
a volte credo che mi piaccia farmi male,
come l’integralista che sotto i vestiti
ferisce le sue carni con un tragico cilicio.
e nel punirsi trova la forza per andare avanti .
fin da quando ero ragazzo ho sempre pensato
che il dovere venisse prima del piacere
e questa brutta abitudine
l’ho portata avanti per tanti anni
forse troppi
poi alcune brutte esperienze
alcuni brutte scoperte
mi hanno fatto morire e rinascere
come una fenice sui generis,
e piano piano
mi è sembrato di ritrovare
il piacere di godere per me stesso
di godere per cose semplici
insomma il piacere di vivere serenamente.
ma la vita è spesso
un inseguirsi di corsi e ricorsi storici
e i fogli del calendario
alla lunga si assomigliano tutti
e così di nuovo preso nella morsa del dovere
nell’incapacità di lasciarmi andare
di nuovo a glissare il piacere
di nuovo a ingobbirmi
a fissare un punto là davanti
come fosse un pallone da rugby
e tu dovessi prenderlo prima
che i mediani o i piloni
ti spezzino le costole
e allora il tuo mondo si fonde in quell’unico puntino
microscopico
quasi insignificante
ma per te diventa tutto
perché sei convinto che ogni distrazione
ogni cazzeggio
ti farebbe perdere l’equilibrio
e perdendo l’equilibrio
perderesti te stesso
ciò che sei
tutto ciò che sei
stupido uomo
che voleva farsi pupazzo
la ricreazione è finita
la campanella suona il ritorno
in classe