una dose opportuna di tabacco, poi il resto lo trovi per strada.
mi piace il contrasto tra il nero del night-train e il cromo della forcella springer e del manubrio.
l'ape-hanger ha uno stile pulito e essenziale, con i cavi ben nascosti all'interno. non c'e' niente di piu' di quello che serve.
e' una moto che puoi usare per un run da 1 settimana o per andare a comprare le sigarette all'angolo.

questa foto e' il simbolo del mio stato d'animo. oggi non ho davvero voglia di niente di troppo complicato. ho solo bisogno che arrivi domani, perche' so che domani sara' meglio. perche' domani spero di poter parlare ad una persona che con gli anni ho imparato ad amare come un fratello e che adesso (forse) ha bisogno di me.

troppo complicato da spiegare.
oggi non ne ho voglia.
oggi sono senza fronzoli.
senza orpelli.
e nero.

_Libertà

un petalo per volta cade
un sogno
un amore
una vita
e orbato di colori e profumi
resti ,gambo legnoso
rifiuto per altri
libero per te stesso


sera, la luna vernicia di lamè d’argento i contorni del mio sguardo ,il suono del mondo sbiadisce piano e la vita intorno a me scorre veloce, persone, come formiche impazzite ,costruiscono il nulla dei loro cuori ,pallide maschere corrono in preda a sogni che io non vedo più,
mi concentro per scendere
ma forse non serve, basta alzare lo sguardo,c’è sempre una stella al nostro nord.

lunedì 22 settembre 2008

_Ars amandi



argomento insolito: non si parla di moto, di viaggi o di meccanica. si parla di sesso.
qualche giorno fa una collega mi dice di essere stata invitata ad un aperitivo da una nota casa produttrice di preservativi. devono "spingere" un temporary shop che hanno aperto da poco e fanno promozione tra i giovani, nulla di strano.
il giorno dopo la stessa collega, un po' per scherzo e un po' per cortesia, riempie l'ufficio di gadget: creme, cremine, unguenti per massaggi "particolari" e lubrificanti di ogni genere e tipo.
a me che quando mi dicono "lubrificante" penso subito all'olio motore, tutto questo incremarsi di qua e ungersi di la' ha fatto venire in mente che al giorno d'oggi nemmeno il sesso si salva piu' dalla logica del profitto.
siccome lo slogan "far bene l'amore fa bene all'amore" non basta piu', adesso si sono inventati che far bene l'amore fa bene e basta. a tutto. alla pressione, allo stress, al colesterolo, alla sciatica, e chi piu' ne ha piu' ne metta.
per carita', nulla da eccepire. solo che parrebbe che per far bene l'amore adesso non basti piu' incontrare una controparte degna delle nostre attenzioni, corteggiarla, invitarla a cena, recitare dei versi a memoria guardandola negli occhi e cercare di passare al "dopocena". no. adesso serve un armamentario degno del massaggiatore della squadra olimpica di atletica: luquidi di ogni genere, anellini di plastica dagli usi inimmaginabili (uno me lo sono dovuto far spiegare due volte e confesso che ancora adesso non mi e' molto chiaro), creme che danno sensazioni di calore, altre che servono a rinfrescare, vibratori di ogni tipo e chissa' che altro.

ormai per una ragazza e' facilissimo capire se il suo cavaliere ha intenzioni bellicose: se si presenta all'appuntamento con una valigia stile commesso viaggiatore, allora vuole andare oltre il bacio della buonanotte, altrimenti ciccia.
non credo di essere un bacchettone, ma certe mode preconfezionate mi danno un po' fastidio. adesso va di moda spiattellare tutto in faccia a tutti. ho letto in rete di donne (giuro!) che tengono il calco in lattice del pisello del proprio partner in bella vista, pronte ad esibirlo in caso di visite di ospiti. ora, va bene la liberazione sessuale, ma siamo sicuri che tutto questo faccia veramente bene alla coppia? l'atto amoroso non dovrebbe restare una cosa intima, segreta, che genera complicita'? oppure e' giusto spiattellare tutto in pubblico, compresi i dettagli piu' minuziosi?

a me viene in mente "brave new world" di huxley, con le sue orge interminabili. che cosa succedera' quando passera' l'ubriacatura data da questa grande liberta' di costumi? torneremo a un puritanesimo stile inghilterra vittoriana (altrettanto poco auspicabile)? perche' siamo sempre condannati a oscillare tra due estremi, senza mai trovare un punto di equilibrio, anche in cose cosi' semplici e belle come l'amore?

