Non è un forum, non è un portale o un sito è l' embrione di un progetto editoriale, un posto dove parlare delle nostre idee, dove organizzarsi per ralizzarle, e dove condividere con altri le emozioni che queste idee ci regalano.Se tutti i forum si fregiano del titolo di Bar Virtuali, questa realtà vuole essere un brutto garage in fondo al giardino, dove c'è un ferro vecchio, quattro amici e un frigo per le birre.E si parla di moto, di viaggi, di vita.E dove finisce un argomento e ne inizia un altro non è dato saperlo, chè la notte è lunga e quando la birra sarà finita arriverà il Jack-time.




giovedì 4 giugno 2009

_Bilancio

sono cosi' tante le cose da dire che davvero non saprei da che parte cominciare.
credo che malavidas si meriti qualcosa un più di un banale resoconto, quindi cercherò di condividere con voi soprattutto le mie impressioni e riflessioni.

il viaggio
stupendo. lungo ma non faticoso. le strade sono bellissime e andando a nord hai tempo di renderti conto di come cambi il paesaggio. si passa dalla nostra italia, alle alpi svizzere e poi le pianure e le foreste in germania, con la strada che sembra un nastro bianco che segue docilmente il paesaggio invece di violentarlo e si inerpica per colline e valli facendo curve meravilgiose. poi c'e' la danimarca, con il vento che non smette mai di soffiare, i ponti terrificanti e belli al tempo stesso. la danimarca che passa in un istante e prima di rendertene conto sei in svezia. e li tutto cambia. cambiano le distanze e le proporzioni. tutto e' più grande, quasi dilatato. non ci sono stazioni di servizio lungo le autostrade e per fare benzina devi uscire. l'equivalente delle nostre stazioni di servizio sono dei piccoli "centri" in cui di solito trovi tutto: ristorante, benzina, hotel e un piccolo spaccio. tutto moderno e bello, ma capisci che e' diversa la cultura che ci sta dietro. capisci che sono posti fatti per chi magari si deve fermare in mezzo al niente e restarci un giorno o due. e li di niente ce ne e' parecchio.
poi stoccolma, grande città simile a tutte le grandi città. bella e pulita.
traghetto.
finlandia.
la prima cosa che ho fatto, appena mi sono reso conto del paesaggio, della zona, dell'aria e' stato accostare, spegnere il motore, tirare fuori il cellulare e scrivere a elena "ho trovato il posto dove voglio essere seppellito".
l'aria profuma di resina di pino e praticamente non ci sono autostrade, perche' il traffico non esiste. si spostano lungo arterie che somigliano alle nostre statali degli anni '60, sia per larghezza (una corsia per ogni senso di marcia) che per traffico (vuuum..... silenzio..... e poi dopo qualche minuto ri-vuuum...).
le distanze sono ancora più esasperate che non in svezia e ti rendi conto che il "niente" è ancora di più, ed e' bellissimo andarsene in moto sotto quel cielo azzurro intenso, da cui il sole non sparisce mai, con l'odore di legno e di sottobosco nel naso e quelle strade dritte e infinite che ti si allungano davanti.
e allora ti scordi tutto: la fatica, i guasti, il motore che fa i capricci, il lavoro, l'ufficio, i problemi. e senti che sei più vicino a te stesso, ai tuoi affetti, a quello in cui credi.

il raduno
indescrivibile. non ho vissuto woodstock ma penso non debba essere stato molto diverso. la cosa che mi ha colpito di più e' stato l'approccio "anything goes", tutto va bene. tra gente che faceva il bagno nuda nel fiume; gente che dormiva per terra, che si accasciava sulla prima sedia che trovava o si lasciava ciondolare sui divani della sala del dopo-sbronza; gente che passava la notte ad accendere la moto, dare gas e poi spegnerla di nuovo, come per dire "ci sono anche io e posso fare un sacco di casino", e chi invece alle 9 era già in branda con la ragazza e tutti li a sentire gemiti e ansimi, ma sensa risatine idiote o dar-di-gomito, solo cosi' come fosse una cosa normale. c'è chi arrivava a colazione distrutto di sonno, posava il piatto con la roba da mangiare e decideva di farsi un pisolo sul pavimento della tenda refettorio; chi mangiava ciambelle fritte ripiene di carne, uova, salsicce e polpette alle 8 di mattina e chi si presentava con i colori da MC cattivo-cattivissimo e poi mangiava a stento uno yoghurt magro per tenere la linea. alcuni facevano amicizia con tutti, altri se ne stavano per i fatti loro. c'erano i superorganizzati con moto accessoriatissime e tende dotate di ogni comfort e a fianco trovavi quelli che si accontentavano di un sacco a pelo e una coperta, legati alla meglio su un rigido anni '60. c'erano gli shovel, i pan, gli evo e via su fino a 96 c.i. a sei marce, e poi ancora rat bike, trikes, sidecar... tutti assieme in una babele di rombi e di lingue, in un miscuglio di stili, epoche e filosofie di vita.
la cosa che più mi ha colpito è questa: l'assoluta e totale rilassatezza. 
diciamolo, se vai ad un raduno HOG o a qualsiasi altro raduno semi-ufficiale qui da noi, difficilmente trovi la stessa atmosfera. noi italiani tendiamo ad essere sempre un po' infighettati.
qui ho capito perche' ci sia gente che ogni anno è disposta a sobbarcarsi migliaia di km per andare al super-rally.
e poi bella la musica, buono il cibo e stupendo il posto.
la gente è stata cordiale e tollerante e la polizia (molto presente e VI GARANTISCO con un forte potere deterrente perche' non ho visto un poliziotto più basso di 1 e 90 e che pesasse meno di 130kg) non ha rotto le scatole inutilmente, come spesso sanno fare gli agenti di casa nostra.

le sensazioni
da questo viaggio ho portato a casa tante cose. tra le più preziose ci sono forse il tempo passato con me stesso, a riflettere e rimuginare su tutto e (per strano che possa sembrare) a ritrovare un equilibrio col Padre Eterno; i guai che mi sono capitati e la scelta di non mollare, continuare e arrivare a scoprire questo posto fantastico; le chiacchiere fatte con perfetti sconosciuti, i consigli ricevuti e dati per il puro gusto di farlo e senza aspettarsi nulla in cambio; il piacere di fumarsi mezzo toscano dopo ogni pasto, seduto al tavolo e senza sentirsi un criminale di guerra.
e' stata un'esperienza talmente coinvolgente che ieri sera quando ho rivisto le strade della mia città mi sembrava tutto irreale, impossibile, tutto finto. non credevo quasi di poter essere a casa.
non voglio far finta che sia stata un'avventura, perche' sono sempre stato in mezzo alla civilta'.
e non voglio caricare questa esperienza di tinte epiche o drammatiche che decisamente non sono nelle mie corde.

e' stato bello. tutto qui.
e ripartirei domani

1 commento:

charro ha detto...

ci ho pensato molto
non ero sicuro di poter rispondere
a questo post.
tanto bello ed emozionante
da meritarer di restare solitario
senza i soliti comemnti a lordarne la coda

le emozioni di filippo
sono le più belle perchè
vere e scevre da ogni
ampollosità tipica
di molti degli scritti
dei biker

sono emozioni profonde
di chi ha visto un sogno
lo ha visto e toccato con le mani
calcato con le ruote

ti invidio filippo
ma sopratutto
sono felice per te

mai come oggi ti ho voluto
bene

suerte
charro