Non è un forum, non è un portale o un sito è l' embrione di un progetto editoriale, un posto dove parlare delle nostre idee, dove organizzarsi per ralizzarle, e dove condividere con altri le emozioni che queste idee ci regalano.Se tutti i forum si fregiano del titolo di Bar Virtuali, questa realtà vuole essere un brutto garage in fondo al giardino, dove c'è un ferro vecchio, quattro amici e un frigo per le birre.E si parla di moto, di viaggi, di vita.E dove finisce un argomento e ne inizia un altro non è dato saperlo, chè la notte è lunga e quando la birra sarà finita arriverà il Jack-time.




giovedì 10 aprile 2008

_Tortillas


Dovevamo arrivarci prima o poi ,
speravamo forse più poi che prima
la globalizzazione,questo mostro di cui tanto si parla
e che ha assunto come tutte le catastrofi o i successi
infinitamente annunciati l’opacità di qualcosa
che è tanto lontana da noi da non poterci toccare
non almeno nel nostro quotidiano ,
nelle nostre corse per prendere la metro,
nelle file ai supermercati spingendo carrelli stracolmi
di alimenti dietetici e macrobiotici ,
nel nostro piazzare le chiappe su moto il cui costo
sfamerebbe un villaggio africano
per un anno,
non ci tocca.

E poi arriva,
come un lontano rombo di terremoto
qualcosa che percepisci ma che non vedi ancora.

Partiamo da lontano:
l’aumento del consumo di combustibili fossili
ha giustamente spostato la richiesta sulle new entry vegetali
il bioetanolo ,le bioplastiche sembravano grandi conquista
anche e soprattutto per i miopi ambientalisti della domenica.
Così carovane di camion hanno iniziato pellegrinaggi
verso le nuove raffinerie
milioni di ruote hanno percorso le strade polverose
che dai grandi campi dell’India ,della Cina,
dell’America Centrale e del Sud
portavano i cereali verso fabbriche che ne traevano
quasi per magia simil-benzina e simil-plastiche,
prodotti buoni per gonfiare di inutilità ancora di più il nostro mondo occidentale
e soddisfare i bisogni di una piccola percentuale degli abitanti del mondo.
E tutti a mettere tranquilli benzina nei loro piccoli serbatoi di plastica
sicuri che una pacca sulla spalla
o il loro ipocrita buonismo serpeggiante
pareggiasse i conti con il mondo .

Poi una farfalla batte le ali a New York e un tifone distrugge Osaka.

La mancanza di cereali sul mercato fa crescere i prezzi del pane in Egitto
o della Tortilla in Messico , e milioni di persone si trovano a non potere più mangiare.
Non un centesimo al litro di costo in più della benzina,
non percentuali di aumento dell’inflazione a una cifra,
ma improvvisamente quello che costava 50 lo trovi a 100.
e quello era già il minimo di sostentamento che tu potevi avere.
Improvvisamente i nostri problemi diventano meno che zero;
quando si scende sotto un minimo di sussistenza non esiste più etica
non esiste più regola che tenga, c’è solo la fame e la lotta per la sopravvivenza.
Come in un deja-vù di manzoniana memoria
torme di disperati straccioni assaltano
forni e panetterie.
Certo lontano da noi migliaia di chilometri ,
certo i governi che rischiano la caduta sono sotto ben altre bandiere.
Ma quanto impiegheranno quelle persone a dirigersi altrove?
Quanto tempo ci vorrà perché la rabbia verso chi ha talmente tanto di più
si trasformi in violenza?
Abbiamo il culo su una bomba di cui non disponiamo più il controllo
e noi ci preoccupiamo se le nostre cromature sono lucide o meno .

Non esistono mura abbastanza forti
da difendere una società
incapace di guardare al di là di esse.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ALBERTOSPRINGER

Circa una decina d'anni fa mi trovavo ad un convegno che parlava dell'economia mondiale.
Ricordo che ad un certo punto uno dei "guru" dell'economia mondiale, dopo aver fatto tutto il suo discorso con termini tecnici ecc..., sintetizzò in poche parole quello che secondo me è una grande verità:

" Fino a quando ci saranno paesi come l'Africa, L'india e tanti altri piu' piccoli che sono alla fame, noi paesi industrializzati/ricchi staremo bene. Ma quando questi si renderanno conto della potenza che sono (in quantità di persone) e decideranno che anche loro vogliono stare bene, allora abbiamo finito di stare bene."

Aggiungo io:

" Quando un popolo non ha piu' pane, accende la miccia..... BOOOOM!!! "