...mi sfugge....

_L'eccezionalità della solitudine


respiro
respiri
le anime si intrecciano
facendosi dolore

sparirai nel mondo
o sarò io
a non esserci più

amicizia
amore
passione

non cambia il mio destino di loner

tocca farmene una ragione

venerdì 19 settembre 2008

_Vintagemania

Ok , come al solito si parla tanto del proprio ombelico ,si discute in punta di fioretto , si dice e non dice, si parla per aforismi e sillogi, bene bene bene.
Allora siccome è inutile discutere su scettri di comando su ruote di timone e roba similare , ed è inutile perché finche si guarda il serbatoio la moto non cammina.
Cambio marcia e parlo d’altro , senza minimalismi poetici , senza giri di verbali e mezze verità nascoste nelle parole.
Pensavo qualche giorno fa al grande ritorno dello stile retrò, all’affermarsi del vintage in tutto ciò che ci interessa e circonda. Elettro domestici , vestiti , auto e last but not least moto .
Ho incrociato ieri una Guzzi V7 nuova, stesso serbatoio di quella che mi faceva impazzire a vent’anni, stessa architettura di motore, e tante piccole ruffianerie per convincere chi c’era sopra di stare guidando un pezzo di storia.
Ho pensato che in fondo è un poco quello che facciamo noi poggiando il culo sui “vecchi” V-Twin di Milwaukee. Cavalchiamo la storia no?
Credo che la moda del vintage porti dentro una motivazione più profonda che quella di soddisfare un semplice gusto estetico, è il tentativo di permettere a persone “qualunque” di fare propri valori e traguardi che non sono stati in grado di raggiungere nella realtà , perché nati troppo tardi oppure perché incapaci di meritarseli.
Ma quello che rendeva fantastiche e sognabili quelle Icone era proprio la difficoltà di poterle avere, la loro contestualizzazione in un determinato periodo storico e sociale . Estrapolati da tutto ciò quegli oggetti , le linee da loro suggerite non sono altro che segni banali , plastiche e lamiere che non dicono nulla di più di “nulla”.
L’elenco è lungo tanto quanto la fantasia dei designers, degli stilisti , dei D&G dei poveri , pensate alla vecchia Vespa e alla nuova , alla Mini e a quel coso a 4 ruote che gira in mano a fighetti e giovani rampanti e potrei continuare con appunto la vecchia V7 sport, oppure la Bonnie d’antan rispetto alla nuova ,e poi …., bhe la lista sarebbe troppo lunga , certo ci sono anche i nostri “ferri” in tutto ciò , anzi per qualcuno potrebbero essere la massima espressione di questo ammiccare ruffiano a ciò che altri erano e noi saremmo voluti essere, senza la fatica di avere il culo a 10 cm dall’asfalto come nella vecchia mini , oppure senza la difficoltà di guidare con il motore dissassato a destra come nella vespa, senza avere le rotture di coglioni di un vecchio shovel .
Penso invece che guidare un softail springer oppure uno street bob o un dyna non ha nulla di vintage, chi sceglie queste moto può sceglierle per il rumore per il “torque” che prende le budella e te le gira ogni volta che fai battere in testa i cilindri, per il piacere di stare seduto raso terra, per la linea , insomma per cose che non c’entrano nulla con il far vedere, con il dimostrare .
Il patologico viene fuori quando si tenta di trasformarle in statue di moto che non esistono più , selle con le molle su moto con iniezione, borse con le frange su moto raffreddate a liquido , accensioni a pedale su moto con compressioni da camion.
Oggi guardavo Esmeralda , bella è bella, mi piace la linea mi piace la forma il rumore, ma è solo una bellissima moto . Non vuole essere nient altro , non vuole essere una leggenda, non vuole diventare una duoglide, vuole portarmi in giro , vuole fare il suo semplice lavoro di farmi godere la strada. Io amo le vecchie moto , i vecchi giradischi, i vecchi motoscafi, le vecchie lampade, i vecchi divani in pelle,i vecchi giubbotti , le vecchie auto , adoro i vecchi libri , i vecchi elettrodomestici , le cucine economiche, adoro tutto ciò che ha una storia, tutto quello che mi riporta a un periodo in cui per aprire una scatola di fagioli non avevo bisogno di leggere le istruzioni o chiamare un ingegnere. Adoro queste cose, ma non amo camuffare quelle attuali per farcele assomigliare.
E quando vedo gente che con l’occhio languido parla di vintage su una Cross Bones my 2008, bhe penso che passerò ad una Ducati .