Non è un forum, non è un portale o un sito è l' embrione di un progetto editoriale, un posto dove parlare delle nostre idee, dove organizzarsi per ralizzarle, e dove condividere con altri le emozioni che queste idee ci regalano.Se tutti i forum si fregiano del titolo di Bar Virtuali, questa realtà vuole essere un brutto garage in fondo al giardino, dove c'è un ferro vecchio, quattro amici e un frigo per le birre.E si parla di moto, di viaggi, di vita.E dove finisce un argomento e ne inizia un altro non è dato saperlo, chè la notte è lunga e quando la birra sarà finita arriverà il Jack-time.




venerdì 11 aprile 2008

_Nazionali semplici



il bello di andare in moto quando piove sono gli odori.
la pioggia infatti attenua un po' la puzza tremenda degli scarichi dei diesel e ti permette di riscoprire quei pochi odori che la citta' e' riuscita a preservare. certo milano non e' il posto ideale per allenare l'olfatto, ma certe volte ti riserva qualche sorpresa.
stamattina, passando rasente al marciapiede, ho incrociato un pedone che fumava. non un sigaretta qualsiasi, ma una cosa veramente pestilenziale.
mi si sono subito affacciati alla mente i ricordi di quando ero piccolino e stavo dietro il banco della tabaccheria dei miei, e vendevamo sigarette come le nazionali semplici o le alfa, che avevano l'odore forte del tabacco da quattro soldi, e che pure avevano un loro fascino.
sentire quell'odore nell'aria in un momento in cui non me lo sarei mai aspettato, mi ha portato indietro di quasi 30 anni. a quando le sigarette si potevano fumare ovunque, anche negli ospedali.
e tutti sapevamo che non facevano certo bene, ma tanto (ci dicevamo) basta non esagerare. perche' in fondo anche pane e mortadella ti ammazza se ne mangi 5kg al giorno. e la gente che veniva a comprare le sigarette lo faceva senza sensi di colpa, tranquillamente, perche' fumare era normale.

mi ricordo che per ingannare la noia di stare li seduto fermo ad aspettare l'ora di chiusura, cosi' per gioco, cercavo di indovinare che sigarette fumasse ogni cliente prima ancora che le chiedesse. mi riusciva quasi sempre; non perche' avessi poteri paranormali, ma semplicemente perche' dalle mie parti i contadini fumavano le alfa o le nazionali. gli operai le ms e chi invece aveva un po' di piu' si lanciava sulle merit, o le multifilter. non si scantonava. ed era normale cosi'. e se uno faceva il contadino, l'operaio o l'impiegato lo capivi da come era vestito. e non c'era niente di male. nessuno si sentiva discriminato e a nessuno veniva in mente di chiedersi se fosse politicamente corretto.

adesso che il fumo e' un tabu', che lo abbiamo bandito dalle nostre tavole (ditemi chi si accende una sigaretta dopo pranzo o dopo cena senza andare sul balcone!) e dai luoghi di ritrovo, le sigarette sono diventate uno status symbol; hanno nomi improbabili e idioti, studiati a tavolino da qualcuno che sicuramente ha "manager" scritto sul biglietto da visita e che si farebbe spellare vivo piuttosto che mettere sul mercato un solo pacchetto di alfa o di nazionali o di ms o di esportazione (cacchio ve le ricordate le esportazione col loro pacchetto verde che strillava da un km di distanza "comprami, costo poco e ti tolgo la voglia di tabacco per un mese!")

sono arrivato in ufficio con ancora in testa i ricordi di quando ero bambino, e nel naso il profumo di quella sigaretta deliziosamente pestilenziale. e con una gran voglia di farmi mezzo toscano comodamente seduto alla scrivania.

utopia.

1 commento:

charro ha detto...

l'esempio calza bene

una volta gli oggetti erano la "conseguente scelta " di un modo di essere
tanto da acquisire essi stessi corpo e sostanza
oggi molte persone per "essere "hanno biosgno del sostegno di quegli oggetti

bisognerebbe che
ogni cosa fosse
effetto e non causa
di ciò che siamo