Non è un forum, non è un portale o un sito è l' embrione di un progetto editoriale, un posto dove parlare delle nostre idee, dove organizzarsi per ralizzarle, e dove condividere con altri le emozioni che queste idee ci regalano.Se tutti i forum si fregiano del titolo di Bar Virtuali, questa realtà vuole essere un brutto garage in fondo al giardino, dove c'è un ferro vecchio, quattro amici e un frigo per le birre.E si parla di moto, di viaggi, di vita.E dove finisce un argomento e ne inizia un altro non è dato saperlo, chè la notte è lunga e quando la birra sarà finita arriverà il Jack-time.




venerdì 9 gennaio 2009

_Motociclisti


I motociclisti, si sa, non sono gente troppo sveglia. Nessuno sano di mente se ne starebbe aggrappato a un manubrio sotto il sole d'agosto o la pioggia di novembre, a venti centimetri dall'asfalto e avendo come unica protezione un giubbottino di pelle e un casco di plastica.
Forse è proprio perché i motociclisti non sono gente troppo sveglia che quando i miei capi mi hanno convocato per una riunione di lavoro nella sede centrale di Marsiglia mi è sembrata una buona idea andarci in moto. A febbraio.
E siccome la riunione iniziava alle 9 del mattino e i chilometri da fare non sono proprio pochi, io, che tra i motociclisti sono il meno sveglio, ho pensato che fosse un colpo di genio partire la mattina presto, piuttosto che spendere soldi inutili in un albergo partendo la sera prima.
E cosi' eccomi qui, alle 4 del mattino di un giorno lavorativo di febbraio, che cerco di convincermi di aver fatto la cosa giusta, mentre, ancora prima di imboccare la Milano-Genova, sento già un torpore diffuso a mani e piedi.
Qualche dubbio sulla scelta in effetti mi viene quando vedo gli automobilisti (pochi) che mi sorpassano additandomi come fossi una bestia allo zoo e, in qualche raro caso, facendomi delle foto. Le prime ore di viaggio sono le peggiori, oltre al freddo c'è anche il buio che mi costringe ad andare piano, poi finalmente il sole inzia a fare capolino. Fa sempre un freddo cane ma almeno inizio a vederci meglio e la giornata promette bene. Niente nuvole.
Gli automobilisti continuano a guardarmi strano, ma so che sto andando verso Sud, verso un clima migliore, quindi sono tranquillo dentro i miei tre strati di vestiti e comincio davvero a godermi il viaggio, e quando mi arrivano addosso le occhiate interrogative degli automobilisti, sorrido tra me e me sempre più convinto di quello che faccio.
Arrivato in Francia vengo letteralmente travolto dagli odori del mare lontano. E' impressionante considerato che siamo in autostrada e che la spiaggia non sia proprio dietro l'angolo. Mi chiedo anche se non sia per caso una suggestione, ma negli anni ho imparato che il naso difficilmente inganna. Sento anche il profumo di resina delle pinete che costeggiano la strada, e tutto a un tratto le parti si rovesciano. Adesso sono io a compatire quei poveracci chiusi nello loro scatole di latta, che non sentono il profumo dei pini, l'odore del mare o il tepore di questo pallido sole di febbraio.
La temperatura sale ad ogni chilometro. I motociclisti saranno pure poco svegli, però evidentemente hanno dei Numi Tutelari con i fiocchi. La giornata promette bene, non c'è traffico visto che a febbraio sono in pochi ad andare in Costa Azzurra o in Provenza, ed arrivo a Marsiglia in perfetto orario.
Entro in ufficio, tolgo qualche strato di vestiti e mi do una sistemata giusto per non sfigurare davanti ai grandi capi della mia azienda. Sono felice per il viaggio appena fatto e, forse anche per questo, la riunione inizia subito con toni distesi e rilassati. Va tutto per il meglio e appena dopo pranzo ci salutiamo, mentre io già pregusto il viaggio di ritorno.
Mi rimetto tutti i miei strati di giacche e giacconi, esco dall'ufficio e scopro che la temperatura esterna e' di circa 21 gradi. E siamo a febbraio. A detta dei miei colleghi, è una temperatura abbastanza abituale a Marsiglia, anche in pieno inverno. Parto con la giacca completamente aperta e mi godo ogni metro di questo stupendo viaggio di ritorno. Verso le sei di sera la luce mi abbandona, ma ormai mi mancano pochi chilometri per essere a casa.
Alle spalle mi lascio un viaggio meraviglioso. Nulla di epico, per carità, ma nella sua normalità sicuramente piacevole. Mi resta nel naso l'odore di resina delle pinete francesi per parecchi giorni avrò l'aria felice di chi ha mangiato un frutto fuori stagione. Mi sono divertito e rilassato, e sono riuscito a trasformare una giornata noiosa e potenzialmente molto tesa, in una gita gustosissima e divertente. Una giornata rubata alla monotonia. E' bastato evitare di prendere la macchina o l'aereo per regalarsi qualche emozione in più. 
Forse i motociclisti sono un po' più svegli di quanto si creda.

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