Vi racconto una storia di tanto tempo fa,
L'ho letta quando ero bambino su una raccolta di giornalini, Corriere dei Piccoli, che erano già vecchi allora.
Ricordo ancora la carta ingiallita e le immagini rigidamente in inchiostro nero e con uno stile tipico degli anni 30.
Allora la storia:
Porto di Algeri, alla fonda tanti bei velieri,lucidi e allineati.
All'improvviso nel porto risuonano delle grida, una piccola barca fugge inseguita da una scialuppa piena di soldati armati.
A bordo un uomo lacero e stanco arranca sui remi , ormai allo stremo arriva sotto bordo ad un bellissimo veliero battente bandiera Italiana.
Con le ultime forze si aggrappa alla biscaglina e sale a bordo immediatamente inseguito dai soldati che ormai lo hanno raggiunto.
Sul ponte l'uomomsi accascia sfinito ai piedi del capitano.
Un colosso dalla barba nera e gli occhi verdi. Prima che questi possa parlare o chiedere spiegazioni, la soldataglia guidata da un ufficiale armato di pistola irrompe sul tavolato,urlando e minacciando.
L'ufficiale punta la pistola sull'uomo e lo apostrofa:" cane, sei in arresto".
L'uomo solleva il volto verso il comandante e con un soffio di voce dice:" aiutatemi , per favore sono Italiano ".
Sono attimi di tensione, il comandante allora , prende la bandiera italiana che pendeva dall'asta e la stende a terra tra lui e lo sgherro algerino. Poi fissandolo dritto negli occhi: " questo e' suolo italiano , altola'". L'ufficiale sbavando di rabbia fa un passo avanti per afferrare il prigioniero, e con un piede calpesta l'orlo del tricolore. E' un attimo, il colosso barbuto si avventa su di lui lo afferra saldo, lo solleva sulle spalle e lo getta giu' dal bordo nell'acqua del porto.
I soldati algerini , vista la mala parata scappano giu' per la scaletta ritornando sulla scialuppa e remando verso il molo.
Il Comandante si gira , si china , prende il tricolore lo carezza con cura, poi lo piega e lo ripone con attenIone al suo posto.
Fine.
Stupida vero? Ma questa favoletta ha segnato la mia infanzia, l'idea del Comandante come figura quasi eroica, della bandiera come simbolo patrio, mi ha affascinato fino da allora.
Ecco forse è la grande tristezza che sto provando in questi giorni a vedere cun comandante ridursi a poco più che un guidatore di autobus, niente più eroi, niente più professione vista come una missione, ma solo un banale lavoro da travet di lusso.
Non tifo Schettino ne lo demonizzo, mi rattristo per una nazione che a furia di voler negare i valori nazionalistici e in odor di "ventennio" ha sdoganato un modo di vivere fine a se stesso, non piu' valori ed ideali, ma solo interessi e denaro.
Ho nostalgia di quei Corriere dei Piccoli ,
Ho nostalgia di quell'Italia
Forse sono solo invecchiato.
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