Non è un forum, non è un portale o un sito è l' embrione di un progetto editoriale, un posto dove parlare delle nostre idee, dove organizzarsi per ralizzarle, e dove condividere con altri le emozioni che queste idee ci regalano.Se tutti i forum si fregiano del titolo di Bar Virtuali, questa realtà vuole essere un brutto garage in fondo al giardino, dove c'è un ferro vecchio, quattro amici e un frigo per le birre.E si parla di moto, di viaggi, di vita.E dove finisce un argomento e ne inizia un altro non è dato saperlo, chè la notte è lunga e quando la birra sarà finita arriverà il Jack-time.




venerdì 21 novembre 2008

_Nessuno e' perfetto

men che meno il sottoscritto.
la tentazione e' forte. sono qui, piu' o meno solo in questo bar. tutto intorno sedie rovesciate sui tavoli, aria polverosa e un gran silenzio.
dopo la terza o la quarta birra vengo colto da due impulsi.
il primo (comprensibile) e' quello di fare una pausa tecnica per eliminare i liquidi ingeriti.
il secondo e' quello di rimettere un po' d'ordine qui dentro.
ma siccome il boss non mi ha lasciato le chiavi dello sgabuzzino delle scope non posso fare molto. ci sarebbe quell'editoriale da ripulire, fermo a meta' settembre. bisognerebbe aprire le finestre e far entrare un po' di aria fresca, ma non so come fare.
e allora per non rompermi troppo non mi resta che parlarmi addosso. forse la cosa che so fare meglio. forse la sola che abbia mai saputo fare.
corrono tempi bui, e siamo tutti occupati a capire quanto danno ci portera' la crisi economica che fino a due settimane fa i nostri governanti dichiaravano inesistente e che ora sempre gli stessi governanti affermano essere la peggiore degli ultimi settanta anni.
aziende che falliscono.
blocco delle assunzioni.
gente che resta senza lavoro e che non ha la prospettiva di trovarne un'altro in tempi brevi.
tutte cose in cui mi trovo invischiato fin sopra i capelli, per mia sventura.
ma in mezzo a questo mare di melma ieri ho avuto una vera e propria rivelazione.
ho incontrato i responsabili di due aziende che si occupano di servizi alla persona molto esclusivi. una realizza voli su jet privati per top manager di grandi aziende, e l'altra eroga servizi di private concierge per ricconi (es. se vuoi organizzarti il weekend a londra in stile 007 con tanto di finto inseguimento su aston martin e sparatoria simulata, basta che chiami loro e per una non troppo modica cifra loro organizzano tutto).
giuro che sentir parlare questi due personaggi mi ha rimesso al mondo.
mi ha fatto capire quanto deliziosamente complicata sia la societa' che abbiamo creato, e quanto meravigliosamente assurda. quante contraddizioni ci portiamo dietro. quanti controsensi.
se da un lato c'e' chi non puo' pagare le rate del mutuo e rischia di perdere il tetto sotto cui si ripara assieme ai propri figli, dall'altro c'e' anche chi ha il problema di come spendere i soldi e di quale capriccio togliersi la prossima settimana.
meraviglioso.
giuro. senza ironia o sarcasmo.
mi e' venuto in mente che siamo talmente tanti e talmente piccoli (presi individualmente) da essere insignificanti.
e questo mi ha fatto pensare che i nostri problemi di tutti i giorni sono davvero nulla rispetto al grande schema delle cose.
tra 50 o 100 anni, nessuno si ricordera' di chi oggi perde casa, lavoro e soldi. cosi' come nessuno si ricorda delle vittime del '29. ci sara' un paragrafo in qualche libro di storia e tutto finira' li.
trovo che ci sia un che di rassicurante in questo.
di tranquillizzante.
i problemi che oggi ci sembrano insormontabili sono poca cosa analizzati su lunghi periodi.
detto piu' semplicemente, e con le parole dei nostri nonni, solo alla morte non c'e' rimedio.
e nell'attesa cerco di godermi ogni istante, guardando alle tante cose che ho. e facendone tesoro.
non ci resta altro.

1 commento:

Cunan ha detto...

..èh già Filippo : i pesci si abituano all' acqua nella quale devono nuotare.
La nostra società, in fondo. siamo noi.
A guardarla da lontano fa davero sorridere, ma ci sono situazioni che meritano essere approfondite, anche solo per rispetto verso chi le vive.
Se poi tra i nuovi poveri ci sono anche quelli con l' I-Phone, ben venga la crisi economica: baderemo all' essenziale.

Tienilo aperto tu il locale, io ci passo volentieri.

Saluti

Cunan


P.S.

Non conosco personalmente il barista. Se qualcuno di voi, invece, ne sa qualcosa, ditemi se ci si deve preoccupare di questo insolito silenzio.